CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Rapita dai quo sii pensieri, sembra levarsi ad aure purissime la fantasia del po°ta, quando, con sollile magistero raccolto il volo, si posa sulla impresa del XV Settembre, augurando al mondo con mistiche parole che la caduta ilei principato c'vil» dei papi restauri la fortuna d1 Italia e purifichi la fede di C ri-alo :
    Quo faroi'? BB13 vpi'«>x praecordla Phoebus: Praesc u<« ardor inest. Vindex assurgel Achillea, Trojse foedifr.ig:3 veteres qui dirupi arces; Noe sicra jura tori vio'arit inultus adulter, Cujus Hym Mi Ihalamo faustum non sternuit omen, J£t cui dividuos numquam concessil amores.
    Piccolo Corriere
    U Carnevale volg^ al termini?. Al're due rappre enfazioni 6 poi il 'eatro si chi de. Ai ri tra gi >rni, e poi le nos're signore rimarono nel fondo ile* bauli le mascherine e gli abi i, to to ì q iali è loro penne so una vétta all' anno di uscire di sole per li cit à. Atiri duo -eglioni, e poi addio bill5, addio cene, addio q l'Ile ciré intimità ehe si stringono nei. bicchiere dell' aini ci ia eie b io della conversazione.
    Dtinq e* D inq'ie, mie care don ine, non vi fee prendere dalla mali' conia in q:'e li uh'ini giorni. Che cosa è la vii* senta un pò di spensierato-/.a e di buon unnre? Che cosa è U vita, sen-.a aggiungere, comi? rrrse lo Sterne, un
    filo alla trama di està uie-liante nn sorriso?
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    Ecco il programma per qresta gora a bène^cio d^lla signora icciglii. Ver i e egiita la Beatrice, tranne il 2° quadra. N-gP intelaili verrinno eseguiti i seguenti pezzi! 1. Ca 'a ina della Traviata per 1'' bcncTcatu ; 2. Concerto Mr     Se ci fosse solo q »est' ultima parte, non si dovrebbe ep-pnre Hspe'tar lerapo per andare a teatro. Come fare a non ri adire q el sup ri» » ed immorsile idillio che il Verdi ha con ta'nta nn"s(ria crealo e che i due bra i ar is i eseguiranno bene? lo vi a'tcndo perciò a teatro e con maggior
    ¦ ' " - ¦ ann nome
    Se il nostro Riaire-o potrà guad ignaro alcwe oen'inala di lire non avrete sopra di voi lo benedizioni di tanti infelici? Ma, non aggiungo pi 1 verbo Conosco troppo bene il . cuoricino doliti nostre sigoore per dubitarti :ddla loro gen*-ro»iià.
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     m
    Rigua do alla risra, di coi promisi dare maggiori lof-jr-,ma ioni, so cho avvenne nella stradi di circonvalla ione ira i ca ot i N. 5 e N 6 deile Guardie Doga ali. La Guardia al N 5 accorse per difendere il compagno elio era s alt) circonda 0, e nella colla ita ione fece uso della canna del fucile sul cipo di uoo dei 12 borghesi cho si trovavano ifi rac^olii. L' au ori i giudi iaria procede per accertare il grado
    di responsabilità ce a pesa sulla Guardia foraneo
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     »
    mercoledì sera avvenne una luffa Ira i coristi dietro 1' palcoscenico. Il corista Cariai feri/a cuu la daga il coiopag 10 Oli vieri alla lesta, di talché tu neoussario assicurarlo alla giusti/, ia.
    Era tempo che i coristi venissero ad una soona di sangue In questo l ingo corso di rappresenta ioni, pochi si son salvali degli artisti. Kuy^itlas si avvelena, Don Guritino viene ucciso In duello, Do 1 Salinaio infilzato alibi reni. Lecconi alla tortora, ia Gilda amma >ata. Domani moni la òìgn^riua Le-
    leot. Ora rimine a morire.... ter ridere........ la signora d 'ila
    iiouc*. io ia prego di sacrificarsi presto suil' altare... deli' arte, perche, nou co se mi spiego, il car iè ale è agii sgoccioli.
    Dopo di lei, farò appello ad una rappre-eatjiua ili professori d' orchestra.
