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Però, meno con le parole, ma con la libera spontaneità del mio voto, ho dimostrato e dimostrerò nella Camera finché vi rimanga, che mostrato come sono stalo sempre, non ho T attitudine di piegarmi così facilmente alle pure esigenze di partito; ma voto come I' anima mi della. E se V. S. volesse prendersi la pena di riscontrare i resoconti parlamentari, si convincerebbe che questa soltanto è la verità. Giudichi ognuno, come meglio gli piaccia dal suo punto di vista tale mia condotto; io non posso a meno .di seguire gl'impulsi del mio animo; e sono sicuro che ciò mi darà sempre drillo al rispetto di tutti, lasciandomi ognora tranquilla la coscienza ed intatta la reputazione presso le persone oneste di essere un uomo che sente vivamente ciò che gli pare il proprio dovere, ed è contento soltanto nella ferma volontà di sostenerlo.
Ella intanto, egregio Sig. Direttore, vorrà avere la bontà di pubblicare tale mia lettera nel numero più prossimo del suo giornale, e «li creda con sensi di perfettissima stima
Di V. S. Devotissimo Luigi Db Orecchio
Bellante 22 Febbraio 1876.
Signor Direttore
Nel N. 15 del bravo Corriere Abruzzese, ho letto una corrispondenza da Bellante, la quale facendosi a tessere la storia del come nacque, mori e risorse un Cabine:to di Lettura, ne dava solo a me la principale iniziativa, ed il pregio di rivederlo vivo. Son grato e ringrazio di cuore T articolista della manifestaziono di affetto e delle lusinghiere parole al mio riguardo; ma
sempre ad ogni appello; e finalmente il teatro e la detestiti acuta hanno tenuto desta ed ilare la vita carnevalesca.
Forse domani o posdomani cominceranno le dolenti note... dei sarti, dei calzolai ec. ec.; ma coleste son bazzecole che i signori mariti sapranno superare negli uffici della Banca nazionale, la quale aprirà le grandi ali della sua bombriniana misericord.a.
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Ecco la lettera del sig. Cernili, che promisi nell' ultimo numero: i medici la chiamerebbero un calmante.
Pregiatissimo sig- Direttole
In seguito del precedènte «emanicalo del giorno 19 corrente. ricorro anche oggi alla sua cortesia pregandola a pubblicare nel prossimo numero V operato del Giury destinato al conferimento del premio alla migliore maschera o mascherala, giusta la ricordata circolare di questa presidenza nella gran festa di ballo in maschera data ieri sera nel " Casino.
Ometto parlare dell' oggetto destinato a premio, che per essere stato esposto durante tutta la festa è ad ognuno ben nolo.
Dirò invece che costituito fin dall'aprirsi della festa il Giury di N. 3 signore, e 3 soci del Casino, esso addiveniva tosto ad un minuto ed attento esame delle singole maschere, e complessivo delle diverse mascherate, e costumi ; dal quale esame il Giury quasi uuanime, emetteva il seguente giudizio:
Essere cioè 1. la mascherata raffigurante due Zingare (signore l'alma e Dotlorelli) 2. mascherata raffigurarne diverse Maghe (signore Tanzi, Arcieri, De Marco) 3. coppia di farfalle (signorine Ferrajoli) 4. paggio (incognito) condotte tutte a tal segi.o di brio di eleganza e di ricchezza da porre veramente nell* imbarazz'o pel giudizio di preferenza, avvegnaché se poteva dirsi che qualcuna prevalesse sulle altre per una delle suaccannate doti, non poteva sconoscersi il primato delle alire, per le altre doti.
Per le quali considerazioni il Giury stabiliva di afGdare alla sorte il decidere sul conferimento del premio, e pose in un' urna 4 cartelli pel sorteggio, divisi coi seguenti appellativi: Maghe, Zingare, Farfalle, Paggio; la sorte toccò a I que.-a' ultimo al quale in fatto si attribuì il premio.
