CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    SBK a
    che lo segue d' appresso; dà a questo processo un colorito politico, o tutto ciò perchè bisognava affermare il principio che i Carabinieri souo infallibili, e che essi sono al di sopra delle leggi e della libertà individuale.
    La buona fede s'invoca per Cavagnoli, cui « lecito chiudere in prigione senza motivo' una donna; per Cavarocchi e tutt' altro: bisogna lanciargli l'ultimo dardo avvelenato; bisogna appellare contro il giudizio di un Tribunale coscienzioso ed indipendente. Cava-., rocchi è un ammonito, bisogna ricacciarlo nel fango, senza comprendere che questo fango gittate nella fornace è fattolo fondere e bollire .può diventare uno splendido cristallo, col cui mezzo i Galilei ed i Newton scoprono gli astri.
    11 sig. Capponi non si smentisce mai.
    Il nostro giornale pubblica una lettera, nella quale si deplorano certi abusi dei 11.R. carabinieri; ed eccolo lì, sol perchè quella lettera materialmente non è scritta da colui, di cui porta il nome, mentre però lo è moral-v mente, lanciarci, ex oflicio l1 accusa di falsità in iscrittura privata a base dell' art. 350 Codice penale. Eccolo lì a dar movimento ad un processonovissimo, il quale, secondo ne scrive da Napoli un Nestore dei penalisti, farà nV óere anche i polli. Sono veri o no quegli a-busi, di cui è parola nella lettera incriminata? Se sì, ha fatto il sig. Capponi il suo dovere? Se no, qual'era l'azone da istituirsi contro di noi, e diretta a far la^luce che pare si Sia temuta?
    Glielo faremo sapere , non ne dubiti.
    Un Ferzelli     1:. r
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    di_'¦.' :i n     che non sentiamo il ribrezfco.di stendergli la mano per rialzarlo, noi sosteniamo un' idea ed un principio. E noi siamo i veri amici dei carabinieri: noi comprendiamo quanto benemerita sia la loro arma, quanti bravi* quanti eroi, quanti generosi annovera nel suo seno, che han fatto e son pronti a fare sacrificio della [loro vita per la ti.tela del cittadino, della proprietà, dell' ordine. Noi eleveremmo un inno a ciascuno di questi martiri, di questi eroi del dovere, altrettanto nobili per quanto ignorati ed oscuri, cui non è quasi mai concesso 1' inétTabile conforto di cadere sui campi gloriosi di battaglia, e di Salutare nel-1' ora suprèma il vessillo della patria.
    Ma noi, che siamo i veri amici dei carabinieri, noi saremo sempre tra le prime file a combattere i loro abusi, i loro traviamenti, perchè non sapremmo resistere alla sventura ed al dolorejdi veder caduta e corrotta un'Arma cui tanto deve il povero ed il ricco, la campagna e la città.
    Noi vorremmo innalzare il carabiniere al grado morale del p$liceman inglese, il quale, non respirando l'atmosfera delle politiche passioni, riscuote la fiducia ed il rispetto d' un magistrato popolare presso quella libera nazione.
    Ma vi si perverrà col sistema del signor Capponi e del capitano Peracchi?....
    Si perverrà anche in Italia a proclamare come in Inghilterra la sovranità del diritto? Uno dei modi di pervenirci sta certamente nell'as-sicurare al Pubblico Ministero una situazione degna di pòpolo civile, e ,nel circondarlo,'scio-gliendolo dai "lacci del potere esecutivo,della j garenzia, della irrevocabilità ed inamovibilità come ogni altro magistrato giudicante. Ed ora
    rettificare i fatti non esattamente da Iti e. sposti.
    La Gazzetta d'Italia nella corrhptmé^ da Chieti, ispirata, secondo credo ancor* j* dal Prefetto Berlini, apprezzava giofi^nJ sul primo perìodo ,della lotta elei (orafe k votazione di questo Collegio, poiché sapete da ognuno che per non oltre una ventina " voti T un competitore avrebbe potuto viu^ l'altro. Dove il Prof, de? Crecchijo alta*!» ? nella eposizione dei /atti «poster ori aliai jj^ blicazione d eli a ..Gà.z zett a.
