CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    detto debito con sentenza della Corte di appello di Firenze, non venne per questo sconosciuto dalla Camera r obbligo che incombe allo Stato di mantenere V impegno assunto verso questo tronco, per quella specie di prevalente importanza (per valerci di una felice espressione dell'ori. Bonghi) che fu in esso riconosciuta dalla legge, come può particolarmente vedersi dalle discussioni che ebbero luogo nelle tornate de' 21 e 24 gennaio 1873.
    Non accade seguire minutamente lo sviluppo delle pratiche ulteriori, che dal Vasto disegno di estendere il tronco a Montorio per raccogliere.i prodotti boschivi dei bacini superiori del Mafone e del Vomano (interrotto prima dalla.crisi commerciale, che ha neramente travagliata l'Europa negli ultimi due anni, e poi dalla morte dell'ottimo patriota G. Ricci carrarese, concessionario dei comuni) condussero al pensiero, semplice e pratico, di una costruzione economica sul modello della Torino-Rivoli giusta il progetto di massima fattone eseguire a proprie spese dal distinto ingegnere torinese comrn. Bo-rella. Restringiamoci pertanto alla considerazione* del progetto approvato.
    11 tracciato, secondo esso, diramandosi dalla stazione di Giulianova all'altezza di metri 9 sul. mare, e tenendosi costantemente sulla riva sinistra del torrente lordino, ne rimonta la valle inferióre, e raggiunge Teramo alla quota di metri £41. La percorrenza è di metri 23,000 con u-na breve fermata a Ripattoni; le pendenze non eccedono il limite massimo dell'll per mille, con curve di raggio mertomo non inferiore a metri 300, e per la spesa generale di lire 3,523,237: 23.
    E' da notare però che avvallando il tracciato e sforzando di qualche poco le
    maestro la catena che ci divide dall'Aquilano, mantiene un vivo movimento di traffici cotta stazione di Giulianova, importando massimamente cereali ed altre produzioni agrarie, ed esportando combustibile, materiali laterizi e svariati pro-ciòtti industriali.
    La vita economica di questa città crescerà notabilmente colla ultimazione della traversata appennina per Aquila (se sarà finita in questo secolo) e della mediana sub-appennina per Ascoli e Penne], entrambe in costruzione, che s'incrociano in essa. Nuova e copiosa fonte di commerci appennini !e aprirà pure la strada per Amatrice, contemplata fra ;le provinciali di la serie, colla legge de'30 maggio 1875. Essa, secondo il tracciato già ? deliberato, movendo da Teramo e rimontando l'altipiano interposto fra la Vez-cola e il Tordino, toccherà in tutta la sua lunghezza il bosco della Martesa per superare la catena nella sua maggiore altezza e raggiungere la provinciale di la serie Ascoli-Aquila, prescritta colla legge de' 27 giugno 1869, colla percorrenza generale di circa chilometri 46, e per la spesa sommariamente calcolata di lire 800,000.
    Il bosco della Martesa, appartenente al Comune di Rocca S. Maria, che è tra i principali motivi di una si dispendiosa costruzione, misura la superfìcie eli circa 20 chìlom. quadri pari ad ettari 2000. La specie prevalente è il faggio, ma non mancano pioppi, quercie, elei, aceri, cerri, tassi, ecc. Vi si noverano pure ciVca 30000 abeti, di cui oltre £ 3000 secolari e già maturi al taglio. A giudizio di uomini peritissimi sono i più belli e i più sani abeti d'Italia. Stabilito adunque un sistemaceli profìcua coltivazione, a norma
    Ayoyamoscritto l'articolo pr*v> quando ci è venuta nelle tmm zetta coir annuncio delia bmtm sulla ferrovia. Spiriti scettici e ^ cisti meno facili al!' entusiasmo.^ siamo che noi partecipiamo ami > al lirismo, dal quale la nostra com^ si mostra rapita. Non ò la prhm % che l'idillico corrispondente della i zetta di Napoli, se è, come crediamo,; ti co corrispondente dell' Unità Nuzk canta osanna per questo benedetto 2? co.' Non ci è ancora caduta dalla mm la notizia di certi conti, che dom aggiustarsi coli1 Alta Italia (e* era di® zo il gran nome del barone di Rofed da cui esso sarebbe scaturito; mv quanto sembra, quegli aggiusti si * dilegu iti non meno delle famose ¦ delle Meridionalr. Si sa che quando si bisogno di favore popolare, si è «e ; alle promesse, che poi si mantenga j] no secondo i casi. E' la storia i anni che non possiamo dimentica* un giorno. Che che ne sia, questa* le informazioni del corrispondente * fermano le nostre ; ed ammettiamo* I noi che qualche cosa si agita. W' ¦ a vedere la misura del sussidio. ^ ^ da la Gazzetta che con due od * c quattro mila lire di sovvenzione f a metrica annua per 30 anni la ^ fatta, massime volendo mantener^ ® zione normale. Quando verremo a> pj gere il sacco, se pure verremo, * i conti. E poi resta sempre ^m * quistione che noi abbiamo pos^j pesi e due misure. Perchè Avellino " pobasso (per tacere di centri 3
    rebbero serviti da linee gove^ ^ i tronchi "di Teramo, Ascoli, Sondrio e Belluno non &vr«MB
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    mente sulla riva sinistra del torrente Tor-diuo, ne rimonta la valle inferióre, e raggiunge Teramo alla quota di metri $41. La percorrenza è di metri 23,000 con lina breve fermata a Ripattoni; le pendenze non eccedono il limite massimo dell' 11 per mille, con curve di raggio meifomo non inferiore a metri 300, e per la spesa generale di lire 3,523,237: 23.
