CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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Testo OCR meta' superiore della pagina

    fortuna o a ir incarti riuscita di un puro edesc*usiyó empirismo. Rimescolio quindi e confusone che; invadono i diversi ordini dì uTic"; perplessità e indecisione che pa rinzmo ogni orgnieI attività H potere; ,e sospètti .che inquietano così Fa-nimo dei governanti come la coscienza e T onesto riposo de1 governa'».; nonne e ini dirìgi m iferrnì che mutm. mg\ la linea di condotta ga segnata ieri; doveri ed obblighi in fine, che,. troppo ia/giméute divisi tra gF impiegati, .arrecano mei'colabili danni,, e francano i manchevoli, da ogni lesponsub li*à, o, se 11 è il caso, dia ogni pena personale, \l tutto questo perchè? Perchè V mimkvsJumo, il vero, il capitale nemico sta dentro, e rode lentamente come tarlo, e P un dì più che ì1 altro viene gu ist-ndo il congegno delia macchina governativa.
    Facciamo infatti un po' di analisi: ditemi in fede vostra, non è dentro per avventura ciò che impedisce, o che, per lo meno, ritarda di mol>o le h.,ea; /Unzioni della legge? Quei che ne rappresentino V autorità, non si va'gono di essa il più delle volte come di u io strumento ah viste, di passioni e di fini al postutto personali? Le interpret trioni che sovente falsano il contenuto della stessi legge; i commenti che ne oscurano il s gnilìealo; i regolamenti òhe ne eccedono la misura; e le istruzioni che le fan d^ intorno, come l' i il tempo, c m le f ree ; che a tro sono e che rivelano, se non il contrapporsi del fatto al diritto e deli' arbitrio alla suprema regola sociale? E cotesto arbitrio non è
    prr'i fritto, in p.nìmorirsi mi_eh»§ siedono
    agitarsi dei prefetti nelT elezioni politiche e il subordinare a questo principio ogni atto dell' amministrazione, oltre al contaminare sempre più le istituzioni dello Stato, gett i il seme di profondi mc.ori, che con un po' di lievito potrebbero divampare (Dio sperda il vaticinio!) in grivi dissidi ed aperte Jotte intestine.
    IT
    Ull
    ili IcUe a 1 Garibaldi
    Era corsa voce che il gen. G ari baldi avesse accettato il dono nazionale votatogli di! Parlamento., e quella era stata raccolta d iTegregio corrispondente della Gizz Va & Italia: Ecco la smentita del generale: mi non p re tori a m 0, di de p? or a re come un uomo, cui , Italia deve tinto, giunca ai obliare sò stesso fi io a' .etno d: pubblicare lettere simili a quest i che segue:
    « Signor Direttore della G izzetta B Itali.1
    « ^"gianlo è ladro! Ladro ò bugiardo!
    « E questa unì massima storica incontestabile. in nessun tempo ha me cri io t anta applicazione quaÉ,o n questi nostri bei tempi ili miseria, di corruzioni e di suicidi.
    « Ecco perchè si stenta a credere ch° un povero diavolo non voglia bruttarsi con 100 mila Jirf» di §,ofml governativa.
    « Alludo, s;g. !Vr     « Questa menzogna è riconosciuta òggi, e vi piego di palesare il none del mentitore.
    « g. gariral
    di
    JL^j .
    BL
    IA
    ,, IT ALLE
    vir/romiTM r.\nu\i;rrHI
    tot uni Roane subjectl fa'cièog Non de est Concilinmque vietiti) fancloi^*. Non qui vi copiisque potens socia «r.;Q % * Fccdera* consilium, dextram, tua
    11 59 già batte alle porte gè , percossa dalle armi alleata, si ri p cai tetó. quadrilatero; e il nvovo rabricio
    .....cuivis impervia peci Ora culpe,
    (Juem eia tu m late fama et felici bus arai Mittit in auspicittm certi Nicaea (*} fritó
    vola coi suoi Mille a Marsala : trema di £g zia ali1 audace impresa il cuore d'Itala* il poeta commosso esclama:
    0 DI, si lacrymis dedimus, si sanguine km Immuri ! pcenasi neq'n vos dolere paratia Itali® nomen, trrpidis succurrile cceplis!
    Che forza!... ch,% tuinullo di pfc»f quel si lacrymis dedimus,
    sì saii gu ine w
    Lnmrriti poenas : e quale ansia alTinno^ » frepidis succurrile cueptis !,... Tutta inleraf' bado dei noslri dolori e l'ansia soprM»* le nostre speranze lampeggia da questi w* e T animo stanco benedice alla «.usa,cr^ risolleva, fra tanta fiacchezza morale, ai a* entusiasmi delli patria e della libo ria!
    Ma spirata nel proprio sangue la tir*** borbonica, e rimosso il principale osi** all' impresa, l'azione corre rapida al sdegnando la forma narr 'tiva,'accenna il velamo del vaticinio i li ri e noli ¦ avvenimonli del 66, in cui se ci .
    luna- delle armi, non ci fu tulli» il ^^ A^nlo dei forti, di cadere combatte^-
    N 'c m nus intorea cr^sc 'ntia sang'U** -'j Mineius et t epe fa et a do lei sua linai®4  O qui meni iris resonanli Ne re a tìur'^ . O"ot, Monaco, vadis fers nautia u
    Corpora !
