CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    guenti parole del dello magistrato Senatore Poggi :
    « Gli Ardimi notarili sono una gloria ila-liana. »
    camillo mazzoni
    DUE PAROLE AL Ni GATE
    Il Niente di Chieti si lamenta a torto della nostra aùrezza. Rilegga pacatamente il suo primo articolo sul nostro conto, e Vedrà che non fummo noi i primi ad impugnare armi poco cortesi, se può qualificarsi cosi la naturale vivezza, con cui abbiamo respinto f attacco alla dignità del giornale. Che pretendeva il Nicaie che contro chi, con ridicola baldanza, minac^ ciava di pigliare il diavolo per le corna, ce ile stessimo colle mani alla cintola ? A chi ci percuote una guancia non è nostro costume di offrire V altra. Possiamo kbene ammirare questa evangelica dottrina, ma non ci sentiamo la forza d'imitarla: lo sappia il Nicate una volta per* sempre!
    Quanto alla quistione di merito, non vogliamó rapire il campo al nostro valoroso corrispondente, che è uomo di sensi schiettamente moderati e lontano le mille miglia da coloro, cui mostra di accenna-8 re il giornale chietino. Ma non possiamo astenerci dal toglierlo di pena per noi. Creda il Nicate:per T armeggio dei partiti che ci frerrìono intorno, noi non diserteremo la bandiera dei principi moderati e degV interessi conservatori; Ma non ci sembra il caso per questo di tacere di vantaggiò stìl sistema di governo ogni gior^
    j no più prevalente. Anzi, tacendo, ci parrebbe di tradire quella causa medesima, che abbiamo in animo di difendere. Se il Nicate mette un pò la testa fuori del guscio, vedrà che non abbiamo tutto il torto. Ufi malessere profondo serpeggia nelle vene del paese e ne contamina la vita. GP intelletti più vigorosi e i caratteri più saldi né sono scossi; nè può essere altrimenti,- dove ogni fede è perduta nella giustizia del governo e nell'incorrotta autorità delle leggi. Ora perchè non dire apertamente il vero, e ingannare il potere sulle tendenze dello spirito pubblico?... Questo può accomodare agl'interessi di un prefetto o di pochi favoriti, rrta non è fatto certamente per fortificare nella coscienza universale gli ordini costituiti. Sappiamo bene che , onesta franchezza delle nostre parole ci tirerà sul capo ire potenti ed odi inestinguibili, ma non ce ne curiamo. Sacerdoti del vero, preferiamo cadere sulla, bréccia, augurando che il nostro sacrificio torni fecondò alla patria diletta. Forse un avvenire non lontano mostrerà quali siano i veri e quali gì' insidiosi amici del governo: voglia Iddio che quel giorno non s* abbia a ripetere il terribile Motto : troppo tardi l....
    Cronaca Abruzzese
    Àquila. H, Scrivono a Fanfuìla in data 17 : « lori, nelle prime ore del mattino, il paesello di Tramonti, a noi vicino, era contristato da nn grave fatto. Don Antonio Bernardini 6' era recato in chièsa a dir messa. Aveva già
    indossato una parte dei sacri paramenti disse allo scaccino che non era ancora j v> e che quindi poteva andar fuori ancori ^ poco. Questi partito, Don Bernardino si ^ in una stanza superiore, e quivi, puntato*? 0 fucile sotto il mento, fece scattare on eok che Io rese all' isiante cadavere. Il defunto ^ parroco di Tremonti; ma negli ultimi tea£<: per irregolarità trovate dall' autorità eceleti». stiea nella sua condotta, venne sospeso te come parroco che come prete. Da pochi gio^ era stato autorizzato a dir messa; ma semfej che una grande ragione di malinconia, perb smacco sofferto lo abbia spinto a togliersi h vita. »
     È partito per Firenze il Sindaco imbacci, e andrà anche in Roma per curarei-; cuni interessi della città che rappresenta. Li firma è tenuta dal sig. Avv. Centi Antonio.
    Chieti.  Leggesi nel Nicate:
    « La sera del giorno Ì6 corrente fu recitati nel teatrino del nostro Convitto nazionale bb stupenda produzione di Ferdinando Martini, intitolata  La Eiezione di un Deputato.