    E' da notare però che avvallando il tracciato e sforzando di qualche poco le pendenze, per profittare almeno in parte della sede stradale e dei manufatti esistenti sulla rotabile fra Teramo e Giulia, questo preventivo generale può sensibilmente ridursi.
    L' importanza economica di questo tronco e il suo carattere di generale u-tilità per la provincia di Teramo appariscono di leggieri. La valle percorsa costituita dal territorio di dieci comuni Giulianova, Mosciano S. Angelo, Bellante, Campii, Teramo, Canzano, Castelalto, Notaresco, Morro d'oro e Montepagano, colla popolazione complessiva di 56308 abitanti, - presenta la superficie coltivabile avaria coltura secondo i vecchi catastri, inferiori al vero, di. 41525, 91, 5352 etta-f, pel reddito generale imponibile di lire .,710,238: 70. In questa valle convergono presentemente le, strade di Giulianova, Mosciano, Bellante, Campii, Ganzano* e Notaresco , oltre quelle di Castelalto J in costruzione, e di Montepagano e Morro d'oro in progetto.
    Teramo, capoluogo della provincia e sede del Distretto militare, del Tribunale provinciale, dell* Intendenza di finanza, del Liceo ginnasiale con Convitto, dell' Istituto tecnico ecc. eolla popolazione generale di 19721 abitanti, città piccola ma colta industre ed operosa, quasi e-quidistante dagli appennini e dal mare, e scalo naturale dei vasti comuni di Tor-ricella Sicura, Rocca S. Maria, Valle Castellana, Cortine, Crognaleto, Fano Adriano, Pietracamela, Isola del Gran Sasso, Tossici a e Montorio al Vomano, che colle loro foreste coronano ad occidente e
    i principali motivi di una si dispendiosa costruzione, misura la superfìcie di circa 20 chilom. quadri pari ad ettari 2000. La specie prevalente è il faggio, ma non mancano pioppi, quercìe, elei, aceri, cerri, tassi, ecc. Vi si noverano pure circa 30000 abeti, di cui oltre a 3000 secolari e già maturi al taglio. A giudizio di uomini peritissimi sonò i più belli e i più sani abeti d'Italia. Stabilito adunque un sistema di profìcua coltivazione, a norma della legge forestale, ed immessa" la produzione media legnosa annuale di metri c. 8,225 per ettare, si vede che questo solo bosco somministrerebbo annualmente al mercato di Teramo metri c. 16450:00 di legname da costruzione e da ardere, che versati nel gran commercio al prezzo menomo di L. 10,75 al metro c. animerebbero un capitale annuo di L. 176,837,50.
    Questi cenni bastano, a nostro giudizio, per dimostrare l'importanza dell'opera da noi reclamata. Essa, oltre all'assicurare la vita di una cospicua provincia, sarebbe larga remuneratrice dei capitali impiegativi. La Camera e il governo lamentano spesso la mala contentezza del Mezzogiorno, ma non basta lamentarli ì mali; bisogna altresì indagarne le cause e apprestarvi i rimedi. Noi non reclamiamo che un po' di giustizia distributrice.' Perchè il Ministero accoglierebbe i voti di Campobasso e di Avellino, per opere di gran lunga più dispendiose e niente affatto più importanti di questa, e trasanderebbe i nostri? Montesquieu osserva che nulla offende tanto i popoli quanto la coscienza di una pubblica ingiustizia patita ; e il conte di Cavour soleva dire, incumbe e ai ministri dell' istruzione e dei lavori pubblici di fare scomparire le difficoltà governative nel mezzogiorno. Sarebbe assai da dolere, che i continuatori della sua scuola politica; se non è indegno il vanto, si lasciassero rapire dalle mani questo sapiente programma!
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    j fatta, massime volendo mantenere la se, I zione normale. Quando verremo a striij, I gero il sacco, se pure verremo, faremo 1 i conti. E poi resta sempre intatta ,, quistione che noi abbiamo posta dei      una sovvenzione? Forse che le finanze I dello Stato sono in cattivi termini solo I per noi ?
    Le ultime parole poi della Gazzetta con-1 fessi amo di non intenderle. Se haàina-, nimo di riferirle a noi, farebbe bene a 1 spiegarsi più chiaramente. Noi siamo qui 1 per rispondere ampiamente e in tutti i l modi dei fatti nostri, e non abbiamo una I
    * sola pagina nella vita, dinanzi ajcui do-1 vessimo chinare il viso per vergogna. I Non sappiamo se tutti possono dire così! dei fatti loro. Se poi quelle parole ncjn I servono che a straziare Dante, duolcil che il grande poeta non sia più in vita; I egli saprebbe adoperare argomenti assali migliori dei nostri !
    LETTERE TEATINE
    I
    Chieti, 9 Febbraio 187* I
    Il Prefetto, dice uno scrittore di Dritto I Amministrativo, ha maggior somiglianza col Re , che con un Ministro. Infalti mentre ogni Mini- E stro non ha che la competenza del suo Dica-1 stero, il Prefetto in una sfera inferiore rap- ¦ presenta tutlo il potere esecutivo nella Pro-1 vincia.
    11 Prefetto di Chieti però non si contentiI di questa somiglianza col re: vuol essere l«i, addirittura il re cibila Provincia. Quindi chi-B unque acquista una certa influenza come D*~S putato Provinciale o al Parlamento, il Prefetto!