CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    3NT. 23
    POLITICO-LETTERARIO
    Esoe il 3^£©r»oolecLì e il Sabato IP* TERAMO
    PREZZI D' XRRONAMEKTO
    Anno .. E. 9 \ n MtV .
    Semestre . » 5 31 fi 1
    Trimestre. »3 aumento do Ile spese
    ILu mese I - 1,25 I. PosUl1
    Un numero separato cent 10
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    La Direzione ed \mministrazione gami p nvvism iauijnlp y ex so la Tipografia del yunitale
    Inserzione in ia pagi;:» eent. IO per linea lunghezza di colonna - in 3" pagina C£>jI. 1:5 Per più in orzioni si fa uno seonlo - Ee lettere arrancale e vaglia postali debbono essere diretti all' ufficio del Corriere Abi uzzese in Toramo.
    Jion si restituiscono i manose ritti.
    La politica della settimana
    In Francia il gabinetto fu costituito sotto Ja presidenza del Dufaure, facendovi entrare nomini del centro sinistro. La elezione del Grévy a presidente della Camera dimostra chiaramente la formazione di un partito parlamentare forte e compatto in favore della repubblica. Il ministero ha mostrato di essere entrato in quest'ordine di ideo, presentandosi alla Camera ed al Senato, nel giorno 1i corrente, con una dichiarazione francamente repubblicana. E la prima volta, dopo la coalizione del 24 febbraio avvenuta per rovesciare il Thiers, che si sente risuonare a Versailles la parola repvbblica. La dichiarazione soggiunge che « la grandezza e 1 avvenire del paese dipendono dalla pratica leale delle leggi costi-luiionali, e noi saremrt fedeli nello spirito li-. _j \n «nimn_ Nei ran-
    cai de del povero Rattazzi, , vissuto a furia di bassi ed audaci espedienti, cade per mano di quegli stessi amici, ohe lo avevano sollevato sugli scudi, dopo averne tradito i voti e le speranze. Gli ò quello che sempre accade , quando si turba la vita intima e le funzioni organiche ' delle istituzioni, ed ai grandi interessi nazionali si sostituiscono le gare di ufficio e F invereconda ambizione del potere. Nè si creda che la sua caduta implichi solamente il rigetto delle convenzioni ferroviarie: è tutto un sistema di arbitri e di menzogne, di contraddizioni e ci' illegali- j taf che viene giudicato, e che trovò nel ministero Minghetti Y ultima e più esagerata espressione. Valgano a dimostrarlo questi pallidi ricordi sugli avvenimenti degli ultimi tre anni,
    11 Minghetti è pervenuto al potere dalla crisi del 24 giugno 1873. Da cho fu essa originata? Sarebbe .difficile l'indovinarlo ; e scommetteremmo che lo stes-sn ^residente del Consiglio si troverebbe
    della costi Suzione non riproponendo lalcg-£e, cììc avea causato lo scioglimento della Camera, si strinse nelle spalle e mostrò non intendere il latino. Ma non bastarono questi scacchi per sanare l1 insanabile leggerezza del presidente del Consiglio che avendo tanto deplorato lo stato della pubblica sicurezza sotto il suo predecessore, conveniva pure che qualche cosa facesse in proposito : onde l'audacissimo disegno di legge sui provvedimenti eccezionali, che accolto dalla Camera con gridi d'indignazione non meno a Destra che a Sinistra, e successivamente modificato e ristretto nell'art, unico del Pisanelli, condusse a quella formidabilissima discussione, che poco maneò non mettesse a ferro e fuoco una nobile provincia dtdlo Stato, tinto più degna delle amorevoli cure del governo, quanto meno per avventura vi è radicato e potente il sentimento nazionale. Nè I apparente vittoria reintegrò l'autorità del ministero; e non sarebbe stato senza grandissima e giustissima me-
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    none del 24 febbraio avvenuta per rovesciare il Thicrs, clie sì senio risuonare a Versailles «a parola repubblica. La dichiarazione soggiunge che < la grandezza e T avvenire del paese dipendono diilla pratica leale delle leggi costi-Intkmali, e noi saremo fedeli nello spirito liberale e conservatore cho le anima. Nei rapporti con voi e nel preparare le leggi esigeremo che i nostri subordinali sieno fedeli. GÌ1 impiegati seconderanno le nostre veduto, facendo comprendere che apprezzano la repubblica. Questa, più che qualsiasi altra forma di governo, ha bisogno di basarsi sulle leggi, sulla morale, sulla famiglia, sulla proprietà inviolabile rispettala e sul lavoro incoraggiato ed o-norato. Ad essa devono ripugnare Quelle avventure guerriero, nello quali i governi si sono troppo sovente impegnali. » 11 ministero entra poi a parlare dei trattali di commercio da rinnovare, delle pubbliche finanze in slato relativamenle florido, dei pub-liei lavori da continuare, dell1 esercito che si va migliorando, dell' insegnamento che dev1 essere riformato in base ad una conciliazione della libertà coi dritti dello Stalo. Conchiude facendo voli per la grandezza del paese mercè la libertà, l' ordine e la pace.
