CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    NOSTRA CORRISPONDENZA
    Genova 28 Fobbraio 1876
    Se male non mi appongo, in una delle mie corrispondenze panni di avervi promesso di scrivervi qualche cosa intorno allo stalo finanziario di questo nostro municipio. Eccomi adunque senz' altri preamboli al fatto.
    Il municipio di Genova versa in gravi angustie. Fino dal dicembre 1871 quella Giunta municipale fece noto al Consiglio con una lunga relazione, lo stato poco lieto delle civiche finanze. E il Sindaco nel dicembre 1873, e nello scorso luglio il regio Delegato straordinario, alla prima adunanza del nuovo Consiglio, mise ancora più in rilievo questo slato deplorabile. Ecco in poche parole la verità delle cifre. Le entrate tutte, comprese le straordinarie, del municipio, arrivano appena a nove milioni f anno. Le spese, comprese anche le straordinarie, ammontano a otto milioni e duecento mila lire. Con le rimanenti ottocento mila, più la sovrimposta ridotta ornai a poche centinaia di mila lire, devesi fare fronte a tante annualità per interessi ed estinzione di deb ti, che senza contarvi il contributo per la ferrovia del S. Gottardo, oltrepassano tre inilhni e cinquecento mila lire alle spese per i grandi lavori pubblici già deliberati e in corso d'esecuzione; al rimborso delle quote inesigibili agli Esattori; alle quote inesig:bili risultanti dalla depurazione degli antichi residui attivi; e ai disavanzi degli E-sercizi 1873-1874; per le quali spese occorrono in complesso tanti stanziamenti in Bilancio per tre milioni e cinquecento mila lire circa.
    Pertanto a confermare cotesto enorme e-squilibrio fra le entrate e le spese venne il Bilancio del 1873 in cui la deficienza fu di 4 milioni e trecento novanta mila lire; quello del 1874 in cui la deficienza 4 milioni 319,667; e finalmente quello del 1875 in cui la deficienza salì a I, 744, 094, 52: deficienza che nel
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    zio sullo zucchero, il carbone, il caffè, le granaglie, la crusca e il latte; e furono tassale ex novo le ortaglie e le frutte fresche, i funghi, , avena, la ghiaia ecc. Dagli aumenti di tasse credesi ricavare lire 172,000, e dai nuovi dazi lire 178, 000, portando un totale di lire 350, 000. ,, Fu deliberato di ricorrere alla Deputazione Provinciale per ottenere il permesso di eccedere il limite massimo della sovrimposta locale. Nel 1870 la nostra sovrimposta oltrepassava lire 1,200,000. La legge 11 agosto 1870 colpì gravemente il Comune nostro. Questa sovraimposta nel Bilancio del 1871 fu ridotta a lire 700, 000; in quello del 1875 discese a lire 525, 000 circa; nell1 altro del 1876 discenderà a lire 369,000; e in quello del 1877 sarà ridotto a lire 2l2. 000 circa. 6.° Fu deliberala la vendita di tanti beni slabili municipali per lire 924, 780, e di tante aree fabbricabili per lire 639,963. 7.° Finalmente un nuovo imprestito; e questo fu già pubblicato per venti milioni di lire, del quale vi mando l'istruzione a stampa. Questi sono i provvedimenti presi dall' attuale Giunta approvati dal Consiglio per sistemare le civiche finanze ed avviarsi al necessario pareggiamento delle entrate colle spese, indipendentemente dalle economie che possono ancora farsi nelle spese ordinarie e dalla sospensione nella esecuzione dei grandi lavori pubblici. La gravità dei medesimi non v' ha nessuno che voglia negarla : ina imperiose circostanze li consigliarono. È fino dal 1871 che si vide il male essere grave, ma non vi si è mai posto rimedio; si spese troppo e. con poca maturità di consiglio; ora è venuto il tempo di arrestarci onde scongiurare il pericolo che il male s'aggravi e diventi irrimediabile. Ah! quanto sarebbe meglio che Governo e Municipi pensassero seriamente a ciò che fanno; che il tempo di aggravare poi i loro amministrati con balzelli insopportabili viene pur troppo, e il peggio è che rende il vivere penoso e difficile.