Da ciò conseguita, che sebbene non premiate le altre 3 maschere indicale di sopra incontrarono il plauso del Giury I e di tutti gì' intervenuti, e furono giudicate pari nel merito
Che n' è del maestro Lombardi? Questa é Lt fi*. , che mi fanno molti. Io ho trovala la ri*po»la mi giornale di Ariano. Ecco come ne parta nella Isa r?-,-,^
Ricordate voi quel maestro di mugica della hmfa cale di Avellino, quel Lombardi, nipote forse di qg^f j. nonico Lombardi di Afrola, tanto celebre nella scienza listica, o meglio nell'arte di sapere provvedere di ,r » di Dio la sua cantina e la dispensa? Seve! ricirdalé, «f maestro Lombardi venne qui l'anno scorso con vu'ìm fe D. Facilone e da Spaccamonti e firmò un contratto m s». stro Municipio per presiedere alla Direzione di quella ha& cittadina In uno o due giorni che fu qui a spe*? dei fo. : ni une mangiò bene, bevve meglio: promise mari e pel riordinamento della banda; non so quante euèé fare é disiare con una prontezza e un' aria di eoli^ia» (ulta sua: si l'è anticipare tulio un mentile, eoa aa é y, per recarsi a Napoli a fare accomodare alcuni strumenti hf sarono otto giorni e poi altrettanti e por f al tri e altri: d si scrive, non si ha risposta mai. Cbe eoa' è? domanda fltf domanda là, il Lombardi aveva commesso la più bricconata cbe uomo possa pensare, la truffa di cesto lire al municipio di Ariano.
Ora ci viene assicurato che questa sua abilità gica 1' ha messa in atto simigliantemenlc nella città diì'-ramo. Evviva il maestro Lombardi! e tu, o Teramo, «segnati come si rassegnò Ariano: Aver compagno al inolitela pena.
Ieri sera, la rappresentazione del Trovatore.
Scrivo sotto le impressioni della prima rappreseoUi-* le quali sono più che tristi. Quauroechi ne farà la nel numero prossimo, si perchè il giornale anticipa li 'J stampa di un ghrno, sì perchè spera che si tolgano li t3"* tezze e gli errori, soliti a commettersi quando si ha
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raggio, o meglio l' audacia di andare in scena oopa F^ pruove in fretta e furia.
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aiynor utreiivrc
Nel N. 15 del bravo Corriere Abruzzese, ho Ietto una corrispondenza da Bellante, la quale facendosi a tessere la storia del come nacque, mori e risorse un Gabinetto di Lettura, ne dava solo a me la principale iniziativa, ed il pregio di rivederlo vivo. Son gralo e ringrazio di cuore T articolista della manìfestaziono di affetto e delle lusinghiere parole al mio riguardo; ma siccome è senlire dell'animo mio che la lode , ed il biasimo, meritato o per piccoli fatti o per grandi sia dato e ripartito giustamente, cosi non posso appropriarmi il vanto ed arrogarmi il merito tutto io, giacché meco cooperarono alla buona riuscita I' egregio Ing. Distrettuale sig. del Bue e f inlelligenlissimo nostro maestro Comunale sig. Nicola Urbani, anzi fu di questi due il primo e lodevole pensiero di far risorgere un1 istituzione, che se modestissima per le sue proporzioni limitale, pur molto ne vantaggia un paese ed onora.
La prego dunque, sig. Direttore, a voler stampare nel prossimo numero queste mie poche parole ehe ho sentilo dovere di scrivere, , e perdonare se il nostro Gabinetto di Lettura per due volle abb'a dov'Ho occupare un posto nel valentissimo suo Giornale.
Con sensi di stima mi professo
Suo devotissimo Battista Tattom
Piccolo Corriere
Questa volta, s), che è finito il Carnevale. Io 9ono estremamente desolato. Stamane, per tempo, sono andato a prender le ceneri Le mie palpebre erano ancora semichiuse, ed appena ho potuto udire la solita anlifona, che son polvere " d in polvere ritornerò. Ragion di più, ho pensato subito, di prendermi la vita co in' è.
gufisi' anno la nostra città ha presentato moltiplici divertimenti. Il Casino, ove tino alla notte scorsa sic ballato; la j Società borghese che domenica a sera tenne un veglione che > poteva riuccire; la ci tadina-nza che ha risposto !
gnaehè se poteva dirsi che qualcuna prevalesse sulle altre per una delle suaccennate doti, non poteva sconoscersi il primato delle alire, per le altre doti.
Per le quali considera/ioni il Giury stabiliva di afGdare alla sorle il decidere sul conferimento del premio, e pose in un' urna ì cartelli pel sorteggio, divisi coi seguenti appellativi: Maglie, Zingare, Farfalle, Paggio; la sorte toccò a que.-t' ultimo al quale in fatto si attribuì il premio.
Da ciò conseguita, che sebbene non premiate le altre 3 maschere indicale di sopra incontrarono il plauso del Giurv e di lutti gl'intervenuti, e furono giudicate pari nel merito a quella che ebbe la ventura di guadagnare il premio.
