CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876 |
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¦ ' " - ¦ ann nome Se il nostro Riaire-o potrà guad ignaro alcwe oen'inala di lire non avrete sopra di voi lo benedizioni di tanti infelici? Ma, non aggiungo pi 1 verbo Conosco troppo bene il . cuoricino doliti nostre sigoore per dubitarti :ddla loro gen*-ro»iià. # m Rigua do alla risra, di coi promisi dare maggiori lof-jr-,ma ioni, so cho avvenne nella stradi di circonvalla ione ira i ca ot i N. 5 e N 6 deile Guardie Doga ali. La Guardia al N 5 accorse per difendere il compagno elio era s alt) circonda 0, e nella colla ita ione fece uso della canna del fucile sul cipo di uoo dei 12 borghesi cho si trovavano ifi rac^olii. L' au ori i giudi iaria procede per accertare il grado di responsabilità ce a pesa sulla Guardia foraneo * » mercoledì sera avvenne una luffa Ira i coristi dietro 1' palcoscenico. Il corista Cariai feri/a cuu la daga il coiopag 10 Oli vieri alla lesta, di talché tu neoussario assicurarlo alla giusti/, ia. Era tempo che i coristi venissero ad una soona di sangue In questo l ingo corso di rappresenta ioni, pochi si son salvali degli artisti. Kuy^itlas si avvelena, Don Guritino viene ucciso In duello, Do 1 Salinaio infilzato alibi reni. Lecconi alla tortora, ia Gilda amma >ata. Domani moni la òìgn^riua Le- leot. Ora rimine a morire.... ter ridere........ la signora d 'ila iiouc*. io ia prego di sacrificarsi presto suil' altare... deli' arte, perche, nou co se mi spiego, il car iè ale è agii sgoccioli. Dopo di lei, farò appello ad una rappre-eatjiua ili professori d' orchestra. * * * Ricevo e pubblico: Stima isiimt) Sig. Direttore Ho 1 et io i'ni un » periodico del £9 corrente, e nell' Vppen-dicc « La beneficiala della signorina Dulosi » si parla'a io fine del ritratto a pitelo dona 0 all' lisi aia Sigaoriaa. .Sola ad onor del ero le fu conoscere, efee de.io ri ira to, /atto dal nostro amico Albani era però anche donato dai signori Giovanni Thaulero e Tornando Gaspari, i quali fin dal principio se ne ereno iuipeg iati. De idererei q lindi si f c,§lc nolo che il d »no veniva fatto d». delti gio- a , e solo perchè, essendo a conoscenza del pubblico e della gentil signorina Do'est tal fatto, i sudeili signori vorrobbrro a fare una lìgi* » tati' altra che da galantuomini. Ho 1' onore di ri 'erirla. Mi inetto in perlustrazione in cerei di una mascherina, di una. .. ma non facciamo nomi per cari 1 invece tre -ma -diillc due farfallette, belline dav ero (siginone P,;, ebe imi dà il seguente ballettino: « Saiede elice, per no i<'ac'e potessimo aleggiare intorno al vostre capo. " Naturaliom» e . iio svengo; gli amici chiamin> il omeriere etn preci razione; vengo portatu al buffet. y<1gg» a'vic'nanmsi erta /('U, che sola si aggirava in im, enelrobile mistero Voleva commuovermi di nuovo, ma sveuturatauien'e., io mangia a una cotoletta 1 Ma. ecco qui le Jiaj'r. ne sono qtiaUro (signore a . F., D I M. e signorini A.), costume boi iieito e ben eseg'iito. Mi accingo a farmi strologare, ed e*s« ini prufeitiz/ano che io ¦do rò inerire idropico... per amore Si minaccia una ter a cum-jnozione: ba-'o tosto un bicchier di p t.te champagne. ervo un' 1 alia unita ( ig. 0.', precnd .ta dalla gìusli-xia che non è q iella del precidente Li eie (-ig Si} eseguila .dalla Storia signorina B.J. L' ui.ica ma che a a ali go ici, perciò merita una speciale me.uione - Ed eco due Z ne ars (signore P. e D.,: cos urne fre co c b^n in ci^attere: vorrai far loro leggere nel mio av/enire, ma mi ritiene hi minaccia di un' altra idropisia. - Guardi un pò quelle Jtòa/im (sig mre D - A, K, F. e signorina F.j non li .