CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Anno II
    Mercoledì S Marzo 18TB
    IV. SO
    PREZZI D* ABBONAMENTO
    Anno . . LO
    Semestre . ¦ 3
    Trimestre. > 8
    u nasse . » 1,25
    Per 1' Ester» aumento delle spese puntali
    Un nomero separato cent. Il-
    POLITICO-LETTERARIO
    Ksce il M®rcoledì e il Sabato IIM TERAMO
    La Direzione ed Amministrazione sono provvisoriamente presso ia Tipografia del giornale
    Inserzione in 4a pagina cent. 1D per linea lunghezza di colonna - In 3a pagina eeut. 15 - Per più inserzioni si fa une sconto - Le lettere affrancate e vaglia pestali debbono essere diretti all' ufficio del Corriere Abruzzese in Teramo.
    Aon si restituiscono i manoscritti.
    Lunedì scorso si riaprirono le Camere, i-naugurandosi la seconda Sessione della presente Legislatura col discorso della Corona. In altra parte del giornale ifnostri lettori troveranno il testo preciso del discorso pronunciato da S. M. il Re, e noi ci riserbiamo altresì di giudicarlo secondo che ci detta l'animo nostro.
    Priafdella riapertura, il Ministero provvide alla nomina dei Senatori. Noi abbiamo parlato più volte di questo fatto, e non vogliamo ripetere cose già dette. Notiamo soltanto che la stampa accolse con molta riserva le nomine testé falle, avvegnacchè es-set siano tali da non risanguare quel corpo vitalizio del Parlamento italiano. La Gazzetta piemontese le ha giudicate cosi: « poehi soli degli eletti sono distinti per servizi resi al paese, per altezza cP ingegno e per profondi studi); gli altri saranno brava gente,
    nm fi Asta
    e il valore delle questioni che vi saranno proposte, e perT atteggiamento che le presunte e presumibili variazioni negl'intendimenti onde, sino dal conte di Cavour, fu inspirato il Governo, imporranno forse ai nostri amici.
    « Essi del resto non possono essere imbarazzati nel loro contegno. Uftinii^i d' ordine, uomini di governo, uomini fedeli alla libertà, non devono se non rimanere conseguenti a sò stessi.
    « Non possono ammettere proposta alcuna che tenda ad esagerare la ingerenza dello Stato, o a restringere di soverchio la spontaneità e la operosità della iniziativa citta-? dina, e a soffocare lo svolgimento economico, del paese sotto il gravame d' imposte eccessive o nelle reti di qru fiscalità vessatrice e taccagna.
    « L'unità della patria è.compiuta e costituita; Io spettro del fallimento è dileguato;
    ira nnrtantn min ASflrfiitar.fi ormai
    no in gran parte i piccoli comuni,, non vi resta ohe opprimere le grosse città chiudendole in un cerchio di ferro. Cosi mentre meniamo il superbo vanto di avere aperte alla libera concorrenza le porte d'Italia, non possiamo rientrare in casa senza enormi fastidi ed impedimenti. Ma ciò non basta: oltre il divario capitale fra i comuni chiusi e gli aperti, non minori sproporzioni si osservano fra gli stessi comuni chiusi, Non diremo ,delle norme labilissime seguito nella rinnovazione dei canoni dalla Direzione generale delle gabelle; nè come si raccomandasse, peniamo, a Siena ciò che s'interdiceva in A-sooli Piceno; o come i princìpi adottati nelP Ascolano non valessero più un fico invocali dai comuni dei Teramano: vale a dire come una legge, cattiva in sè, fosse resa anche peggiore dai pessimi esecutori e divenisse strumento di partito. 1 nostri lettori non possono avere dimenticato ©oli quanta indegnità i comuni foresi di una provincia, vicina furono gettati, lueii*
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    trslè falle, avvegnacchè esse siano tali da non , malignare quel corpo vitalizio del Parlamento italiano. La Gazzetta piemontese le ha giudicate cosi: « pochi soli degli eletti sono distìnti per servizi resi al paese, per altezza d* ingegno e per profondi studi); gli altri saranno brava gente, ma non sortono affatto dalla più modesta me-r , diocrità. Con tali elementi non s'inalza il prestigio della Camera vitalizia. » Il Diritto trova Ira i nuovi eletti un grosso contingente di mag^ giori censiti. « Essi hanno quel sommo dei ! meriti di possedere qualche milione, ed a questo devono principalmente Sonore d'esser chiamati alla Camera vitalizia. Ma sono quasi tutti troppo vecchi d' anni e più d' anima. Hanno passato il secolo e ben pochi son noti per a-Ter dato pruove di operosità straordinaria. » Lo stesso giornale si rallegra poi col1 Ministero, per la parsimonia usata nello eleggere dei pubblici funzionari (3 su 24 neo-senatori), ma si accorda con coloro che lamentano essersi usato poco riguardo alla scienza.
