CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Anno II.
    Sabato 11 Marzo 1667
    IM. 21
    PREZZI D' ABBONAMENTO
    Anno fctueslro Trimestre. Od mese .
    L. 9 » 5 » 3 » 1.23
    iirn
    Par Y Estero aumento dello spese postali
    Un numero separato ceot. 10
    Esce il Mercoledì e il Sabato IN TERAMO
    La Direzione ed Amministrazione sono provvisoiii/m     Inserzione in 4a pagina Geni. 10 per linei lunghezza di colonna - In t* pagina oeut. 15 - Per più in-.erzioni si fa uno seonlo - Lo Ietterò affrancate e vaglia postali debbono essere diretti all' uIDcio del Corriere Abruzzese in Teramo.
    Non si restituiscono i manoscritti.
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    La politica della settimana
    Le elrzioni francesi continuano ad essere favorevoli alla forma di governo repubblicano. Una splendida votazione si ebbe il duca Dé-cazes, uno dei ministri liberali del presento gabinetto. Non ostante ciò, la crisi ministeriale non è ancora finita, ed un telegramma ci avverte essere stata aggiornata sino alla costituzione (Infinitiva degli uffizi, la quale avverrà nella prossima settimana. Il perchè di questo aggiornamento rilevasi dalla poca volontà che ha il maresciallo d' entrare nelle idee del cóntro sinistro con risolutezza e senza sottintesi, Eglfi spera di trovare un certo appoggio nel: Senato. D'altra parte, se stiamo alle informazioni dell 'Opinion nalionale,rìè Dufaure jjò Périer si son potuti accordare nelle linee direttive che dovrebbero guidare il nuovo ministero. Prevedesi poro come certo, cho molti
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    In Egitto s'è creata una nuova Banca, nella quale ciascuna potenza fu invitala a ho mirare un commissario amministrativo. Disraeli annunciava non ha guari al Parlamento brittan-nico essersi rifiutato a venire a tale nomina. La ragione di ciò è d' uopo rintracciarla nel-V antiveggenza che hanno gì1 inglesi di non accettare uffizi che un giorno o 1' altro possono condurli tra le pastoje di una responsabilità politica e finanziaria.
    Gravi malversazioni e corruzioni vengono segnalato dagli Stali Uniti. La repubblicana Unione non è dammeno in ciò alla monarchica Italia.
    SI aspettazione era grande per il discorso d' apertura della presente sessione. Poche sessioni si preparavano così laboriose, così piene d'avvenimenti, quanto
    
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    gio troppo vaga, troppo ormai ripetuta per essere accettata senza benefìcio d'inventario.
    nella parte finanziaria il discorso della Corona fu una completa delusione, che cosa diremo delle altre questioni sfiorate dal labbro reale? Non è la prima volta che sentiamo ri potere il bisogno di provvedere alla marina; ma che cosa s' è l'atto finora ? Che cosa ha ritratto il ministero della marina dilla vendita delle navi ehe ci costarono centinaia di milioni ? Quali provvedimenti furon presi per mettere il nostro naviglio al livello degli altri ? Fortunati noi, se la questione d' Oriente continua ad essere assopita!
    A taluni è sembrata una ben grave mancanza il silenzio tenuto riguardo alia questione ecclesiastica, A noi invoco sembra un atto di studiata prudenza, il Vaticano, ora specialmente che ha perduto ogni speranza in Francia ed in Spagna. invano cercherebbe di turbare F ordine del giovine Stato eretto sullo sue mine.
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    tintesi. Egli spera di trovare un certo appoggio nel Sonato. D'altra parte,'ss stiamo alle informazioni dell' Opinion nationale, nè Dufaure JiO Pórier si son potuti accordare nelle linee direttive che dovrebbero guidare il Moto ministero. Prevedasi però come certo, cho molti Prefetti daranno conciati per le feste.
    La fine del Cartismo é stata salutata con gioia da quanti amano la prosperità dei^popoli fratelli e il progresso dell' idea liberale. Don Carlos, con l'aria di spavaldo che fu il carattere vero e costante della sua missione militare, salutò i suoi soldati, non che il popolo che non aveva avuto la dabbenaggine di darsi nelle suo braccia. Ora egli è sotto altro cielo e avrà molto a meditare sul sangue inutilmente sparso.e pulle vittorie fallite, non ostante l'aiuto invocato di Dio e le simpatie del Vicario di lui.
