CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Il nostro corrispondente di Nereto scrive che taluni hau creduto contenersi nell' ultima sua lettera qualche offesa alla memoria del de-lunlo sindaco. Ciò egli smentisce recisamente, avvegnacchè unico suo pensiero sia stato quello di delincare con esattezza lo stato amministrativo di quel comune, prescindendo da ogui allusione personale verso un uomo che è passalo nel numero dei più.
    %* La prefettura fa pubblicare nella Gazzetta
    i nomi dei sindaci testò nominali nei comuni
    \
    della nostra provincia:
    Ancarano, De Angelis Francesco  Atri, Pretaroli Pietro  Campii, Montani Felice Antonio  Canzano, Leopardi Luigi  Castellano, Marinucci Antonio  Castelli, Olivieri beniamino  Castiglione della Valle, Romani Giovanni  Civitella del Tronto, Graziani Remigio  Colonnella, Barnabei Francesco  Conlroguerra, Orsetti Francescantonio  Corro poli, Ricci Antonio  Cortino, De Ambro-siis Pasquale  Crognalelo, Riccioni Giantom-maso  Fano Adriano, Nisii Berardo  Giu-lianova, De Martiis Pasquale Montelino Carnevali Eugenio  Montepagano, Mezzopreti Achille  Montorio al Vomano, Costanzi Pasquale,  Morro d1 oro,Ellorre Francesco  Mosciano s. Angelo, De Panicis Carlo Mu-tignano, Giovanetti Floridauro  Nereto, De Guidobaldi Domenico  Notaresco, Clemente Pasquale  Pietracamela, Giardelli Antonio  ilocca S. Maria, De Benedetto Domenico  S. Omero, Giuseppe Lena di Giuseppe  Silvi Forcella Luigi  Torano Nuovo, Tenerelli Vincenzo  Tortoreto, De Lucientiis Dome-
    Tarlo Bacucco,
    E il cotillon, 11 cotillon è Lillo pur esso, specialmente quando non ci ballano delle vecchie; ma vuol esser fatto bene e con un cerio spirilo, altrimenti diventa il pia nojoso.
    Ma, giacché sono nel cotillon, ci resto per accennacene due che furono grandemente ammirali nel gran ballo di Corte I a Milano in occasiono della vena,a di Guglielmo.
    Grazioso cotillon fu ,,< e uve loppe uu bouquet.
    Venivano distribuite agli uomini delle Iutiere dirette al gentile cavaliere del cotillon, e presentati alle signore dei bouquets avvolti in carta bianca finissima. La dama levava 1' involto al mazzolino e trovava un motto fra i Qori, il quale mollo doveva risponder ad uno dei cartellini messi dentro alle lettere dislribuite agli uomini- Da ciò nasceva un via vai di cavalieri in cerca delle dame, e di signo» e in cerca del loro cavaliere.
    Nè meno bello fu il grand bouquet au surprise collocalo in mezzo della sala. Esso co ns io te va iu una grande costa di oltane colma di fiori in modo veramente fantastico. Fra i liurì si ascondevano degù anelli, e il direttore del cotillon faceva si che le damo ed i cavalieri, messi ia giro e alternati fra bro, tirassero gli anelli, dai quali uscivano dei larghi lustri di raso assortiti a due a duo per colore; e la danza s; intrecciava fra il cavaliere e la dama che avevano comune il colore e il dileguo d«'l nastro. Dalla stessa cesta e eolio slesso ardine uscivano poi dalla parte superiore delle piccole bandiere. VI era un congegno m o oc a fi rèo entro la cesia, che faceva tornare ad aggomitolarsi i nastri, per cui il
    giuoco poteva esser ripetuto parecchie volte.
    *
    *
    Mi rallegro col tenore Berardo Sardella per la bollissimo serata oh' egli fece a suo beneficio. La cittadinanza ha voluto incoraggiare 1' artista ed ha fatto bene. Gli artigiani in special modo han dimostrato questa volta uno spirilo di solidarietà e di affezioni® che li onora. Dalla classe loro, per mezzo del sig. de Antonia, il beneficato venne regalato di una catena per orologi*). Finita la rappresentazione fu accompagnalo a casa dalla banda con fiaccole a bengala. Degli stornelli volati dal lubbione, delle corone e di altre poesie non parlo, perchè il sig. Sardella ha piuttosto piacere che si dica a tutti (Iranno all'Agente delle lasse) che la sua cassetta fu riempila.