    * * *
    Ricevo e pubblico:
    Stima isiimt) Sig. Direttore
    Ho 1 et io i'ni un » periodico del £9 corrente, e nell' Vppen-dicc « La beneficiala della signorina Dulosi » si parla'a io fine del ritratto a pitelo dona 0 all' lisi aia Sigaoriaa.
    .Sola ad onor del ero le fu conoscere, efee de.io ri ira to, /atto dal nostro amico Albani era però anche donato dai signori Giovanni Thaulero e Tornando Gaspari, i quali fin dal principio se ne ereno iuipeg iati.
    De idererei q lindi si f c,§lc nolo che il d »no veniva fatto d». delti gio- a , e solo perchè, essendo a conoscenza del pubblico e della gentil signorina Do'est tal fatto, i sudeili signori vorrobbrro a fare una lìgi* » tati' altra che da galantuomini.
    Ho 1' onore di ri 'erirla.
    Mi inetto in perlustrazione in cerei di una mascherina, di una. .. ma non facciamo nomi per cari 1 invece tre -ma -diillc due farfallette, belline dav ero (siginone P,;, ebe imi dà il seguente ballettino: « Saiede elice, per no i<'ac'e potessimo aleggiare intorno al vostre capo. " Naturaliom» e . iio svengo; gli amici chiamin> il omeriere etn preci razione; vengo portatu al buffet. y<1gg» a'vic'nanmsi erta /('U, che sola si aggirava in im, enelrobile mistero Voleva commuovermi di nuovo, ma sveuturatauien'e., io mangia a una cotoletta 1
    Ma. ecco qui le Jiaj'r. ne sono qtiaUro (signore a . F., D I M. e signorini A.), costume boi iieito e ben eseg'iito. Mi accingo a farmi strologare, ed e*s« ini prufeitiz/ano che io ¦do rò inerire idropico... per amore Si minaccia una ter a cum-jnozione: ba-'o tosto un bicchier di p t.te champagne.
    ervo un' 1 alia unita ( ig. 0.', precnd .ta dalla gìusli-xia che non è q iella del precidente Li eie (-ig Si} eseguila .dalla Storia signorina B.J. L' ui.ica ma che a a ali go ici, perciò merita una speciale me.uione - Ed eco due Z ne ars (signore P. e D.,: cos urne fre co c b^n in ci^attere: vorrai far loro leggere nel mio av/enire, ma mi ritiene hi minaccia di un' altra idropisia. - Guardi un pò quelle Jtòa/im (sig mre D - A, K, F. e signorina F.j non li .-embrana proprio arrivale da qualche colonia 0 d illt midre-,») m ? - E guarda ora quella Spagnola signorina D-M.i e q el Pa gio (aig. P.) che non fa edar mai il suo vi etti? E gii uo-mi.ii? Non ti embra un bel costuma qielh del i'ou'e de Gtiicke (Acquaviva, ? £ qoel cos.urna spagnuole fi. De Carolis; che cosi ti ha f it.o?
    i ona l'uni e meszo: comincia il débili. . senra li marcia reale 11 Giury (tre utimini e tre signore! g iarda e osserva le mascherine con la stessa irn or an*a di Bor.apar-e dopo la bot aglia delle piramidi. Compiuta q ies(a fimione, bi ugna aggiudicare il premio che consiste in un b l servizio da cìffj in argènto cri to hlc. Il Gi iry vien ' chiamato in a^emb'ea. Dov'è la Camera di con iglio? Ec^.la, mi si ri-ponde, in un cappello I Infatti, vegg1 gli onòce-oli mem-b i che si slanciano in un cappello a c li udrò nel f. i>do di cui vengono sor fggia'i le Farfalle le Maghe, le Zingare e il Paggio. La sorte favorì quest' ultimo.
    Non so se il Giary sia contorco d 11' opera sua. So b^na però che a pochi è pi'aouto q icl giudizio, tant' è era che io ho a uto l'incarico di giudiea'e lo stesso Gi rv Ep- e ò ri 1-nito il Coniglio dei passeri e udite le ! estimo nian-e a cai ice e arliscirico, coni arèsa q, ièlla del Presidenl c del oi^ino u-di;o il P. M. Gallina, semita la difesa ufficiosa dell av S'estimile che si rimette alla giustizia del Presidente, viene e-messo il seg tenie tardetto :
    Conside andò due il Gi n-v a tnrln ha mÌmmb i
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         slr naea;ale di Corno siili" opera Ut Bollo in Maschera per »? pr.«f G \alorani; 3 d ìcHo Lu Isa Miller pe' coniug' f.ic-catlii e p.in».e'ti, ott i rm raminjhi e poveri, rie! M. Vérdi.