    Ora è mestieri cho il governo di Don Alfonso si metta risolutamente all' opera di riordinamento morale e materiale della Spagna. S'incomincia già a ridurre 1' esercito: bisognerà poi spazzare la Spagna da quella gente , che è vissuta finora in una educazione che non è più la nostra, con principii che oggi sarebbero letali alla civiltà europea.
    GÌ* insorti dell' Erzegovina sono entrati in trattative col Barone Rodic rappresentante dell' Austria. Un telegramma da Ragusa annunciava le pretese degl' insorti che il Rodic non avrebbe potuto accettare. Ma da ulteriori notizie ri leverei) b òsi che gì' insorti si contentarono anche semplicemente della cessazione delle ostilità. Non sappiamo se ciò possa concedersi, avvegnacchè si riconoscerebbe ne-gr UiÉorii il diritto di guerra. In ogni caso, T essiere scesi a trattative significa che le con-0kmm dogr insorti non sono tanto floride in patito momento.
    v..< vu Atalia.
    L* aspettazione era grande per il discorso d' apertura della presènte sessione. Poche sessioni si preparavano così laboriose, così piene d' avvenimenti, quanto questa che era prevenuta da una agitazione viva dei diversi gruppi parlamentari, Quest' aspettazione è in parte delusa ora che ha parlato il Capo dello Stato. La sua parola, quanto augusta, altrettanto fu scolorita. Non facciamo questione di forma. Ciò che a noi spiace in quel discorso è la mancanza di un alto concetto polìtico, dal quale trasparisse l'importanza che andrebbero a prendere i prossimi lavori parlamentari. L'unico gravo problema che addita al Parlamento è il riscatto delle ferrovie. L1 unica notizia importante in special modo ai contribuenti si è il pareggio più volte promesso, non mai raggiunto, lì primo come può accordarsi col secondo? So le convenzioni ferroviarie aggraveranno il bilancio dello Stato, in che modo potremo sperare per quest* anno il pareggio ? Forse con V aumento delle entrate? Ma già qualche entrata, come la tassa sugli affari, accenna a diminuzione, nè d'altronde possiamo illuderci che il movimento commercialo della nazione faccia co-* stanti progressi per riempiere le casse dello Stato. Forse con lo eccitare gli A-gentì delle tasse a calcare la mano sui contribuenti ? Ma ognun vede il perìcolo di siffatto procedere. Quando per pareggiare le finanze dello Stato, si spareggiano quelle domestiche, viene spostata la stessa base, su cui poggia V edifìcio nazionale. L' on. Mi righetti avverta ciò, se non vuole che il Governo vada incontro a mali ben più gravi e scrii. Gli stessi deputati mostrarono d1 aver compreso le intenzioni ministeriali, accogliendo con o-stentata freddezza la promessa del pareg-
    unua aa essere assopìr.ai
    A taluni è sombrata una ben grave mancanza il silenzio tenuto riguardo alla ' questione ecclesiastica. A noi invect) sembra un atto di studiata prudenza. Il Vaticano, ora specialmente che ha perduto ogni speranza in Francia ed in Spagna, invano cercherebbe di turbare 1' ordine del giovine Stato eretto sullo sue ruine. 11 .Papa 1' ha compreso, ed ha depostecela qualche tempo le ire eci i fulmini, con cui usava di affermare la propria esistenza. Perchè dunque ri punzecchiarlo ? Perchè dare importanza ad un aemi'co che per il momento tace e può non esser temuto? Ma il ministero non si addormenti. È suo obbligo costante di. stare ben in guardia anche quando manchino le aperte insidie, 11 Re ha potuto tapere oggi ed ha fatto bene; ma il ministero errerebbe a partito se non tenesse cP occhio ogni benché menomo movimento clericale, specialmente. ora che si avvicinano le elezioni amministrative. D' altronde esso ha assunto già un obbligo sin dàlia passata sessione - obbligo non sodisfatto - vale a dire di presentare all' approvazione del Parlamento una legge sulle proprietà ecclesiastiche. Dimenticarlo, sarebbe far credere che lo Stato rinunci ad un diritto che gli appartiene e ritenga come morta una questione che agita ognora tutti gli Stati europei.
    DA ROMA
    (Carteggio parlamentare)
    7 marzo 1816.
    Un fatto non troppo ordinario s1 è verificato quest' anno, ed è stata la proroga del Parlamento. Il Ministero ha voluto a questo proposito riservare i dritti della Corona: e sin qui non e' è nulla a ridire. Resta a vedere se il Ministero ha usato utilmente il maggior lem-