CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
     Pagina (93/470)
    Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice
     Pagina
     Testo della Pagina (OCR)     






     Pagina (93/470)
    Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice
     Immagine della Pagina

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli


[Home Page]


Testo OCR meta' superiore della pagina

      t   p
    m
    punto che egli, tanto attivo, voglia arrestarsi dinanzi alle difficoltà che gli offriranno i mezzi scarsi dei quali può disporre a tale scopo. Intanto, per fare una prova del come questa (nauta attecchisca nel noslro paese, perchè Min ne ordina u®Jl fila* f,onle scuole Dementali, dove 1 ' Eucalyplus avrebbe tulle le condizioni favorevoli alla vegetazione? Fo voli perchè le m:e parole non vadano perdute, e gliene renderò gratitudine insieme agli altri.
    Forse un1 altra volta ritoccherò l'argomento deir Eucalyplus: per oggi basta.
     m m
    Sellante, 16 Febbraio 1876,
    Per gentil pensiero di alcuni buoni cittadini fu qui istallato fin dal 1863 un Gabinetto di lettura, col duplice scopo di avere una sala di trattenimento in un borgo ove mancano decenti locali, ed essere nel contempo a giorno di notizie politiche mercè la collezione dei più accreditati giornali. Questa istituzione ch,n avrebbe dovuto incontrare il plauso di tulti, fu invece salutata fin dal suo nascere dall' astio e dai dispetti di pochi o-ziosi, che avevano il barbaro gusto d'involare i numeri dei diversi periodici a misura che giungeva V ordinario senza lasciarne pur uno a quell1 assiduo abbonalo, che spendeva così i suoi quattrini per dare incenso ai grilli. Fu pensato di riparare a tale inconveniente facendo che il Gabinetto trasportasse i penati in una Camera al secondo piano e limitandone T ingresso ai soli soci contribuenti. Ma essendo insorti disturbi e malumori per i deplorati motivi, il Gabinette mori dopo due anni di radi ;tica esistenza. Spettava di richiamarlo a nuova vita, dopo diecianni di oblio, alla lo-
    iniziativa del sig. Battista Talloni. Egli
     » ~
    pliant*     Del resto egli § un hrav'uomo, ha molte conoscenze storiche, improvvisò facendosi accompagnaci* dal pianoforte, con una facilità sorprendente. Noi t.w tema fe'risaltare egregiamente gli stadi pe' quali è passata la nostra Noma, profondendo a larga mano i fatti della storia romana. Nel secondo fu lepido oltre ogni dire e ci fe1 tidero di cuore, venendo alla conclusione col dire che fra il topo, il cliente ed il malato, quest' ultimo si trova in peggiore condizione. Nel 4.° ebbe delle felicissime idee, e mostrò che non tanto super-ficial mente conosce /a il colosso Recanatese, Nel 3.* ci commosse fino alle 1 igrime narrandoci i dolori del più grande sventurato tra i poeti italiani, Torqu.tlo Tasso, ed idealizzò Eleonora mettendole in bocca parole eminentemente artistiche, generose e bolle. Nel C>.-da maestro ci fe' quasi T autopsia cadaverica del vero e del falso liberale! Nel 7.* parlò di Bellini come creatura celeste, numerò enunciando con squisito senso estetico le sue o-pere, e finì col fare in un grazioso sonetto il riepilogo di tutti gli argomenti. Uu bravo di cuore, o liberal», e generoso cittadino e poeta*, noi abbiamo ammirata (a potenza dell'ingegno che vigorosa ancora vi assiste in un! età di già avanzata. E se conosciuto eravate presso noi, le pruovc incontrastabili che ci deste I' altra sera, non potranno che farci avere in maggior pregio il vostro nome.
    Piccolo Corriere
    Quattrocchi é occupato noi macinato e non ruol saperne iella Ut atri, q di Tenda. Ha ragione. Lina occupazione cosi nrosaica nou può avere nulla «li comune con le melodie
    Questa sera tutta la cittadinanza, se il locale la foUm* con onere, si riverserebbe nel teatro per onorare madamigella De i.e-t. Moltissimi palchi er&uO già stati proti da olio giorni Ieri le sedie avevano già notte richieste Tatto fri prevedete tini sorala magnifica. Allvnt domi
    lnlan'e la Direzione e II eduzione d«*l Corriere Abruzzese offre alla gentile artista la seguente od ici uà :
    A. #
    MAH IETTA DE LEST
    La mimmolclta osulta e'I gelsomino
    In un cespuglio o fra la mòlle erbetta : Cosi tu dulia vita in sai mattino
    Ridi, Mariella.
    Splendono all' aure mattutine e quete Di soave languor 1' occidue stelle : Rifulgono così tranquille e liete,
    Tue luci belle.
    I labbri porporini apre la resa E va beando r e e e d' odore : Cosi tua bocca dolce e graziosa
    Parla d'amore.
    Ob quanto ò bella 1' onda inargentata Del lago, al raggio di eadente luaal Di quel eandore bai tu la fronte ornata Fin dalla ouna.
    Dogi* itali giardini eccelsa dote
    S jno i giacinti incarnatini e i gigli : Fiori simili a le adornan le gote
    Bianchi e vermigli. Lamenta fra lo rose in la foresta Filomela gentil 1' antico duolo : K tu cinti soave e lieta e mesta
    Quale usignuolo !
    Giovino la, la vita a te sorrise
    Dell' infida (ìaronna in sulla riva : E I Oloua col canto ti conquise
    L' anima schiva.
    Ob I sowenganli, quando al patrio suolo Tornerai, nelle care ore gioconde, Quoto, ove ali* arte dispiegasti il volo.
    Apruzie sponde.
    E ti rimembri che alle luci belle Rapita, es.a remota itala parte Vide brillare in te due vaghe stelle,
    BeltatT» ed arte # *
    #
    Annunciammo, non ha guari, la erocifissione di cinq ia *-
Testo OCR meta' inferiore della pagina