    Se ci fossi* s >1 » q iest' ultima parte, non si ìovrebbe eppure aspettar lem pò per andare a teatro. Come fare a non ri .dire q el sup rb > ed i in mori,-de idillio che il Verdi ha cea Isaia mvsiria crealo e che i due bravi ar'is i eseguirà no baìie ? lo vi attendo perciò a lealro e con m iggior ?-ie-re adendo le sigaore, per icéhè li signore son come
    la ciliege, una lira a se le ni!re e spccialmeaic gli altri.
    * «*
    Secando s^ffì^tto.
    Q i poi «ii trovo imbroglialo, perche non so come enarrici ire.
    Cora? c mi» ci are ? Ah:... Ricorro all' antefatto, col peri-ciò -inc.'t; di dire c »se che tu!ti sanao.
    a et' a si pere d inqne che l'impresa, non ostante lo rei > della Do Milizipne e dell' i.os » sjo segretario, non naviga . in b one acq ie.
    Lo *apr u'.ef Lo sapca'e? direbbe qui Ruy-Hlas.
    Ori, non sarebb? con veni mi le di saldarla o, meglio, avvicinarli alla rada per qa nt > pi i sia po sib le ? A me pire c'iè sì, e Ij sl.es f, hanno pensalo i D'pitai le i frali. Si fa ì turerò mi rappresenti ione a totale benefìcio dell' impresa, cioè di latto il corpo artistico, il c ii budget è spi eggiato Cr«ne q i -Ilo dello Sla'o italiano La sera di I medi è d >. e riprovano.
    lo credo eh " li ci tadiiiaua de'e ri pondero a q 'es'o tppallì) Abbi imo avuto un Imgi corso di iwpprésen a im.i c-n >in corpo ar istico diccelo. (.'è un deficit nel bilancio; £6 chi n >n cercare di dim n iirl ?
    0 iuq ie anr; e qiisijin* d icord ). Lunedi, me l, a teatro: I' Eleonora e I'Azucena vi attendono.
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    Te~?o * ffi .'io . e poi bi^ta.
    Lunedi i. m-'.zo alla pia/za si sor'eggicà "iw Ini feria a b' it d > «w ale del Lieo erodi mendic: à per iniziativa della 5., it a b r hesè. l'er ora a imi p-emo'di a te e gli og?cli fut li lo eia Olà vanno in già ale ine Comna-sioni di»i-g»>r> pftr race igNerli Si acce «a tulio. Signore e sig lorino, ut « t '«* ui f ì//ol."(l » Scarnalo, un peline che hi loccilo l» f ; re ice bi judo o neve, un natrocho a và circondalo , ri ù^nciij, un giuoeailulo, un libro, ^ìa p ire ca eotto, a» mtei&tle fia ti tnq <« ins inui i, roanda.flo alla Cornimene étm fffcleda qdfc*!' up^ra di carili.
    un uiiui lari ero te r.o conoscsre, ctee de.lo fìsra'tò, fallo dal nostro ainio Albani era però anche d malo dit signori Giovanni Thaolero e Tommaio Gaspari, i qaali ftp , dal principio se no arino impegnali.
    De idererci q lindi si f coisti nolo che il d ino veniva fallo da doni giova i, e solo perchè, essendo a é.inpocen'.a del p ubblico e della gentil signorina [)o'est. lai fallo, i sudeiti signori vorrebbrro a fare una lìgji'a latt'altro cho da gilan-luomini.
    Uo l] onore di ri erirla.
    Tr.amo "23 febb.aia l£76.
    S«o devotissimo T. G.
    * j* *
    La sera del 23 fu smarrito un portafogli di pelle di bul-ga^o di, c I »r rosso con niello d' oro intorno che chindesi eon fei miglio d' aec aio ohi !' avesse rin venato e lo portasse completo all' ufficio di q lesto giornale avrebbe la mancia di lire 25.