    La Commedia, a dir vero, ha di per sènw grandissima importanza, in quanto che ritr* a capello tutte le private passioni che soglio®-, campeggiare ed entrare in lotta per sia» circostanze; ma i valorosi alunni, che ne & stehnero le parti, ci posero tant' animo e U»^ impegno da meritare tutta V ammirazione f il plauso del numeroso e scelto uditorio e* vi fu.
    Moltissimi desiderano che la detta pn^ zione sia ripetuta un'altra volta, perchè rtff - . se ne comprenda l1 intrinseco pregio e 1'1 di cui è capace; e noi siam certi che 1» wm
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    miglia na coloro, cui mostra di accenna-* re il giornale chietino. Ma non possiamo astenerci dal toglierlo di pena per noi. Creda il Nicate:per 1 armeggio dei partiti che ci fremono intorno, noi non diserteremo la bandiera dei principi moderati e degP interessi conservatori; Ma non ci sembra il caso per questo di tacere di van-< taggio sul sistema di governo ogni gior-
    APPENDICE
    P BENEFICIATA della signorina Delest
    La séra del 19 nel Teatro comunale la signorina Maria Delest raccoglieva applaudi, fiori, corone, versi e pioggift Ir oro , Si, anché la pioggia d' oro, fenomeno abbastanza ft'ino in questo secolo più li osto fecondo di carte più o menò rnjneia;a, e, diciamolo pure, femmeno non mai pronosticato dallo stésso Barbanera, che invece per quèllà sera prevedeva tutto scuro scuro, forse per star bene col voluto colore della sua birba. La pioggia d' oro adunque scese éen-1-sa densa per opera ed inizi diva dei macchinisti sulle morbide chiome e sulle seriche, vèstiraenta della Greca Dalila.
    E se vi furono applausi è quanti, domafiJalerte sènza peritanza alle tuttora rintronale orecchie dei moltissimi che incontrerete per via, poiché non è òsager azione se affermo che quasi tutta Teramo convenne nel Tempio sacro ad Euterpe.
    La platea era gremita; i tre ordirli de' palchi pienissimi, tanto cliè in ogni palco si contenevano due o tre famiglie; il loggione poi.... oh, quanto al loggione confesso di non saper proprio trovare un' espressione adeguata a renderne esattamente la immagine se non ricorressi all' inferno..... di Dante. Era insomma, mi si passi la loòazione, una
    vera marea di carne umana, la quale pareva non sapesse fare altro che applaudire alla simpatica figlia della Garonna. Ed ebbe, multe chiamate al proscenio la sig. Delest, che (dicasi fra parentesi; sia che indossi la superba porpora di Spagna, Sia il *em lice e provocante costume di giovine'ta eHèna, sia le gramaglie dell'amante del Trovatore, è sempre avvalente e pad.otta di uria swna che strappa il cuore. Il'» da molti ripetere eh« 1* parte di Eleonora le sfa
    Cronaca Abruzzese
    Àquila.  Scrivono a Fanfulla in data 17; « lori, nelle prime ore del mattino, il paesello di Tramonti, a noi vicino, era contristato da nn greve fatto. Don Antonio Bernardini s' era recato in chiesa a dir messa. Aveva già
    circostanze; ma i valorosi alunni, che ne j» stennero le parti, ci posero tant' animo e ,$,, impegno da meritare tutta l'ammirazione^ il plauso del numeroso e scelto uditorio (U vi fu.
    Moltissimi desiderano che la detta prodi], zione sia ripetuta un'altra volta, perchè meg,j0 se ne comprenda V intrinseco pregio e l't% di cui è capace; e noi siam certi che la gen.
    assii me*l;o cho quella di regina di Spagna. C' est i«ut din.
    Dissi che vi furono fiori, corone e versi. Cennerò brevemente degli Unì e digli altri, meno delle corone, delle quali serberò sempre profondo silenzio, perchè facendo altrimenti son certo richiamerei una spiacevole rimembranza alla signorina Delest, là quale per nn Istanté tremò di vedere sciupata la sua bellissima acconciatura di Captili appunto da una corona chè altri ebbe a porle in capo.