    Lo scrittore - delle lettere Teatine giudia la condotta del Prefetto, ma non discute dehj dignità del Collegio di Lanciano, che il % Professor^ vuole scovrire per mettere alPoah bra la sua persona.
    Questo Collegio, prima del 1870, non mi certo rappresentato da un deputato did     Sciolto il Parlamento nel 1874, erafio co®-, petitori l'ultimo ex deputato,. Cav. MarattaI Antiuori ed il s g.de Orecchio: il primo Ddl era mai venuto meno al suo programma bpI corso di quattro anni di vita parlamentare,! e le prove slavano nelle votazioni fatte da-1 rante il periodo dell' undecima legislatura:,^] secondo non si conoscevano le opinioni pe*, litiche, e però il Collegio avrebbe desiderala! da lui una franca esposizione del suo pffl*, grarnma, siccome desidertvala ancora il Pre-I fetto.
    11 de Crecchio restò muto, e la riuscii della sua candidatura cominciò a divenire prrj blematica. Ed il Preletto nel N. 83 dell'i-I terno (15 ottobre 74;, gazzetta uflìciate, ceH chiudeva l'articolo «Ina candidatura eq^J voca in Lanciano » che qualunque camini, valeva assai meglio del nehdoso Prof, do Cre^'l chio. Dopo tale dichiarazione prefetti*'*' £ , amici obbligarono il de Crecchio a distetti dalle nuvole ed a concretizzare qualche
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    ed egli, bon gre, mal gré, si decise
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    «usi, ut cui e jjfuuia iieiia i e nera incriminata? Se sì, ha fatto il sig. Capponi il suo dovere? Se no, qual'era Pazone da istituirsi contro di noi, e diretta a far la'luce che pare sì sia temuta?
    Glielo faremo sapere , non ne dubiti.
    Un Ferzetti di Atri vieti giudicato dal Pretore di Giulianova in grado di rinvio dalla Cassazione, di Napoli: non può riportare condanna maggiore di L. 5 di ammenda: è assolto. Il Pubblico Ministero appella: l'ordino è turbatoli! E perchè? perchè anche questa è una causa, che ha in Airi il suo colorito politico, perchè in essa e' entra pure un tantino la simpatia e }' antipatia dei carabinieri!
    Il sig. Capponi, riponendo ogni fiducia nel suo Mentore e nel capitano dei carabinieri, impara da costoro che bisogna temere degli avvocati, di questi liberi apostoli del vero e della Jegge. Vieta perciò che i suoi impiegali diano loro notizia alcuna anche concernente il sempliee movimento dei processi. E così-, nel tempo stesso che nel seno del primo Congresso giuridico italiano la scienza penale a-jspira ali1 abolizione del segreto nel processo scritto, il sig. Capponi ci ritempra alle salutari tradizioni del Santo Ufficio.
    Ma si crede con questo sistema di ristabilire l' ordine e I- ossequio alle leggi ? 0 si crede che noi fossimo gli spargitori di quello voci sinistre che corrono in questa nostra Provincia al riguardo della soverchia e perniciosa ingerenza ed intrusione del capitano dei carabinieri negli affari di giustizia? Si vorranno calunniare le nostre proleste, col dirle voci di piazza, Ah! s'inganna il signor Capponi.
    Noi, pur facendoci difensori del Cavarocchi, di questo reietto della legge, di questo mai caso della miseria e della sventura, noi
    Si perverrà anche in Italia a proclamare come in Inghilterra la sovranità del diritto? Uno dei modi di pervenirci sta certamente nell'as-sicurare al Pubblico Ministero una'situazione I degna di popolo civile, e nel circondarlo, scio- j gliendolo dai-"lacci del potere esecutivo, della , garenzia, della irrevocabilità ed inamovibilità come ogni altro magistrato giudicante. Ed ora che un soffio novello di vita agita e scuote la patria nostra, ora forse, questo problema sari affrontalo meglio che non si fece nella tornata del 20 novembre 1875, quando si.discusse il progetto Vigliani sulla soppressione di alcune attribuzioni del P. M., nella quale occasione gli onorevoli Varè ed Alli-Macca-rani pronunziarono la prima parola per una riforma generalmente sentita.