    All'ili im'     * «
    nSffh-iirA
    (Ballo masqué al Ccsinn)
    Erano le 11 i'i gì» #di A 1' ore in o jì i rom«n 'i* i fanno dare all' amin'e lo -ca'.fi a al gie.4ino, ai con;iorfi;i la salita del cas ello, agli sputi nella luna di miele 1 **in itod'an-d u e a letto. 11 Cielo era stellalo, motivo per cui i lampioni ardevano ^er non rischiarare. Tuli'aln o al Casino, ove un'onda dì luce vi ab'«;lia. E aro qiando si balla il primo wall er, e (rovo degli Adami in f,ak~jja.i, Ira cai il siadaco d'rGi dia con la croce dei SS. Mauri/io e Lar/.aio, delle Ève véi?f.ose ira nastri, fiori, talles, b'on. es Irasparenlis ime colori seducenti, un Eliso insomma di creature am ibi li aug diche.... anclie q tando mingi ino un gez/>6 di pas iccio lo, c>l mio cuoi o malleabile, non avrei sipa'o. Paride no'elio , a chi olTiire a:n eo poni , E gli occhi? Abl gli occhi, che sono il mio deb de,, dardeggia ano con la for/a di Ìt>0 cavalli, il o.niouico Petra ca che teneva sempre si rassomigliava a m?l . ) un sospiro ed una lag ima in saccoccia per la sua Laura, avrebbe dello :
    Non fur giammii veduti si b'gli occhi 0 no la nostra Giade 0 ne' prim' armi Cb« ei slruggon eosl com' il Sol neve.
    cui vengono sor eggia'i le Farfalle le Maghe» le Zingare e il Paggio. La sorte favorì quesl' ultimo.
    Non so se il Giiry sia con te nTo d 11' opera sua. So bene però che a pochi è piaciuto q iel gi adi zio, tariti' è ero c'.ie io ho a 11 to l' incarico di « lo slesso Gi ry Ep^e.ò ri 1-
    11 ilo il Con iglio dei passeri e udite le leslimonianse a calicò e adiecirico, compresa q ella del Presidente del Calino, u-di 0 il P. M. Gallina, semita la difesa ufficiosa dell av-, Yel-tim ile che si rimette alla giustizia del Presidente, viene e-messo il seg'-ente verdello:
    Conside andò che il Gi iry a torlo ha dimenticato gli uomini .... perché uomini ;
    Considerando £lie gualche mascherina non avrebbe di uto enlrare iicll'urna p rchè quel coiiuiniì non aveva altro che un po' il' eleganza;
    Coi>ià«fval« c'm il Gi i v ha volilo imitare Pila 0 isbà si la a le inani e I' on Sebis i.ini che se ne va via dada Ccai'ra quando si darebbe -ot ire c miro il minisi :ru ;
    Còfìeiderando che le -igno'-e, anche mascherate, non si mei U mai nel fondo del cappello ;
    Co e l'.erando che le signore facenti parie del Giary hanno sem r« le circostanze ale manti;
    Vis i e non Vis ti gii articoli I e 2 del Codice Val ela-penca;
    CCN')ANMAaiO
    Gli onorevoli membri delGiory a mangiare sempre prpi'e sino alla prima domenica di Qu ire ima, e le on rev ili if.eai-b 0 a guardale i loro Colleglli nei prossimi papeii.ti banchetti.
    il Pi e si dente LUI
    ECHI DELLA PROVINCIA
    Da Fano Adriano sarivp il s'g. G. B. Nisii: « N"l N. 11 (M Corriere Abruzzese, da Lei rgrogia ìKJile dir'Ilo, si donandava eh' pa-lo spese di quel fuoco ben nutrito di fucilate, fatto ad ofjgm del Sindaco di Fano 4-driano. Fino ad ora n uno np ha d ilo risposti; e perciò mi voggo coslrMto darla io, che amo togliere di mozzo qua!ch° senso ambiguo; ed è q 11 e sia: Ne han pagale le spese ludi quei cìllndini, che si dilettarono alirar ? arili ib 11 già te. Mi pare che non vi sa nulla ih Aliale. Se altri poi Le avesss moslrato luce ;V! " per lanterne, ai'Tilorobbe coiupatimento, perchè mosso da fini, che è bello lisciare ia t penna. »
    Le sarò grato se avrà la coni] iicen/.a cFin , se il re nel suo accreditaci giornale queste po-, che parole. »
    F. Taffiobelli D4reltoro responsabile
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