-embrana proprio arrivale da qualche colonia 0 d illt midre-,») m ? - E guarda ora quella Spagnola signorina D-M.i e q el Pa gio (aig. P.) che non fa edar mai il suo vi etti? E gii uo-mi.ii? Non ti embra un bel costuma qielh del i'ou'e de Gtiicke (Acquaviva, ? £ qoel cos.urna spagnuole fi. De Carolis; che cosi ti ha f it.o? i ona l'uni e meszo: comincia il débili. . senra li marcia reale 11 Giury (tre utimini e tre signore! g iarda e osserva le mascherine con la stessa irn or an*a di Bor.apar-e dopo la bot aglia delle piramidi. Compiuta q ies(a fimione, bi ugna aggiudicare il premio che consiste in un b l servizio da cìffj in argènto cri to hlc. Il Gi iry vien ' chiamato in a^emb'ea. Dov'è la Camera di con iglio? Ec^.la, mi si ri-ponde, in un cappello I Infatti, vegg1 gli onòce-oli mem-b i che si slanciano in un cappello a c li udrò nel f. i>do di cui vengono sor fggia'i le Farfalle le Maghe, le Zingare e il Paggio. La sorte favorì quest' ultimo. Non so se il Giary sia contorco d 11' opera sua. So b^na però che a pochi è pi'aouto q icl giudizio, tant' è era che io ho a uto l'incarico di giudiea'e lo stesso Gi rv Ep- e ò ri 1-nito il Coniglio dei passeri e udite le ! estimo nian-e a cai ice e arliscirico, coni arèsa q, ièlla del Presidenl c del oi^ino u-di;o il P. M. Gallina, semita la difesa ufficiosa dell av S'estimile che si rimette alla giustizia del Presidente, viene e-messo il seg tenie tardetto : Conside andò due il Gi n-v a tnrln ha mÌmmb i |
Se ci fossi* s >1 » q iest' ultima parte, non si ìovrebbe eppure aspettar lem pò per andare a teatro. Come fare a non ri .dire q el sup rb > ed i in mori,-de idillio che il Verdi ha cea Isaia mvsiria crealo e che i due bravi ar'is i eseguirà no baìie ? lo vi attendo perciò a lealro e con m iggior ?-ie-re adendo le sigaore, per icéhè li signore son come la ciliege, una lira a se le ni!re e spccialmeaic gli altri. * «* Secando s^ffì^tto. Q i poi «ii trovo imbroglialo, perche non so come enarrici ire. Cora? c mi» ci are ? Ah:... Ricorro all' antefatto, col peri-ciò -inc.'t; di dire c »se che tu!ti sanao. a et' a si pere d inqne che l'impresa, non ostante lo rei > della Do Milizipne e dell' i.os » sjo segretario, non naviga . in b one acq ie. Lo *apr u'.ef Lo sapca'e? direbbe qui Ruy-Hlas. Ori, non sarebb? con veni mi le di saldarla o, meglio, avvicinarli alla rada per qa nt > pi i sia po sib le ? A me pire c'iè sì, e Ij sl.es f, hanno pensalo i D'pitai le i frali. Si fa ì turerò mi rappresenti ione a totale benefìcio dell' impresa, cioè di latto il corpo artistico, il c ii budget è spi eggiato Cr«ne q i -Ilo dello Sla'o italiano La sera di I medi è d >. lo credo eh " li ci tadiiiaua de'e ri pondero a q 'es'o tppallì) Abbi imo avuto un Imgi corso di iwpprésen a im.i c-n >in corpo ar istico diccelo. (.'è un deficit nel bilancio; £6 chi n >n cercare di dim n iirl ? 0 iuq ie anr; e qiisijin* d icord ). Lunedi, me l, a teatro: I' Eleonora e I'Azucena vi attendono. # # * Te~?o * ffi .'io . e poi bi^ta. Lunedi i. m-'.zo alla pia/za si sor'eggicà "iw Ini feria a b' it d > «w ale del Lieo erodi mendic: à per iniziativa della 5., it a b r hesè. l'er ora a imi p-emo'di a te e gli og?cli fut li lo eia Olà vanno in già ale ine Comna-sioni di»i-g»>r> pftr race igNerli Si acce «a tulio. Signore e sig lorino, ut « t '«* ui f ì//ol."(l » Scarnalo, un peline che hi loccilo l» f ; re ice bi judo o neve, un natrocho a và circondalo , ri ù^nciij, un giuoeailulo, un libro, ^ìa p ire ca eotto, a» mtei&tle fia ti tnq <« ins inui i, roanda.flo alla Cornimene étm fffcleda qdfc*!' up^ra di carili. un uiiui lari ero te r.o conoscsre, ctee de.lo fìsra'tò, fallo dal nostro ainio Albani era però anche d malo dit signori Giovanni Thaolero e Tommaio Gaspari, i qaali ftp , dal principio se no arino impegnali. De idererci q lindi si f coisti nolo che il d ino veniva fallo da doni giova i, e solo perchè, essendo a é.inpocen'.a del p ubblico e della gentil signorina [)o'est. lai