Testo OCR meta' inferiore della pagina

    su i i,i. juf rii'Uqjrci» l'au.ii l'tie suvuuuu
    falsino il contenuto della sf-essa log^e; i commenti che ne oscurano il s gnilìcató; i regolamenti che ne eccedono la misura; e le istrazioni che le van p intorno, come f i il tempo, con le, f ree; che a tro sono e che rivelano, se non il contrapporsi del fatto al diritto e deli' arbitrio alla suprema regola sociale? E cotesto arbitrio non è egli forse in coloro medesimi, che siedono al timone dello Stato?
    Né m >no avversa al governo si chiarisce col suo sistem i di azione la ministratila politica delie provincie. La qutle, o affitto dimentica o ben poco sollecita della faccenda amministrativa, che è pur tanta parte di pubblico bene, ad altro non pensa e spende il suo tempo c te ala.n-mnnire (Penelope scaguratt!; le (radei laborioso ed arruffato ordito eiettorile in sostegno di candidature ofi c ali. Di qui le arti di ogni maniera (e quante non ne ha tra m mo un prefetto?) per guad ignare proseliti, e di qui pure la corruzione morale dei votanti che, o troppo timidi e ligi dei potere, si l isciano condurre dinanzi a!!1 urna come pecore matte, o peggio ancora, troppo gelosi ella propria indipendenza e troppo fucili al dispetto, trasmodalo in funere ragioni con la scelti di rompicolli, che mal provvedono ai vitali interessi della nazione. Ora il trasandare per ca'coìo una parte integrante del proprio ufficio, che è nata fatta per tutelare il benessere sociale, e il valersi dell1 altra per manomettere V esercizio libero dei di-riiti po'-ite', non è egli un andare a ritroso della coscienza pubblica e quindi del governo. che ne deve essere la più alta e solenne espressione? Certo è che il fiero
    Insculta ricavili a all' in e a ricalo dal Governo.
    « Questa menzogna , riconosciuta oiigi, e vi prego di palesare il none del mentitore.
    « G'. Garibaldi
    32IBLIOQRAFIA
    l
    AD REGEM ITALLE V1CT0KIUM IMI ANDE LEM CARMEN AL0ISI1 VINCIGUERRA
    V.
    (Vedi N. 16 anno II)
    I fati si compiono, 1 il porta ne presente j, immorl >> grandezza. Quanto fuoco, quanta altezza di p n u°ri e di aff tti nel principio del H lil»ro! Coni0 grandeggia I' immàgine dell'Eroe p, della veneranda e inulta Ombra paterna: e con ctje squisito magistero .si ado:n-brano i ir:olii 1 p-itenti sussidi avuti all' impresa ggjko nolvli figure dei Decii dei Melelli e I dfi Cam Ili! Udite, udite:
    Agpredere, H"¥oum soboles, sp^s, gloria, vindex Il ah©, cui jura hominum cui jura Deorum -Alterna ex irata marni Intanda (ledere F?torum S'Tiem dncntes pollice Pare©. Nonne iracundo. speclab s lum'ne iniquaiu ILtc lam lieta gravi foedantem litora peslem Haliti*, et aequ,a Ite'um concordiapacta inorantem? i T", le fata vocanl: monstro, forliss me regum, LTnieam co(uni s°ge,em rescinde cocenti: Hoc le Ml gio patria?, hoc rogat umbra parenls; H s mille inf°rias; luec da solatia busto, Quod èin"rom ingnillìn inanesquerecondit inultos. llic libi non D'cii desimi, fortesque Metelli; Non hic Fa br'ci us d finis inviclus et armis; Non qui venahm Romani viriule redeaiit , A Gallis; non qui lybicum domuero leonem j Scipiadcs, animiquo mares, pubesque latina,
    il veiam^ u°i vancmw i p 11 e h»»h incorro*! avvenimenti del 66, in cui se ci Iradi la f0J luna delle anni, non ci fu tolto il supremi >c«nto dei forti, di cadere combattendo;
    Nnc 1 nus interea cpe.«c knUn sanguine s^I Mincftfs et leprfacla dolel sua flumina rui's^f 0 qui menIiris reson.inli Nerea litichi, Quot, Uenace, vadis fers nantia deco'or Corpora 1
    Nè manca un mesto ricordo ai generosi; che lasciarono gloriosamente la vita nellep acque di Li ssa;
    ....Sanguineos rabidus b'.bit Adria rores : Ar;na ac membra virù.n diro sub Marte cad^nltó Relliquiasque gnis pnppes subaiergit in unrlisl , Proli dolor! Hero^s fit monstris esca marinisi I
    Forse neppure una lapide conserva la mp., moria di questi valorosi: or sentite con quanto! pc Ito tenti il poeta di stripparne il pilli all' obblio :
    Prassi ani es animie, informi vos morte peremplos , Nullùs signei honos? non ullum nou'ni servenl I Veslra locum?nulluin.miseri! legai ossas^pulcnin,, Quodlacrymismatresquerigent,cupidffiqnepo!liiB!,
    Molli giovani ital'ani, combattendo le no-] sire supreme battaglie, spirarono coi bei versi di Foscolo sulle labbra:
    E tu onore di pianto, Ellore, avrai Finché fi a sacro e lacrimato il sangue Per la patria versato !....
    Quanti non potrebbero quind'innanzi invocare il nome tuo, o m igra ti r>o Ca )p*niiit!
    Virlulis falique virum com^s, auclor f»t ausp9V Tu Dccios inter, Codru.. q le tenebis honoros.
    (') Nicxa Nizza marittima' colonia greca trae il suo noni'® dal vocabolo ntee (vittoria) u appallila com dalla :t 'r* riportale sui Ligni Non è q lindi senza un fine acco'g me'* che il poeta ricorda qaì la patria del glorioso dei UAU.