    Madamigella De Lesi gentilmente favorì 1' opera sua al beneficato. Cantò la scena ed aria del Pierre de Medecis di J. Poniatowschi, che fu ritenuta per una bella composizione, interpretata poi con grazia e sentimento. Gli applausi furono "i"i*:simi noa solo quando la signorina in una splendida te-
    stala necessaria la benemerita Arma. Ordine meraviglioso'
    Eppure c' è stala qualche cosa.
    * *
    11 corrispondente X dell a-Gazzetta d'Italia annunciando la nomina del.... ho promesso di lasciarlo in pace ed io non lo nomino ..., dice cho è « di buona volontà, capace ed emr-gico »  e poi, « saprà cavarsela con onore ».
    Quel cavarsela dopo V energico vale.... tuta la ricci ita barba del nolo corrispondente.
    Furbo d' un X. Ila saputo cavarsela bene!
    ¦uti
    HIV
    Mentre noi, per la morte di questo venerando, leviamo coli' intera nazione una voce di dolore, già il suo frale è d sceso nelle tombe illustri degli avi suoi, e lo spirito è nel Cielo delle grandi a-nime, che colla parola, cogli scritti e coli' esempio fecero gloriosa la patria loro, ed onorarono 1' umana natura. Felice lui, che, pieno d'anni e di vita, ha lasciata, colla memoria delle sue virtù, tanta eredità di affetti! Oh invidiabile vita, e invidiabile fine!..... L'amico carissimo del Nicolini , del Foscolo, del Leopardi, Giordani, del Colletta, del Giusti, del Manzoni e di tutte l'elette intelligenze di questo secolo nostrane e straniere; il fondatore Archivio storico italiano; lo scrittore di nobilissime prose ; l'intemerato cittadino, che in tempi pericolosi tenne alta nel centro d' 1-talia la bandiera della patria e della civiltà; il ministro liberale, savio e magnanimo della Toscana nel 1848; egli, che, tradita la libertà, da principi malvagi, si reputò fortunato della cecità per non vedere lo straniero caipo-stare di nuovo la sacra .
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    Viuiiiobaldi Domenico  Notaresco, Clemente r««squale  Pielracamela, Giardelli Antonio  lìòcca S. Maria, De Benedetto Domenico  S. Ornerò, Giuseppe Lena di Giuseppe  Silvi Forcella Luigi  Torano Nuovo, Tenerelli Vincenzo  Torloreto, De Lucienliis Domenico  Tossicia, Fascianì Carlo Bacucco, De Yittoriis Raffaele Risenti, Barone Achille  Brittoli, Velluto Cesidio.
    (Continua)
    Piccolo Corriere
    Siamo in' carnevale" e parliamo di balli
    Il ballo, voi lo sapete, non solo è un fatto che entra nel dominio della società ginnastica, or «ra inaugurata in questa città, ma altresì un fallo gravido di conseguenze altamente morali. Quante conquiste di donnine amabili si fanno nel vortice di un valtzer, specialmente quando questo è ballato ad uso tedescoi Quanti matrimoni combinati tra le cadenze di una polka o di una mazurkal Quanti affetti, quanti desideri si ridestano siringando una bella iigiia di Eva, dal cui seno emanano effluvi celestil Che estasi beata è quella in cui il gentil cavaliere può sentire il palpilo di un cuoricino anelante, o giunge a vedere che una ciocca di capelli svolazzanti, biondi o corvini, tocchi la sua fronte umida di sudore.
    Peccato ebe il più delle volte il decimo comandamento »' erge minaccioso tra due anime ebe polrebbaro esser felici. Ah 1 Mose, lei è slato troppo severo e, dirò pure, codino c«n 1' umanità ricordandosi, proprio quando scende f a dui mante, che c' era un ultimo peso onde gravare il sesso che latti dicono forte, ma che in realtà è il più imbecille innanzi a tuo occhi assassini.
    # * #
    Rimettiamoci in carreggiata perchè chi sa doveandrebbo la mia fantasia.
    Ed in prima dimando a lei, vezzosa signora, qual ballo Ui predilige? Il valizer, non è vero? Nel valizer si palpila, fj anela, ai ama specialmente quando lo spirito di Slrauss aleggia per le sale dorale. E la polka eia mamrka? Ab!
    *OB belle por desse, ma non come il waluer. E poi? *" » balli che danno luogo alle platoniche dichiarazioni t mure d' amanti sentimentali che vivono e muoiono tisici -« guardando il pomo... clic non maiura per essi.
    compagnalo a casa dalla banda con fiaccole a bengala. Degli stornelli volati dal lubbione, delle corono e di altre poesie non parlo, perchè il sig. Sardella ha piuttosto piacerò ohe si dica a tutti (tranne all'Agente delle lasse) che la sua cassetta fu rieupila.