    J. A. O.
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    cenno nel foglio precedente. Innanzi trailo non si tratterebbe di un sergente, ma di un furiere ; poi non sarebbe provato 1' estremo della semiebbrezza ; infine non sarebbe e~ satlo che il sig. Tenente - colonnello avesse promesso tic et simpliciter la punizione del manchevole, che poi non avrebbe avuto luogo. La verità invece è questa; che il sig. Tenente - colonnello all' offeso e ad un suo amico, che il mattine seguente si recarono da lui a dolersi del fatto, dichiarandogli cho due genliluumini della città gli avrebbero attestata la verità delle cose esposte promise che, udita la sud-delta dichiarazione e persuaso della colpa del furiere, non avrebbe mancato di pigliarne la debita punizione; ma che avendo aspettata più giorni 1' accennata dichiarazione, non
    si crcdò in obbligo di dare ulteriore sfugo all'incidente,
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    Giovedì ultimo, certo Federico Mancini, suicidavasi gettandosi in un pozzo di Vincenzo Morganti fuori porla S, Giorgio. Egli da tempo meditava sì truce proposito, avvegnaché altra volta avesse tentato di farla finita con sò stesso.
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    La sera di giovedì partiva per il manicomio di Pesaro il gcnlile poeta dei nostri Abruai, Ludovico de Angelus. Ae-compagnavalo, con la pietà dell' amico, il Cav. Settimio Costantini.
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    Al fatto deplorevole di Carlo Anaslasi, accennato nei numeri precedenti, dobbiamo oggi aggiungerne un altro anche più grave. Certo Andrea Padella, conladino proprietario, risanando sere dietro in Città pel vicolello S. Stefano, fu bruscamente format) e perquisito da una guardia doganale ivi di poste, che e a visibilmente ubriaco. Seguitone nn vivo alterco ed accorse altre guardie, il Panella fu preso e condono nella caserma della finanza ai Cappuccini. Perquisito di nuovo e trovato inerme, alla presenza del brigadiere dell» finanza non che di quello di P. S., che per caso si trova.» colà, ordinarono che fosse condotto nella caserma della P. S Discese appena le scala, eccoti uu diluvio di pugni e calci addosso al mal capitalo: che sottrattosi a s'.enti c gridando forte - aiulj aiuto, po ù a gran fatica risalire le scale, e ricoverarsi sotto la protezione del brigadiere. Era lauto pealo e pieno di sangue, che lo stesso brigadiere, mosso a compassione, cominciò a medicargli le ferite. Però nessun castigo, a quanlo so ne sappia, è stalo inflitto alle guardie, che così vilmente abusarono del loro potere. Sappiamo che " stata sporta querela per 1' arresto arbitrario e i mal ini-. lamenti patiti, e cho il potere giudiziario procede. Godiamo
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    circa.
    Pertanto a confermare cotesto enorme e-rquilibrio fra le entrale e le spese venne il Bilancio del 1873 in cui la deficienza fu di 4 milioni e trecento novanta mila lire; quello del 1871 in cui la deficienza l milioni 349,067; e final/nenie quello del 1875 in cui la deficienza salì a 4, 744, 094, 52: deficienza che nel Bilancio del 1876 sarà di gran lunga maggiore perchè si avrà una minore entrata di lire 156 mila circa pei centesimi addizionali dalle provincie passate allo Stato; vi sarà una spesa maggiore di L. 284,640 per gl' interessi dell' imprestilo contratto l'anno passato; e si dovrà stanziare, se non tutta, una gran parte almeno della somma necessaria per rimborsare le quote inesigibili agli Esattori, e per supplire al e altre quote inesigibili e ai disavanzi degli Esercizi 1873-74.
    A porre un riparo a tanta jattura furono deliberali alcuni provvedimenti finanziari, i quali sono i seguenti: 1.° La consolidazione del débito fluttuante. II debito fluttuante deliberalo per colmare le deficienze dei tre Bilanci 1873-74-75 ascende a lire 13,843, 761 2.° La conversione del deb'lo ammorlizzabile anteriore al 1849 in cons didato al 5 0,0. Questo d >bilo in cartelle del valore nominale di lire 2000 che fruttano il 4 OjO al 1 gennaio 1876 fu ridotto a lire 4,374, 000, e continuando I'ammortizzazione sarà estinto nel 1885. Per questo debito ogni anno fra interessi e ammortizzazione b sogna stanziare lire 638,298, 23, operando la conversione suddetta sarà ridotta questa spesa a lire 218, 700. 3.° La riforma del sistema tributario, cioè introducendo r uniformità delle lasse in tutte le nuove frazioni del Comune, e dei Comuni annessi. Ma la lassa più importante che si stabilì in tutto il Comune fu quella sul valore locativo. Onesta è assai grave essendo qui i filli g'à troppo alti più che in veruna delle alire città del regno. Da questa tassa si presume un prodotto di lire 450, 000. Aggiungendo a questa le altre tasse da imporsi a tulio 'il Comune, cioè sugli esercizi e sulle rivendite, sulle vetture e domestici, sul be-it e sui cmi. fra tutte e cinque si spera ricavarne lire 780, 000. L° La riforma del si-*iètt»k -Uz ano. QueMa riforma aumentò il da- J
    starci onde scongiurare il pericolo che il male s'aggravi e diventi irrimediabile. Ah! quanto sarebbe meglio che Governo e Municipi pensassero seriamente a ciò che fanno; che il tempo di aggravare poi i loro amministrati con balzelli insopportabili viene pur troppo, e il peggio è che rende il vivere penoso e difficile.