    Dal Senato passando alla Camera elettiva, Tediamo un insolito movimento in diversi grappi di deputati. Ma là dove si prepara una resistenza vigorosa al Ministero, è in Toscana. I deputati di questa regione, teneri sempre dei mini steri, si sono ormai troppo, avanzati nel campo dell1 opposizione per potere Ritirarsi fa-f morendo il Gabinetto ehe è ora padrone della [ cosa pubblica..Rappresentante di questo gruppo, per solilo audace ed; intelligente, è la Nrnwne I che da parecchio tempo non fa altro che pun-I zeeehiare il ministero Minghetfci. L1 altro ieri j dava ai tuoi aderenti Y ultima parola d'ordine, I # li infervorava a mantenerla.
    « La Se**ione parlamentare (secondo il detto I fWMle; che «i aprirà il 6 marzo prossimo 1 »và di ima gravità tutta speciale per Y indole
    taneità e la operosità della iniziativa citta-r dina, e a soffocare lo svolgimento economicol del paese sotto il gravame d1 imposte eccessive o nelle reti di i*na fiscalità vessatrice e taccagna.
    « L'unità della patria è compiei^ e costituita; lo spettro del fallimento è dileguato; nessuna pressura pertanto può esercitare ormai J su di loro, nessun sacrifìcio domandare o il pensiero di un lembo d'Italia da riacquistare, o il dovere di far fronte agi1 impegni d'onore presi con chi aveva avuto fiducia in noi e nel -nostro avvenne.
    «Tutte le cure adesso ha^o(da volgersialle ©«pere di questi ultimi sedici anni, per migliorarla, correggerla, riordinarla, perfezionarla, affinchè risponda sempre meglio ai suoi intenti, e sempre più sia tenuta in pregio dalle popolazioni. »
    Sotto tali auspici si preparano i lavori parlamentari, nè noi celiamo esser questi di gron~ dissima importanza, per l1 avvenire del nostro paese.
    La presidenza del Senato è cosi costituita: Conte Giuseppe Pasolini presidente, Com. Buia*, Com. de Filjppo, Cora, Tabarrini, e principe Francesco Pallavicini vice-presidenti.
    I NEMICI DEL GOVERNO
    IV:
    I dazi interni di consumo sono'un'altra fonte di arbitri e con essi di mala contentezza. Perduto il carattere d* imposta essenzialmente locale e sussidiaria, seno divenuti ingiusti e gravosi oltre ogni misura. Nè poteva essere altrimenti. Quando dovete spremere un1 ottantina di milioni da una imposizione, che non ha criteri stabili di applicazione, e a cui sfuggo-
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    neir Ascolano non valessero più un fico invocali dai comuni dei Teramano: vale a dire come una legge, cattiva in sè, fosse resa anche peggiore dai pessimi esecutori e divenisse strumento di partito. I nostri lettori non possono avere dimenticato ©oli quanta indegnità i comuni foresi di una provincia, vicina furono gettati, facile pasto, nelle gole di rapaci speculatori. Ma valga qer tutti F esempio del Comune di Teramo. Elevato il canone a lire 77,000 dopo la legge111 agosto 1870, il comune, dopo avere indarno reclamato, coi migliori intendimenti mantenne il dàzio e si mise alla prova; ma non tardò guari ad accorgersi che il earico impostogli superava Me proprie forze contributive, massime colle tariffe di quel tempo, .che per T estrema penuria delle annate succedute al 1872 non si avea il coraggio di elevare. Sulle basi pertanto del censimento del 1871, che raffrontato a quella del decennio anteriore dava in mena fa popolazione accentrata alla città di 874 abitanti, e di uno studio comparativo accuratissimo colle città vicine, inoltrò domanda al Ministero per un ragionevole disgravio. Da questo stadio risultava ebe mentre noi pagavamo per questo titolo lira 8, 85 per capov Ascoli - Piceno pagava lire 7, 04, Aquila lire f, 36 e Chieti lire 5v 58: e che d'altra parte, mentre la sola Teramo, colla popolazione accentrata di 8699 abitanti (potendo eontarsì assai scarsamente per questa imposta nel contributo del contado), pagava lire 77,000; tutti insieme ì 37 comuni del circondario, con una popolazione generale di 122,146 abitanti non contribuivano che L. 51,4i( Or bene^ dinanzi a dati di fatto di tanta evidenza credete voi che al comune si rendesse giustizia ? Udite! lvon. Sella, che allora reggeva il dicastero delle finanze, con quel sottile discernimento, che nessuno gli nega, in un lungo colloquio a-vuto col sindaco di quel tempo, compre-