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di battaglia dell1 Amministrazione governativa, nella determinazione dei valori di D, d e G, sui quali si stabiliscono le quote medie teoriche, e con queste l'ammontare delle peculiari tasse che ne derivano, se non 1' arbitrio, e non altro che V arbitrio? Ma v' ha di pia.
Pongasi pure, per ipotesi, che tutti i mulini a ritrecine sieno indistintamente animali da una forza assoluta invariabile; sarà forse per ciò bandito V arbitrio nella definizione delle quote, e delle relative tasse? Può dirsi il contrario, e i risultali dell' accurato esame sugli e (fri i della forza motrice (data anche per costante) relativamente alla qualità della macinatura, alle diverse specie dei cereali da macinare, ed allo slato infine più o meno normale degli apparecchi di macinazione dei mulini, sorgono pur troppo sventuratamente giganti a luminosa prova e conferma dell' assunto.
Nella enunciata formola q= raP~
presenta la quantità di lavoro meccanico che si consuma in un'ora di macinazione, e d lo sforzo che occorre per macinare un quintale di grano. Ora se queste forze (concesso che fossero invariabili) agissero per moli re sempre la medesima qualità di grano, e fossero applicate a mulini forniti di eguale macchinismo sotto ogni aspetto, egli è certo che, qualunque fosse la qualità della macinatura, le risultanze del macinato in delti mulini sarebbero fra loro, di eguale quantità; perchè a forze eguali, applicate ad apparecchi meccanici che si trovino nelle medesime condizioni normali, corrispondono effetti eguali. Ma pur troppe invece sono le diverse qualità di grano, vuoisi per maggiore o minore durezza, vuoisi per peso, vuoisi infine per lo stato di umidità, che più o meno presenta
così presto dall' on. Depretis. D' altronde durante il periodo di formazione notizie vaghe e fuggevoli possono essere oggetto, d' un telegramma, non H una corrispondenza Sicché mi avvalgo di questa circostanza per dire qualche altra cosa sulle ragioni della presente crisi.
L' on. De Sanctis disse assai bene una volta che vi sono due Sinistre, ma'^bisogna aggiungervi che vi sono anche duo Destre. In generale lo sfacelo dei partili è completo. Quando l'Italia era ancora da farsi, ossia sino al 20 settembre 1870 ed anche se vuoisi siuo atta legge delle guarentigie, nella Destra e nella Sinistra si unirono uomini, che non avevano altro di comune che il maggiore ardore e la maggiore prudenza nel modo d' unificare l1 Italia e di trattare il nemico ecclesiaslico. Ora che V Italia s' è unificata e intorno alla Chiesa s' è fatta una legislazione, cui sarebbe improvvido e pericoloso toccare, ossia ora eh' è compiuto lo scopo comune che univa uomini di differenti opinioni, ora manifestano tutte le discordanze. Lanza non pensa come Sella, nò Sella come Peruzzi, nè Peruzzi come Minghetti. Le scissioni tanto rimproverate alla Sinistra esistono egualmente nella Dèstra. Rispetto ai Toscani, i giornali ufficiali parlano di defezioni e che so io. Parole. Il vero è che nè l'antica Destra nè l'antica Sinistra esistono più, e non poteva non essere così. Ora bisognerebbe ricostituirle su nuove basi. Quali? quando? in che modo? ecco i problemi, a cui dovrebbero pensare i nostri politici, Senza ricorrere ai queruli ridicoli lamenti dell' Opinione.
Riguardo alla caduta del Ministero, la causa più diretta è slato 1' on. Spaventa, il quale, forte dell' appoggio di Sella, ha trascinato il Minghetti; invano riluttante a conchiudere le convenzioni ferroviarie dove il Min stero ha trovato il suo precipizio. Riassumere come ciò sia successo sarebbe un pò lungo. Preferisco intrattenermi alquanto sul-1' on. Spaventa.
L' on. Spaventa, come abruzzese, è notissimo, se non popolare, negli Abruzzi, ma forse
Insomma , on. Spaventa è una delle forti teste politiche di second' ordina, giaecM di prim' ordine pare che non ce ne sieno n Italia.
Piccolo Corriere
Nel supplemento straordinario di giovedì cbe vieti riprodotto oggi per comodità degli abbonali delle province fi annnuciata la dimissione dell' avv. Giovannantonio Crociali da sindaco di Teramo.
Hai che non abbiamo potuto approvare alcuni dei micro^ scopici atti dei 31 giorni di sua vita pubblica, e, schietti conio sempre con tulli, li abbiamo combattuti, non possiamo, ora cbe il sig. Crucioli è rientralo nella vita privata, ehi ristendergli la mano.