Cosi del pari furono enunciati i costumi: conte di Guiche (Acquaviva) Convenzionale (l'rinzivalli) Errico III (De Carolis) , perchè eseguiti c m straordinaria ricchezza e gusto squisito.
Non potrei senza sorpassare i limiti assegnati ad una ! lettera dire di tutte le altre bellissime maschere che si distinsero nella festa. Ma ne passo giudizio, non senza attestare che. esse sorpassarono di gran lunga 1' aspettativa e contribuirono a rendere brillante ed animato il trattenimento, e corrisposero mirabilmente alle viste della Direzione.
Mi pregi» rassegnarmi
Devotissime servo CERULLI - Presidente
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Mando il mio biglietto da visita alla signora Prinzivalli (1' incognito ed ora cognito Paggio;, per il gentile pensiero di j essersi ricordata dell' Asilo infantile, donandogli il premio toccatole in sorte.
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La sera di sabato in teatro,x al atto della Beatrice avvenne (in alterco tra un Sergente del Distretto militare od un giovine di Notaresco. Il primo provocò il secondo mediante modi inurbini, che mostrarono esser lui non piena- ! mente in sè. So elio fu mandato tosto agli arresti di rigore, j e il lenente Colonnello ha promesso all'offeso di dargli j ogni sodisfattone," ma mi assicurano che il sergente predetto ;
fu listo ieri passeggiare per il corso.
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Ilo qui sul tavolo una lettera.... di chi?.... ve la do per mille.... di Pappone, al secolo Pietro de Flammineis, il quale dà un addio solenne ai papponi edalle papponette teramane. Me 1' hanno portala oggi in cui veggo dal mio ufficio girare molti caproni per le vie della città,, e ne prendo nota, perchè, naturalmente, merita ogni riguardo un Uomo (virgola) che, al dir di lui, ha « la coscienza di aver fallo quanto era in lui per contribuire ai privati passatempi, allo pubbliche allegrie. >»
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pruove in fretta e furia. C vi
Per debito di cronista noto che 1' Azucena (sig. Ciccagli,, nal fu appi audii issi tn a nell' a solo del 1. atto, e fu bissalo il d,,^ to del 4. alto tra Eleonora (signorina Delest) e il coni»/
Luna (baritono Ponzotti). " I s,a'
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Eco del veglione della Società borghese. Un marito aveva Anito dopo lunga fatica a persn^ la sua dolcissima metà ad andare a letto, mentr' egli sifJi cava alta festa, sciolto dalle catene coniugali. E a notare^ e, costui ha il pizzicore della gelosia, ma non per ciò tralasci»- vif di andare dietro a qualche avventura.
Ora, mentr' egli, infilato in una coda di rondine, sognai . ^ qualche servetta che gli facesse una moina, vede passareij. nanzi e sè una mascherina sotto il braccio di nn maschero!)» ^' e da quella si senie chiamare per nome. fei
Naturalmente, squadra su per giù la mascherina, e Yefy ahi! cosa orrenda, la sottana di sua moglie. Eran le 2 dopo mezzanotte, e il vino aveva già riscaldata 1' atmosfera, m il nostro ometto sputava bile dalla bocca. Sua moglie l'avtft] sa tradito, supponeva già la sua fronle incoronata, il juq noma'. ce messo alla berlina. La mascherina ripassa e lenta nascondersi, al ma egli la pedina con la benevola intenzione di prenderla per jjj il collo. Forse aveva pur9 alcun dubbio sulla realtà della così, ma anche questo vien dileguato, avendo riconosciuto il bua-
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letto con le cifre della moglie traditrice. Allora il nostro 0- es lei lo diventa furioso, galoppa versola seconda corsia, equlii/ Li raggiunge la coppia mascherata. Afferra la mascherina per darle una lezione coniugale, mi, che cosa? ., il mascheroni) jp. non sapendo i vincoli che legano la sua compagna col srgtior» in cravatta biinca, invia u.i pugno nello stornici) di cosmi " si accinge a regalargliene un ajlro. e
La colluttazione minaccia di prendere le più Iargho prò'K' porzioni, quando la mascherina, accorgendosi che tulio si ba- .. sava in un equivoco, si toglie la maschera.... c lascia scargnB il suo viso... di lavandaia. I
La pretesa Dcsdemona non era chela sua lavandini S[ la quale aveva usato della sottana e del fazzoletto, rif 1 venuti nel fardello della lingeria. %
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F. Taffiofelli Direttore responsabile
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