    Noi affrettiamo con i nostri voti questa riforma, affinchè i caratteri deboli, come il Cap- ; poni, non dubitino più, vestendo la Ioga di j Pubblici Ministeri), di essere i custodi delle leggi j e di doverle difendere dagli attacchi dei pri- ! vati come delle Autorità.
    E per esprimere questo voto, e non da odio mossi; abbiamo levala la voce.
    A noi duole di dover dividerci dal sig. Capponi in fai modo; a noi duole di non potergli protestare quella cara e venerata memoria che serberemo sempre perii cav. Cocchia, per questa incarnazione splendida della giustizia e della legge. Al sig. Capponi non sapremmo dire altro che esso in fondo in fondo è onesto, ma ciò non lo salva dalla colpa di essersi lasciato sviare. Si è per questo che il nostro saluto d' addio si può riassumere in una esortazione: si guardi sempre dai cattivi consiglieri!
    LETTERE FRENTANE Lanciano 25 Marzo 76
    Ho letto nel N. 18 del Corriere Abruzzese una risposta del Deputato de Crecchio alla 3.° lettera teatina; e colgo questa occasione, in cui imprendo questa serie di lettere, per
    della sua candidatura cominciò a divenire jɧ, blemalica. Ed il Prefetto nel N. 83 -dell' terno (15 ollobre 74;, gazzella ufficiale, coni chiudeva l'articolo « lina candidatura $fjj, voca in Lanciano » che qualunque candidato! valeva assai meglio del nebuloso Vvoi. de CrecJ eh io. Dopo tale dichiarazione profettizia, gli amici obbligarono il de Crecchio a di scende/J dalle nuvole ed a concretizzare qualche cose! ed egli, hon gré, mal gre, si decise a e,Im sciare nelle inar.i del Prefetto una dichiara,» zione della sua schietta fede nella politica dell Ministero.
    Da quel momento il Prefetto, che primaf' era indifferente alla lotta, divenne il paladinoI del suo già nebuloso Professore, ,e non peri, astio verso il Cav. Maranca, ma per riunireI sotto la bandiera della politica moderata molliB amici del Cav. Melchiorre, i quali avrebbero! volato per chiunque altro, tranne che pel Ma-r ranca, reo di aver combattuto o vinto il Cav.K Melchiorre.
    Qui non voglio giudicare della condottai del Prefetto, nè asserire o negare l'appoggio! da lui offerto al Maranca e di cui parlalo! scrittore delie lettere Teatine nel N. 20dell Corriere Abruzzese: ognuno può nella'condolisi del sig. Prefello scorgere poca lealtà edo-l nesfà. Il prof. De Crecchio quindi, dalmo-1 mento che fece la debita dichiarazione di fede I ministeriale, ebbe dal Prefetto cordiale ed elfi-1 cacissimo appoggio; e se egli ciò nega, se egli 1 non vuol dirsi fattura prefettizia, io io sfido V a dimettersi oggi, e scommetto per l'autore I delle lettere Teatine, cento contro uno, che 1 senza l'appoggio governativo ei non otterrebbe 1 nemmeno ta metà dei voti riportati dal sua b competitore.
    Nella sua modestia impareggiabile, io soft I sicuro, che il sig. de Crocchio non accelterà I questa sfida; ma, terminata T attuale legista-1 tura, se qualcuno conserverà copia della pre-I sento lettera, si vedrà se la ragione stia & ! parte sua o mia. É peccato davvero, che pff ! la seconda volta il Professore onorevole * , mostri ingrato verso i suoi benefattori!
    Quanto alla sua condotta politica nella ì sata sessione legislativa, ch'egli sia contento, , niuno v' ha che lo ponga in forse: se ne sieR° \ contenti il Collegio ed il Governo, lascio con" j