    Che vi furono fiori ed a iosa i signori dell» platea e quelli di un palèo del proscenio vi risponderanno', con un
    I Certo orgoglio, di si, poiché molti mazzolisi piovvero sul pal-! coscenic» da quella parte, insieme a due bei Colombi, simbolo questi ultimi del candore..,, no, perchè i colombi orano stati dipinti; dirò quindi: simbolo di qualche Cosa, Chs Ani scs in ore come candore, e e'ie pur Iroppo accendeva il petto di quelli che li inviavano. Vi fureno ànehe dei rnazzolini più Consistènti, che io, coi francesi, mi permetterò , di chiamare più plroprì*mento, bowju'ls. Chiedetene AT'a Ca-, 'tildii, dama d'onore dtlla Regina. Essa infanti con squisito ! sentire, che mollo IV **ora, olTriv^ questa volta però in nome della signóra Ciciglia, un bsl bcuqaft con nastro alla sif. Ddest.
    Chiedetene purè a Sua Altezza dai castagni pH]che offriva un immenso bouquet di liguri è freschissimo cimolis adornati da nn Isr^o e lunghissimo nastra dal fondo bianco su cui i risaltavano b*n disegnati fiori ed augelli. À proposi1 <3 di questo bouqutt mi piace di raccontare, come una bella donnina, cho durante lo spettacolo io vidi ad un palco di 3.° Ordine nell' uscire da Teatro diceva al s o felicè marito o fratello che fosse: « Hai visto che bell'ombrellino quel Signore ha regalato alla prima donna? » E 1' altroì f Bello lavvere, ma Iroppo pesante. » (StorieoI)
    Ed in fine, che vi sieno stati vetsi vi sarà affermato e j dal Corriere Abruzzese , da Alcuni Giovani Teramani e I dai Coristi ed in fine da un B. D. Il pvimo ha composto , un' ode, che forse la signorina De Lest farà tradurrò nella * lingua di Beranger; i secondi hanno composto Un'ottava ebe
    10 mi asterrò dal lodare perchè il cav. d' Auria, che ne ba r' fatto altre più belle, non ha bisogno delle mie lodi;i tnttfl cioè i Ceristi hanno creduto conveniente di ammantile m, sonetto; l'ultimo infine, il B. D. ha scritto una poesia in E francese, che madamigella De Lest avrà gradita, anche perei); l'incognite autore ha avuto il pensiere di redigerla in quel-1 1' idioma che è proprio di lei, e che da lei tanto soavemenlit vien parlato.
    E giacché sono a discorrere di poesie, colgo con piacere ] 2 oceaeione di dire che le scene in versi, aventi per (itolo: j j II Trion o dell' Arte, scritte espressamente per tal rincontro! dal sig. Eugenio Cernili g i procacciarono due chiamale il proscenio, insieme all'egregio Dirottare d'orchestra sig. Orfeo Livi, che le musicava con ispirazione e con stile abbastanza purgato.
    Prima di chiudere la presente relazione gettala giù coni» Dio volle, non posso a meno di fare onorevole menzione dì due cose: in prima, più che del dono, del delicato pensieri) che ebbero i bambini dell'Asilo Infantile V. E. nell' offrire alla loro benefattrice un porta-gioie chinese; in secondo luogo del bellissimo ritratto a paslello disegnato con molta precisione e finitezza di lavoro dal giovano teramano eig. Albani e dal medesimo offerto alla signorina Do LesL Un bravo di cuore ! egregio artista; graditelo senza esitare questo min bravo, perchè parte da un labbro non uso ad adular) pessuno.
    E dopo ciò non mi rimane altro, signorina, che di nnire
    11 mio plauso a quelli assordanti della folla che 1' accompagnò a casa con fiaccole e fuochi di bengala. Non le parlo della esecuzione del Trionfo deh' Arte e del 4.° atto del Trovatore, perchè bramo di sentirli altra volta. Da bravi, dunque: se ella desidera il giudizio del Corriere, sodiifi « desiderio dì tutti che vogliono rivederla sotto le spoglie v0' luttuose della coraggiosa e fortunata (sfido io! risolve la

*' stione 1 Oliente) artista, e della infelice Eleonora.
    i * Per (hattroctbì
    itawwio *