    in una Camera al sei ondo piano e limitandone V ingresso ai soli soci contribuenti;Ma essendo insorti disturbi e malumori per i deplorali molivi, il Cab inette morì dopo due anni di ra-chticn esistenza. Spellava di richiamarlo a nuova vii a, dopo dieci anni di oblio, alla lodevole iniziativa del sig. Ballista Talloni. Egli mise fuori un programma d' abbonamento, che in breve fu coverto da una ventina di firme: tracciò le norme secondo le quali il Gabinetto s rebbe retto, e stabilì un Consiglio di amministrazione di cui Egli risultava Direttore. Con questi auspici, il Gabinetto funziona benissimo da circa sette mesi in un quartino mobiliato, cui sono annesse una sala da giuoco ed una piccola biblioteca. Colà si raccogli»* il ceto civile, ed a' leciti divertimenti si alterna la lellura dei giornali, nel novero dei quali si conta il vostro Corriere Abruzzese. A proposilo del Corriere " debbo dirvi che qui è stalo letto con mollo iute-resse T assonnatissimo articolo sui nemici del Governo. Si attende con ansia la continuazione o si prevede facilmente quali saranno stigmatizzati per tali.
    Poesia estemporanea
    Il Cav. Antonio d' Auria dava giovedì a sera un'accademia di poes a estemporanea in una sala del Collegio. V' era un discreto numero di signori, nemmeno una signora, il che non fa onore al bel sesso. Furono dati molli temi, e prescelti i seguenti: 1.' Differenza fra Roma antica, quella dei Papi, e quella di Vittorio Emanuele. 2.° Chi sta meglio, un topo fra due gatti, un maialo fra due medici, oun cliente fra due avvocali? 3.° Descrivere U mmita di Guadagli oli e , eccellenza del no lineo. 4/ Leopardi e la sua idea. 5.° L'ultimo addio ili Eleonora a Tasso. 6. Il vero *l folto liberale. 7. Bellini e le sue opere. H Seniore Irelli dava inoltre un tema pai-
    iiv/vii ti ii^tuuiii iiiiu
    T IUU ,M rjnu nui, ic ,/iuuiij
    ci deste T altra serr», non potranno che farci avere in maggior pregio il vostro nome.
    Piceolo Corriere
    Quattrocchi d occupato noi macinato e non vuol saperne iella [teatri, e di Tenda. Ha ragione. Una occupazione così prosaica non può «vere nulla «li comune con le melodie belliniane.
    Intanto per questa volta facciamo senza della rassegna e non ce ne vorrete male. Avrei avuto io bensì il pensiero di farla, e, siccome io discuto lutto e tutti ed ho fede inoltre al progresso anche nella musica, cosi avrei detto con la solila schie.'16/.za il mio giudizio suir opera del Bellini. Ma poi ho pensato tra ine : io ho tanti rompicapo d'attorno; perchè prendermela ora con la numerosa e irritabile turba di classici che belano tra noi, e credono essere le melodie del eataiH'se le colonne d' Ercole della musica ? Lasciamola lì, e, per oggi, facciamo la digestione nel miglior modo possibile.
    Rimarrebbe a dire della esecuzione. Ma le prime impressioni iliIlici 1 nicn'o si shigliano. Aggiungo però che un pò di migii -raincnto si chbo nella seconda sera si nell'orchestra come nei cori. Tra gli artisti, quelli che hanno la palma sono il l'ouzelti e la sig. Ciccaglia. Si può dire che essi, da soli, sostengono tutta 1' opera, che non è delle meno facili nè delle meno faticose. Il pubblico, naturalmente, applaudisce quei bravi artisti, particolarmente It sig. Ciccaglia.
