CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Mercoledì 1G F"et forgio 1876
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    POLITICO-LETTERARIO
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    Sembra certo che il Ministero colla legge del riscatto riproporrà la costruzione di questa linea. Nò potrebbe essere alimenti. Ella riveste / troppo lucidamente i caratteri di linea nazionale per potere essere dimenticata in una solenne circostanza, che riagita dal fondo il problema delle ferrovie \dello Stato. Abbreviando di chilometri 822 il cammino da Pescara a Roma per Foggia e di chilometri 196 quello per Ancona, ravvicinerà di altrettanto la capitale alla grande arteria del commercio, che corre da Blindisi , Cai ai s e segna all' occidenti; d' Europa la via delle Indie. Oltre a ciò versando nei mercati di Roma' i prodotti del vasto territorio, che le giace ad oriente, e delle ricche prò vinci é,
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    In     altitudine) per discendere a Celano nel bacino della Marsica: quindi toccata A-vezzano e attraversati i campi patentini ricomincia la salita del monte Bove, che passa pure con galleria di circa metri 4,000 per discendere di nuovo nella valle del Turano e raggiungere Carsòli: donde discendendo le origini dell1 Aniène e seguendo il corso del Teverone, toccata Tivoli, perviene agevolmente in Roma.
    A questo sviluppo la Città di Aquila, per mezzo degli studi di massima eseguiti del distinto ingegnere Borella, oppóse una notevole variante pel tratto da Sulmona a Carsòli. Essa consiste nella congiunzione diretta tra Aquila e Carsòli, attraversando la catena appennina colla galleria di Monte Rotondo, lunga metri 4, 780, all'altezza di metri 1038,42 sul mare, e quindi intersecando il Salto presso HorLyo Colle Fegato, quasi ad eauidistanz;t
    Sulmona a Carsòli e da Sulmona ad A-quìi a, testa di linea, il vantaggia Si risolve in perdita.
    Per contrario la variante proposta oltre ad allacciare alla linea la più importante città del percorso, e ristorare in parte le valli inferiori del Salto e dei Velino non che l'agro reatino dei danni derivanti dalla soppressione dell' Aquila-Ricti (divenuta necessaria per la traslazione della sede dei governo in Roma) utilizzando pel percorsa generale la Sulmona-Aquila, induce il notevole risparmio di lire 10, 338,473 sul valico diretto da Sulmona a Carsòli, applicabile parte nella costruzione di brevi e facili tronchi di allaccio per Avezzano e Rieti, e parte nella costruzione dell' Ave ano-Rocca s 1-ecj, che versando nella linea esistente tra Napoli e Roma i ricchi prodotti industriali della valla dnl Tir» pipare neh hfì le nerd'ge
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    gr axi.de arteria del commercio, che corre da Brindisi a Calais e segna air occidente d1 Europa la via delle Indie. Oltre a ciò versando nei mercati di Roma' i prodotti del vasto territorio, che le già- I re ad oriente, e delie ricche provincie, che si estendono 'sul versante adriatico dell' appennino, quasi a ridosso della provincia romana, allevicrà, di molto le angustie di quella dimora e vi renderà più tollerabile la vita, non ultima fra le condizioni richieste dalle capitali negli stati moderni. Nò solo dal lato materiale questa linea gioverà a Roma: essa, animando sempre più gli scambi e creando nuovi contatti tra queste provincie e quella città, ritemprerà i molli animi romani col seme incorrotto delle stirpi abruzzesi, ricostituendo quella industre borghesia, che sola può valere per moderare gli estremi sociali, il cui contrasto, quasi ingenerato nel smgue, sopravive mirabilmente nei costumi romani alla caduta dell' antica oligarchi*, f
    Ma se tutti riconoscono l'importanza di questa linea e il suo carattere di gcnera'e utilità, non si può dire che il medesimo consenso si riscontri sul tracciato da preferire. Secondo i primi studi eseguiti dalla Società delle meridionali in concorso dell' ino;enferò Mori-» ' i
    ti (modificati più tardi colla diversione por Molina e adottati dal Ministero) la linea, movendo dalla stazione di Sulmona, sale il versante orientale dell1 appannino, elie attraversa fra Goriano e Carpito con una galleria di circa 3;500 metri, avente lo sbocco occidentale alla quota di Wmiri '>00 sul mare (punto di massima ,
    pose una notevole variante pel tratto da Sulmona a Carsòli. Essa consiste nella congiunzione diretta tra Aquila e Carsòli, attraversando la catena appennina colla galleria di Monte Rotondo, lunga metri 4, 780, all'altezza di metri 1038,42 sul mare, e quindi intersecando il Salto presso Borgo Colle Fegato, quasi ad equidistanza da Avezzano e Idioti, con facile raccordamelo, alla linea in progetto tra Terni e Roccasecca. Noi propugniamo questa variante come più utile agi1 interessi generali delle provincie abruzzesi e più economica.
    Dimostriamo brevemente questo assunto.
    Dagli studi comparativi istituiti dal sullodato ingegnere Borella risulta che la-variante per Aquila allunga di 21 chilometri il percorso generale da Pescara a Roma, e supera una maggiore altezza assoluta sul piano, della stazione di Sulmona di metri 133,42. Del vantaggio in lunghezza, come ognun vede, non è da fare gran conto. In una traversata della percorrenza generale di 223 chilometri, dove sono in giuoco tanti e così poderosi interessi, non è , accorciamento di una diecina di miglia, che possa far traboccare la bilancia. Senza dire che queste minute differenze spesso si dileguano dinanzi ai risultati degli studi definitivi, come accadrebbe di certo colla diversione per Molina. Più gl'ave per verità e la considerazione della maggiore altezza del tracciato per Aquila. Ma, come acutamente osserva il Borella, questo che in tesi assoluta sarebbe un danno pel traffico, considerando la quistione dal punto di vista deW esercizio simultaneo delle due Irene da
    di lire 10, 338,173 sul valico diretto da Sulmona a Carsòli, applicabile parte nella costruzione di brevi e facili tronchi di allaccio per Avezzano e Rieti, e parte nella costruzione Avezzano-Roccas'i cca, che versando nella linea esistente tra Napoli e Roma i ricchi prodotti industriali della valle del Liri, riparerebbe le perdite occasionate dalla concorrente per Gaeta* reclamata non meno ci agi' interessi commerciali che politici dello Stato.
    A questi vantaggi diretti e presentissi mi 1' Aqiùila-Roma ne aggiunge un altro, remoto sì e non a tutti egualmente visibile, ma non per questo meno importante. Ella schiude la via, quando che sia, al valico diretto eia Aquila alla marina di Giulianova, traf@ran.do il gran Sasso, ed accorciando di meglio che 41 chilometri il tragitto dalla capitale alla principale arteria delle ferrovie dello Stato. Ne risulterebbe la più breve e la più facile traversata d'Italia. Sappiamo bene che molti sorrideranno a questa considerazione, degnandosi di qualificarla per sogno di mente inferma. Sono i soliti 'sapientissimi, che d' ordinario non veggono una spanna dal naso, e antepongono per abito la grazia dei ministri agi'interessi del paese. Noi abbiamo troppa- fede nelle forze espansive d'Italia e nella sua reintegrazione inorale per non disprezzare questi sogghigni beffardi. Non era forse per molti sogno di mente inferma la stessa unità della patria? L'avvenire, dice un proverbio greco, siede sulle ginocchia di Giove; e non è minore stolidezza il teu-tare di precorrerne clic di preciderne il corso!...
    Richiamiamo pertanto su questo grar*