fallo, i sudeiti signori vorrebbrro a fare una lìgji'a latt'altro cho da gilan-luomini. Uo l] onore di ri erirla. Tr.amo "23 febb.aia l£76. S«o devotissimo T. G. * j* * La sera del 23 fu smarrito un portafogli di pelle di bul-ga^o di, c I »r rosso con niello d' oro intorno che chindesi eon fei miglio d' aec aio ohi !' avesse rin venato e lo portasse completo all' ufficio di q lesto giornale avrebbe la mancia di lire 25. All'ili im' nSffh-iirA (Ballo masqué al Ccsinn) Erano le 11 i'i gì» #di A 1' ore in o jì i rom«n 'i* i fanno dare all' amin'e lo -ca'.fi a al gie.4ino, ai con;iorfi;i la salita del cas ello, agli sputi nella luna di miele 1 **in itod'an-d u e a letto. 11 Cielo era stellalo, motivo per cui i lampioni ardevano ^er non rischiarare. Tuli'aln o al Casino, ove un'onda dì luce vi ab'«;lia. E aro qiando si balla il primo wall er, e (rovo degli Adami in f,ak~jja.i, Ira cai il siadaco d'rGi dia con la croce dei SS. Mauri/io e Lar/.aio, delle Ève véi?f.ose ira nastri, fiori, talles, b'on. es Irasparenlis ime colori seducenti, un Eliso insomma di creature am ibi li aug diche.... anclie q tando mingi ino un gez/>6 di pas iccio lo, c>l mio cuoi o malleabile, non avrei sipa'o. Paride no'elio , a chi olTiire a:n eo poni , E gli occhi? Abl gli occhi, che sono il mio deb de,, dardeggia ano con la for/a di Ìt>0 cavalli, il o.niouico Petra ca che teneva sempre si rassomigliava a m?l . ) un sospiro ed una lag ima in saccoccia per la sua Laura, avrebbe dello : Non fur giammii veduti si b'gli occhi 0 no la nostra Giade 0 ne' prim' armi Cb« ei slruggon eosl com' il Sol neve. cui vengono sor eggia'i le Farfalle le Maghe» le Zingare e il Paggio. La sorte favorì quesl' ultimo. Non so se il Giiry sia con te nTo d 11' opera sua. So bene però che a pochi è piaciuto q iel gi adi zio, tariti' è ero c'.ie io ho a 11 to l' incarico di « lo slesso Gi ry Ep^e.ò ri 1- 11 ilo il Con iglio dei passeri e udite le leslimonianse a calicò e adiecirico, compresa q ella del Presidente del Calino, u-di 0 il P. M. Gallina, semita la difesa ufficiosa dell av-, Yel-tim ile che si rimette alla giustizia del Presidente, viene e-messo il seg'-ente verdello: Conside andò che il Gi iry a torlo ha dimenticato gli uomini .... perché uomini ; Considerando £lie gualche mascherina non avrebbe di uto enlrare iicll'urna p rchè quel coiiuiniì non aveva altro che un po' il' eleganza; Coi>ià«fval« c'm il Gi i v ha volilo imitare Pila 0 isbà si la a le inani e I' on Sebis i.ini che se ne va via dada Ccai'ra quando si darebbe -ot ire c miro il minisi :ru ; Còfìeiderando che le -igno'-e, anche mascherate, non si mei U Co e l'.erando che le signore facenti parie del Giary hanno sem r« le circostanze ale manti; Vis i e non Vis ti gii articoli I e 2 del Codice Val ela-penca; CCN')ANMAaiO Gli onorevoli membri delGiory a mangiare sempre prpi'e sino alla prima domenica di Qu ire ima, e le on rev ili if.eai-b 0 a guardale i loro Colleglli nei prossimi papeii.ti banchetti. il Pi e si dente LUI ECHI DELLA PROVINCIA Da Fano Adriano sarivp il s'g. G. B. Nisii: « N"l N. 11 (M Corriere Abruzzese, da Lei rgrogia ìKJile dir'Ilo, si donandava eh' pa-lo spese di quel fuoco ben nutrito di fucilate, fatto ad ofjgm del Sindaco di Fano 4-driano. Fino ad ora n uno np ha d ilo risposti; e perciò mi voggo coslrMto darla io, che amo togliere di mozzo qua!ch° senso ambiguo; ed è q 11 e sia: Ne han pagale le spese ludi quei cìllndini, che si dilettarono alirar ? arili ib 11 già te. Mi pare che non vi sa nulla ih Aliale. Se altri poi Le avesss moslrato luce ;V! " per lanterne, ai'Tilorobbe coiupatimento, perchè mosso da fini, che è bello lisciare ia t penna. » Le sarò grato se avrà la coni] iicen/.a cFin , se il re nel suo accreditaci giornale queste po-, che parole. » F. Taffiobelli D4reltoro responsabile \ |