    Anche la sig. della Rocca riscuote applausi in alcuni punti.
    *
    * #
    La serata a benefìcio della banda comunale riuscì mediocre p*r popolazione, ma brillante per tatto il resto. Ho poco .-pa/.io per notare le diverse impressioni della sera. Mi limilo a dare u ia stretta di mano a quoi bravi giovinolli fratelli de Marinis e paloni , che diedero saggio del loro ingegno. Bravi davvero, bravissimo il de Marinis Clodomi-ro nella fantasia di concerto. Il lenoro Sardella ebbe applaudi nel racconto sul Bravo di Venezia.
    Finita la rappresentazione, la banda socialo accompagnò quella beneficata e solto il portico del caffè Boma si bevve e si propinò alla concordia delle due bande. Fu un gentile pensiero. Noi non solo desideriamo la concordia delle due bande, ma speriamo altresì che quella istituzione musicale abbia tutta la cura del municipio. Quale istituzione più benefica di questa che di pane a tanti gievani studiosi ? Sono quattordici i giovani che, usciti dalla nostra banda, si sono procurali una bella posizione nel neslro esercito I
    un 1. sovvengami, quando ai pavriu cuoio Tornerai, nelle care ore giocondo, Qupì-to, ove ali' arte dispiegasti il volo.
    Apruzie sponde.
    E ti rimembri che alle luci belle Rapita, e sia remota itala parte Vide brillare in le due vaghe stelle,
    Bcltade» ed arte '.... * *
    #
    Annunciammo, non ha guari, la croci fissione di cinque o-norevoli, tre in sottana curia e due in sotlana lunga. Ora si dice (e dei si dice non assumiamo alcuna responsabili là che uno dei crocesegnali, cioè un molto reverendo abb'-a rimandata al reverendo cav. Maccaferri la croce avuta, dicendo che non accetta simile roba. A noi non è dal* s.ipemc il vero; supponiamo an.ù che ciò non sia; e lo desideriamo, perchè ci dorrebbe che un prete potesse vantarsi di aver rimandala l' e norijìccnza a Chi gliela conferiva.
    ftft&mrizio Quadrio
    Ieri I1 Italia piangeva sul feretro del marchese Gino Capponi, ora si veste a lutto per 1;\ morte di un altro patriota, Maurizio Quadrio. Egli nacque in quella generosa terra di Lombardia; cospirò nel 21r preluse in San Salvarlo conte Caporale nella Compagnia di Ferrerò che fu iniziatrice della rivoluzione di Torino; poi esulò in Ispagna a difendere la costituzione e combattè al Trocadero. Riparò quindi in Francia e di qui corse in Polonia a combattere per I' indipendenza di questa e-roica nazione. Dopo la catastrofe passò in Russia e vi rimase maestro privato. Tornò da ultimo in Lombardia, ed il ritorno gli costò quattro anni di rigorosa prigionia. Fu scolaro di Mazzini, P amò come fratello e occupò tutta la sua vita per propagarne le dottrine. Ebbe fede repubblicana, potenza d' apostolo. Rispettiamola questa fede! Le pure e forti convinzioni si possono combattere, ma non mai deridere. Perciò deponiamo un fiore ed una lacrima sulla tomba dì Maurizio Quadrio; qui .taccia ogni ira di parte; come il monarchico, cosi il repubblicano deve rimpiangere un saldo ed integro carattere, un cuore aperto ai sacri entusiasmi della libertà, un precursore dell' u-nilà italiana.
    F. TAmoin.LT Direttori mponsabile