    Madamigella De Lesi gentilmente favorì , opera sua al beneficato. Cantò la scena ed aria del Pierre de Medeeis di J. Ponialowschi, che fu ritenuta per una bella composizione, interpretata poi con grazia e sentimento. Gli applausi furono vivissimi non solo quando la signorina in una splendida toi~ Ittt: décoilelée, apparve nel palcoscenico insieme al direttore Livi che 1' accomp.agnò sul pian^ ma altresì durante e dopo 1' aria. Furonri anche per lei tiori a eorone d' alloro.
    Fu nell' aria della Contessa d' Amalfi cht il nostro Sardella ebbe una bella dimostrazione d' i si co r a gg i a m a n t o. La sua vota però non 1' ha assistilo durante buona parte della serata, ma ciò è dovuto specialmente all' uso barbaro che si ha qui di costringere il povero artista a salire durante la giornata centinaia di gradinate per fare gì' inviti. E uu uso che nelle citlà civili non esiste, e dovrebbe esser tolto nella nostra, ove la gentilezza dell' animo non ha bisogno
    di venir eccitata dall' uiailùuioiia dell' artista.
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    Il veglione di domenica riuscì magro, stecchito, nojoso più d' un articolo dolla Gazzella,- Qualche bella, mascherina non è mancata, ed io ne ho trovile due che supposto celassero delle faccine graziose. Ma, poche rondinell» non fanno primavera; e se 1' impresa non penserà a qualche ritrovato , non vale proprio U pena di aprire il teatro nelle sere di veglione.
    Giovedì vi sarà la beneficiata del tenore Cecconi, il quale cede la sua parie d' introito a fa vare della Società borghese. Io mi rallegro, con lui di quesl' atto generoso, e mi auguro che il pubblico non mancherà all' appello, tanto più che il programma seguente è bene coito: 1.° Rigoletto; 2.° Romanza nella Forza del dettino cantata da madamigella De Lest; 3.° Walzer cantabile L' Estasi del bij Ardili eseguilo dalla sig. Della Rocca ; 4.° Duetto d' amore del Rug-B as\ 5° Concerto per tromba eseguito dal prof. Lorenzo Cipolloni.;
    ti.0 Scena ed aria nella Traviata cantata dal beneficato.
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    Nella seduta del 27 e 29 gennaio p. p. il già IT. di sindaco, on. Alo.> chiani, rassegnava alla Gìuuta il progetto dol
    bilancio comunale per , esercizio correrne.
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    Ho rilevalo dal solito organino, quando parla dell' ultima soirée della sig. Maccaferri, questa frase a sentation: « ordine meraviglioso. » Diavolo ! Comprendo bene ohe non sari
    pi pericolosi tenne alta nel contro d1l-taìia la bandiera delia patria e della civiltà; il ministro liberale, savio o magnanimo della Toscana nel 1848; egli, che, tradita la libertà, da principi malvagi, si reputò fortunato della cecità per non vedere lo straniero calpestare di nuovo la sacra terra della patria; T ultimo discendente di antico casato, a cui la ricchezza fu solo mezzo per operare il bene, ha meritamente tenuto il premio delle aspirazioni, degli studi, delle fatiche e de' suo» stessi dolori : egli ha vista f Italia indipendente* libera ed una!... Ha chiuso gii occhi dopo di avere scolpita Y anima sua in una opera immortale, che narra i tempi gloriosi della Repubblica fiorentina, ispirando neg]' italiani, colla memoria della virtù e dei patimenti antichi, nuovo vigore per mantenere gloriosamente k fortuna della patria !
    Gino Capponi è una delle figure più belle e compiute della storia contemporanea. Alto ingegno, vasta dottrina, cuore generoso, celeste serenità di animo, rara modestia di costumi, sapienza e carattere- di uomo antico, amato ed apprezzato non meno da popoli che da pnn-I cipi; egli era l'uomo, di cui Socrate si I sarebbe compiaciuto. La storia, cui dedicò la miglior parte de' suoi studi, di-! rà degnamente di lui e delF orma iin-I pressa nel pensiero e nella vita italiana: a noi non resta che deporre un fiora sulla sua tomba ed augurare air Italia chw con lui non si spenga la generazione dei forti 1,,,,,,mmmmm  ,
    F. Taffiorelli Direttore responsabili