    Anche noi uniamo i nostri voli più sincri per la prosperità e grandezza dolla nostra consorella che a Magenta ed a Solferino apri la via all' unificazione italiana.
    LA SITUAZIONE
    Il ministero si affatica indarno per mettere' il campo a rumore. Il suo fato è inauro, e ni uria forza umana (lo confes-*wj i suoi stessi amici) varrà a salvarlo. Sé poteva essere altrimenti. Nato da un mùtiruoto connubio, sulle ceneri ancor
    ministero Minghetti I ultima e più esagerata espressione. Valgano a dimostrarlo questi pallidi ricordi sugli avvenimenti degli ultimi tre anni.
    Il Minghetti è pervenuto al potere dalla crisi del 24 giugno 1873. Da che fu essa originata? Sarebbe /difficile l'indovinarlo ; e scommetteremmo che lo stesso presidente del Consiglio si troverebbe imbarazzato a dircelo. Poiché egli non modificò in alcuna parte i modi tenuti dal precedente Ministero nel governo dello Stato; e mentre sfruttò queir energia mirabilissima, che ci condusse in Roma e ci mise sulla via del pareggio, accrebbe la fiscalità nella esazione delle imposte, e visse di espedienti giornalieri nè più nè meno che non solesse il suo predecessore. Anzi con mirabile disinvoltura nella, primavera del 1874 ripropose e fece accogliere quegli stessi provvedimenti, su cui 1' anno innanzi con tanto fuoco di e-ioquenza, avea rovesciato il Sella. Ma ciò non basta. Senza consultare menomamente la pubblica opinionè, con allegra spensieratezza, mette il colmo alla misura degli arbitri e delle fiscalità colla legge sulla inefficacia giuridica degli atti non registrati ; e non vedendola approvare per l'infinita repugnanza sollevata tra le fila degli stessi amici, di errore in errore, sdrucciolo fatale, si conduc e a sciogliere la Camera, contra la stessa volontà del Re, e a tentare If esperimento dell' urna sopra una questione impopolarissima. Ne seguitò ciò che clovea seguitarne : naufrago disperato, gittò in mare tutta la zavorra, e pur di salvare la nave, non fu audacia o e-normezza che non lasciasse commettere, coli' insano proposilo di galvanizzare i cadaveri e mummificare la Camera, pur di conseguire una maggioranza, che giurasse nelle sue parole. Nè con questo riuscì, e dopo la lotta, sentendosi più svigorito eli prima, abbandonò la preda contrastata ; e al fiero attacco del Mancini, che lo accusava di tradire lo spirito
    dusse a quella formidabilissima discussione, che poco mancò non mettesse a ferro e fuoco una nobile provincia dolio Stato, tinto più degna dello amorevoli cure del governo, quanto meno per avventura vi è radicato e potente il sentimento nazionale. Nè 1' apparente vittoria reintegrò l'autorità del ministero; e non sarebbe stato senza grandissima e giustissima meraviglia, che si vedesse cadere in oblio una legge vinta con sì fiero contrasto, ove non si fosse saputo che appunto all'impegno di non eseguirla, dovette il ministero con esempio di rara docilità V approvazione eli quella legge. Alla quale nondimeno (riè eia questo lato può dirsi essere stata inutile) l'Italia è debitrice della probabile perdita dei 5 milioni anticipati alla Trinacria che doveano servire a quietare, almeno in parte, i fieri umori dei Siciliani mantenendo in piedi una Società di navigazione cara all' isola, e servirono invece a cambiarne i creditori e premiare le fraudi e le ladrerie de' suoi amministratori.
    Che se questi allori conseguì il Min-ghetti nel campo della politica generale, non ne colse eli meno nella peculiare amministrazione delle finanze. Basta a dimostrarlo la stessa legge sulla circolazione cartacea, che pure fu accolta con applausi da tutta Italia; poiché mentre il fallimento della Trinacria getta un lampo di luce sinistra sul Banco di Sicilia, la Banca toscana, per bocca del suo direttore generale, invoci (disperato rimedio!) la propria distruzione colla creazione della Banca unica. Nè ci si ricanti dr altra parte 1' idillio del pareggio; poiché senza dire che ne siamo ancora alcune miglia lontani (checché ne dica la recente esposizione finanziaria del ministro) massime ove prevalesse il concetto del riscatto, posto pure che 1' avessimo conseguito, non sarebbe merito del Minghetti ma sì de' suoi predecessori e specialmente del Dignv e del Sella.