    J. A. 0.
    Piccolo Corriere
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    Mi credeva eh " fosse finito il carnevale, ma, a quanto , pare, c' è un ultimo sgocciolo. Il nostro Quattrocchi, insieme al biondo Sardolla, si è ficcato in mente di fare il carne-talune secondo i riti ambrosiani. La Prefettura 1' ha par-messo, e per domani e' organizzerà qualche mascherata e la banda suono à in piazza.
    filando si tratta di non sbadigliare, io ci sto sempre, perchè lo sbadiglio è la noia dell'anima. Adunque, facciamo anche questa. Riguardo poi alle pene dell' inforno, che il predicato-.e del Duomo, mandato da Dio, com'egli dice, minaccia a noi poveri peccatori, vi assicuro io che Dio, e per esso il suo rappresentante Monsignor Milella, è misericordioso più di quello che si crede. D' altronde ci sono altri 40 giorni e in tutto questo tempo i miei lettori ed io saremo più penitenti di un certosino e più candidi dell'anima del sindaco di Teramo.
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    Oh! a proposito, so parecchie novellette riguardanti l'amministrazione comunale. Per esempio, mi hanno detto che il Sindaco non firma nessun certificato di buona condotta senza 1' informazione del parroco.
    lo rispetto e ni' inchino profondamente innanzi agli scrupoli del sig. Crucioli, anzi attendo che nella processione del Corpus Domini lo si vegga colla torcia in mano.
    Clic la torcia non sia tanto lunga , perchè si potrebbe dire che il sindaeo di Teramo sia più corto di una torcia.
    I maligni ci sono sempre nél inondo, o bisogna sempre
    prevenirli. É un allo di baona ed oculata amministrazione.
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    La nostra succursale della P»anca nazionale ha concesso in questi giorni lire trecento da distribuirsi ai poveri della cillà.
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    Dietco amichevoli informazioni forniteci da persona degnissima di fede siamo in debito di rettificare alcune circostanze di fatto circa 1' alleroo avvenuto 1' altra sera in i lòatro tra u» militare td un borghese, del quale facemmo
    Discese appena le scale eccoti un diluvio di pugni e calci addosso al mal capila'o: che sottrattosi a slenii c gridando forte - aiut j aiuto, pò è a gran fatica risalirò le scale, e ricoverarsi sotto la prolezione del brigadiere. Era tanto pesto e pieno di sangue, che lo stesso brigadiere, mosso a compassione, cominciò a medicargli le ferile. Però nessun castigo, a quanlo se ne sappia, è stato inflitto alle guardie, che così vilmente abusarono del loro polere. Sappiamo che è stala sporta querela per 11 arresto arbitrario e i mal trat-> lamenti palili, e che il patere giudiziario procede. Godiamo intanto che al Pannella sia stala accordala, eon lodevole sollecitudine. la libertà provvisoria.
    Nostre informazioni
    Ci scrivano da Ortona in data 1. Marzo:
    La città è sotto la più penosa impressione.. Alcune barche peschereccie, parlile al 24 da Pescara furono colte presso Ortona da venti nord-nord-est, delle quali una naufragò miseramente. Tre marinai furono rinvenuti più morti che vivi, ma si spera di salvarli; ma dieci della ciurma sono pariti, chi prima, chi dopo d1 essere slati raccolti sul lido.
    La Società operaia hi iniziato una sottoscrizione a favore delle famiglie degli estinti; la carità cittadina non verrà meno in tanto lutto.
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    Ci scrivono da Chicli 2 corrente :-
    11 Provveditore agli studi cav. de Nicolai*, già traslocato a Foggia, è partito per Vasto e Lanciano onde visitarvi quei Ginnasi. Esse sona le ultime ispezioni che deve fare per incarico del Ministero della Pubblica istruzione. Non si hanno buone notizie sui seminari abruzzesi ed ascolani. Secondo il Niente, quelli di Aquila, di Atri e di Fermo sono i migliori, gli altri difettano di buoni insegnanti e di buone classi ginnasiali. Si spera che l1 on. Bonghi voglia
    rimediare a tanla jattura.
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    Intorno al nostro Convitto nazionale corrono voci che al certo feriscono il buon andamento di un Istituto. Pria di raccoglierle o propalarle, perchè ci si ponga rimedio, facciamo appello alla solerzia del Consiglio amministrativo che regge il Convitto.
    F. Taffiobelli Direttore responsahtf*