La mano di gentiluomini ad un gentiluomo.
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Nel num. ultimo io cantava con Ruy-Blas, parlando della Gazzetta : « che mai dirà, che mai farà*... » Ma la vedila madama, cbe finora ha amoreggialo coi caditi Ministeri, mi risponde con sicumera: Non tanta f/edol
Sicuro. Non tarila Creila! Hanno fatto il oomodo loro sino a jeri, e sarebbe un vero atto di crudeltà privarli di bollo del loro scoltro. Avevano spadroneggiato lanto i JUo-caferri, i Foracchi, i Cavagnoli, i Capponi! E poi, come poterli sostituire? Si è potuto sostituire un Cavagnoli, ma una testa politico-ferruginoso-amministraliva come quella di Mae-caferri, non si potrà. Jamais!!!...
Forse Don Giovannino Nicotera non la penserà così,, ma madama dice il contrario, e.... bisogna far di cappello.
Alle corte. Noi crediamo che la Sinistra deve proceder® con molta prudenza e dovrà ricordarsi pure che 69 prefetti è difficile sostituirli, tanto più che molti di essi non hanno fallo ciò che fece qui il cav. Maccaferri. Ma, dove V opinione pubblica si è altamente pronunciata contro la cattiva amministrazione d'i certi pubblici funzionari, là il Governo de*» venire con i suoi mozzi di riparazione.
Noi perciò non ci stancheremo di combattere coloro ci* offescro la giustizia e rovinarono la nostra provincia.
E possiamo farlo noi, noi soli, senza sospetto di oltraggi, imperocché, quando tulli tacevano, quando 1 Jl trio del prefetto e del capitano dei carabinieri 1' ombra del potere ministeriale , noi avemmo il coraggi4 combatterli e di additarli alla pubblica riprova-i^1"5
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tura, le risultanze del macinalo in detli mulini sarebbero fra loro, di eguale quantità; perchè a forze eguali, applicate ad apparecchi meccanici che si trovino nelle medesime condizioni normali, corrispondono effetti eguali. Ma pur troppe invece sono le diverse qualità di grano, vuoisi per maggiore o minore durezza, vuoisi per peso, vuoisi infine per lo stalo di umidità, che più o meno presenta nell1 atto della macinazione: innumerevoli sono le differenze tra un mulino e 1' altro, sia per difetti di peculiare costruzione, sia per guasti più o meno sofferti nei diversi apparecchi del meccanismo, sia per la maggiore o minore durezza della pietra dello macine, e sia infine per altre mille ragioni, che qui non giova enumerare; molte sono le qualità del macinato, polendosi avere farine grosse, inedie, fine, e finissime. Tante marcate diffe-renre, debbono quindi influire sostanzialmente sui valori di Z), e rf, che non possono per ciò rimanere definiti a priori in modo assoluto, e modificarne in mille modi i risultati. Queste verità, che non 'ammettono contestazione, quali conseguenze producono nella determinazione delle quote medie teoriche?
da roma
(Carteggio parlamentare)
22 Marzo 76
II Ministero Minghetti è caduto splendidamente. Contrariamente al celebre verso del Tasso, mori quale non visse. Il Minghetti spiegò nella tornata del 18 un'eloquenza affascinante, e pigliando le cose in senso stretto bisogna dire che avea ragione. Se si volea combatlere r indirizzo economico del suo Ministero, si doveva aspettare la discussione sul Riscatto delle ferrovie. Ma ragionando più largamente, una volta che la maggioranza non avea più fiducia in lui, , che serviva una vita piena di stenti e d' umiliazioni?
Il nuovo Ministero non sarà formato
i\ig.uciruo una canina Oel ministero, la causa più diretta è stato 1' on. Spaventa, il quale, forte dell' appoggio di Sella, ha trascinato il Minghelti; invano riluttante a conchiudere le convenzioni ferroviarie dove il Min stero ha trovato il suo precipizio. Riassumere coinè ciò sia successo sarebbe un pò lungo. Preferisco intrattenermi alquanto sul-T on. Spaventa.
L' on. Spaventa, come abruzzese, è notissimo, se non popolare, negli Abruzzi, ma forse non si ha un concetto preciso del suo valore morale ^d intellettuale. L Illustrazione italiana di Milano ne ha dato ultimamente il ritratto ed alcuni cenni biografici, i quali forse vanno completati dal suo ritratto morale.
All' on. Silvio Spaventa mancano le qualità dell'oratore, la facilità, la luminosità dell' eloquio, la prontezza, la versatilità. Non ha la vastità di Minghetti, ma neanche la sua superficialità. Non ha la sottigliezza e jl' arguzie di Bonghi, ma neanche la sua petulanza e la sua saccenteria. 11 suo intelletto è lento, ma profondo e sicuro. Perciò parla raramente, ma i suoi discorsi sono solidi e calzanti. Insomma più che un /oratore, è un pensatore ; più che un teoricista o progettista, è uomo d' azione. Gestisce con vivacità, battendo sempre sul banco con qualcosa, eh' ha in mano: parla calmo, e col sorriso sulle labbra dell'uomo superiore, ascolta impassibile. 11 suo carattere è rigido, ma integro ed energie^, nè c'è ministro che possa vantarsi d'aver fallo meno favoritismi di lui. 11 suo spirito è aspro ed angoloso. Maltrattava i suoi impiegati del Ministero, come in pupplica Camera diede dello sciocco all' on. Laporla. Introdusse nel suo ministero un rigore d'orario pedantesco e insoffribile, ma egli il primo dava l'esempio di sottoponisi.
Infine la sua mente è solida, ma non creatrice o Irasfohnatrice. Ha dato il più energico impulso all'amministrazione delle opere pubbliche, il che risalta sempre più se si paragoni a quella precedente del Devincenzi, ma infine ha lasciati gli stessi ordinamenti che ha trovati: 11 che può aache tornare a lode dell' ou. Spaventa, in un tempo, in cui ogni Ministro ,J crede in obbligo di disfare , operato del suo predecessore.
I giornali stranieri non hanno avuto per lui che parole di lodi.
pubblica si è altamente pronunciala contro la cattiva amnai. nisirazione dì certi pubblici funzionari, là il Governo deve ' venire con i suoi mozzi di riparazione. , ^
Noi perciò non ci stancheremo di combattere coloro che offcscro la giustizia e rovinarono la nostra provincia.
E possiamo farlo noi, noi soli, senza sospetto di codardi oltraggi. Imperocché, quando tutti tacevano, qaando 1' arbitrio del prefetto e del capitano dei carabinieri vigcTasoilo 1' ombra del potere ministeriale , noi avemmo il coraggio di
combatterli e di additarli alla pubblica riprovazione.
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Il cav. Cocchia cons. della Corte d' appello di Aquila a presidente delle nostre Assiste, fu traslocato a quella di Na- f
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poli. Le nostre congratulazioni per questa traslocazione da , lui desiderala, ma non possiamo nascondere il nostro dolore I por la perdita di uu intelligentissimo ed integerrimo magi- , strato. Di lui disse un egregio avvocalo dei nostri,Abruzzi; !
SBRSp - - . , . ' ' K SDO
non è Cocchia che presiede ai pubblici dibattimenti, è la , A coscienza, la legge, la giustizia/ , c0,
# # 1 »ua
Un assiduo di Castelli mi scrive in data 17 la seguente i ne,
cartolina:
La prego rassicurare le sue leggitrici, che le campane col I sic 1.° di quaresima ripresero il consueto delizioso suono, grazia I a"£ non so a chi. Dice un proverbio che le galline fetano pel I nut becco; ed il nostro paroco non è dammeno ad esse, perchè 1 ci regala quattro suonate al giorno per un tomolo di g.anii , «r e per soli 40 giorni: in appresso se esce il benefattore si Jj Mi suona, se no, no.
Alla barba loro, signori della città. [Voi avete la bandi 1 e non la potete godere. Abbiale le sole campane, e fatela f suonare a volontà. » p
Per carila, non lo ditela seconda volta, signor assiduo, per- i,
MIHi BS' 1 r
chè ci potrebbero prendere in parola.
* * I< va
Ieri sera in sulle 6, poco mancò_ che un pezzo di cor- 1 fui
melone caduto a terra non rovinasse una ragazza che a caso I transitava innanzi al caffè Garibaldi. fe
Sic
Nostre informazioni de
Giuseppe Cavarocchi, sulla cui lettera I pubblicata quand'egli era in carcere, il I ^ i Procuratore del re iniziava ex ufficio un - bai procedimento in base all'articolo 350 del g, Codice penale, presentavasi il giorno 19 dr( corrente alla Direzione del Corriere Abruz- sin zese, a cui dichiarò che la lettera stampata nel N. 18 anno II. del Cmritre bob ,,, fu scritta nè firmata da lui, ma che egli ^ f la ratifica pienamente, imperocché ave*»
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