CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Appunti di politica
    Le cose d' Oriente, che parevano in via di quietare, grazie all' azione mediatrice delle potenze, s' ingrossano di nuovo. Gli è che non vi ha potenza nel mondo che sia superiore alla forza delle cose e al corso delle grandi leggi sloriche. L' impero turco si sfascia, e se I' Europa potrà accendere una fiera guerra circa la divisione delle spoglie opime, non potrà in alcun modo impedire questa fatale rovina.
    Oggi un dispaccio da Vienna ci reca, sulla< fede della Poliìische Correspondenz, la narrazione di atrocità immanissime, che sarebbero state commesse dagl' insorti bosniaci contro i maomettani ed i cristiani, che ricusarono di unirsi alla insurrezione. Parecchi villaggi a CJevna furono incendiati. Due gendarmi vennero bruciati vivi. Un oste turco a ' «Il nnnorlift fi QUattl'O
    re voi e ai conservatori puri. Anche a Bukarest ! elezioni del Senato nel priao collegio elettorale riescirono favorevoli all'opposizione. Tutti i capi del partito nazionale e liberale vennero eletti.
    IL iUlliiO DI TERAMO E IL1360
    il
    La storia della nostra città nei 15 anni decorsi dal 60 in poi-è la storia del suo Comune. Esso incentra la forza impulsiva e irraggia la luce e il moto, che i cittadini, parte volenterosi parte invano reluttanti, non fanno che secondare.
    Ma in quali condizioni il partito vittorioso nel 60 prese nelle mani il Comune?
    Non parliamo delle condizioni morali. Esse non erano nè potevano essere grandemente dissimili da quelle dei tempi* non molto remoti, quando in piazza belavano "i; ormanti e i nostri patrizi conversa-
    A queste sembianze esteriori corrispondeva perfeftamente fa vita intima del Comune. Ninna ombra di autonomia: sindaco, decurioni, primo e secondo eletto non altro che giocàttoli nelle mani de-gl' intendenti: un cancelliere, due commessi con un banditore in livrea, miseramente pagati:' un grosso tavolino rotondo, poche sedie intorno, coni sopravi" tre o quattro scartafacci affumicati,; ecco I imagine dei nostri Comuni sotto la caduta Signoria, di queste antiche ed ope. rose sedi di splendore e di potenza pubblica!
    Ogni cinque anni si formavano gli stati discussi, una forma di bilancio o conto presuntivo quinquennale, soggetto di anno in anno agli- stali di variazione. I decuri onati non avevano facoltà deliberativa, e non potevano che emettere dei voli, su cui imploravano 1' oracolo; nè la facoltà di approvare apparteneva all' intendente, sì al ministro dell'interno, clie prò v ve-dlevii con recali rescritti. Così tutto finiv i
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    POLITICO-LETTERARIO
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    IVTe^eoledì 112 Aprile 187B
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     iiuiiiuiiissime, che sarebbe-
    ; ro siale Commesse dagl' insorti bosniaci contro ì maomettani ed i cristiani, che ricusa-; rono di unirsi alla insurrezione. Parecchi vii \ lagg» a Clevna furono incendiali. Due gen-I darmi vennero bruciati vivi. Un oste turco a P'Tnavor fu .bruciato colla moglie e quattro , figli. Un cristiano che si oppose agli ordini degli" insorti fu massacrato con tutta la fa-, miglia. A Grahow due zaptié rinchiusi in una scuderia furono bruciali. Gl'insorti assalirono il distretto di truppa, v'incendiarono 200 case, I e bruciarono oltre 200 innocenti caduti nelle , loro mani. I cristiani seno desolati per questi I fatti barbari.
    Può darsi che le passioni politiche abbiano Ila foro parte in questa terribile pittura; ma I è certo che la disposizione degli animi nella penisola Balcanica, e specialmente nei distretti , insorti, accentua sempre più i pericoli di una [ conflagrazione generale.
    Le Cortes spagnuole sono state aggiornate 3 dopo Pasqua. Si è deciso che gli articoli Ideila costituzione riguardanti la monarchia e Ila sticcessoTose al trono non saranno discussi. [1 clericali, che. si vedono seriamente minac-[c atì dalle Cortes nelle loro assurde pretese, già arrotano in segreto le armi, e forse vanno divisando dì raccendere le non spente faville dei cartismo;
    L' Egitto sembra invidiare gli allori finanziari del la Turchia. Dopo lungo tergiversare Jka finito col sospendere il pagamento di una fèrie dei suoi debiti venuti a scadenza. Oggi ei u annuncia da Parigi una combinazione, che mi fica tutto il debito egiziano in rendita 7 0,# jjtàt 1' ammortamento in 50 anni. I capitali inibii e francesi si contendono questa ricca
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    r«e"«*mente 1' aria in Europa non è favo- j
    reiuicanti, non fanno che secondare.
    Ma in quali condizioni w partito vittorioso nel 60 preìse nelle mani il Comune?
    Non parliamo delle condizioni morali. Esse non erano nè potevano essere grandemente dissimili da que 11,e dei tempiv non molto remoti, quando in piazza belavano gli armenti,/e i nostri patrizi conversavano nei gradini del duomo sotto gli àuspici degli storici leoni. La vecchia tirannide1 ei voleva ignoranti ed abbietti; ne sempre eontra la rea in One fi za bastavano il naturale acume dell' ingegno e '1' abito dell' animo schietto e gentile. Non è quindi meraviglia se la mutazione' politica ci trovò* poverissimi d'istituti civili; un embrione di scuole primari*? con una ventina di scolari o in quel torna: un' orfanotrofio-femminile angusto, insalubre e mal diretto r un simulacro di ospedale civile: un lurido ricetto pei trovatelli,, nel quale meglio avrebbero abitato i sepolti che i vivi: una topaia di teatro e nulla più. Nè molto migliori erano le condizioni materiali. La città rendeva sembianza di uh grosso villaggio,^
    0 giù di là. strade, belle e spaziose, appena trafficaci! pei pessimi selciati, e nettate una o due volte al mese da turbe cenciose di carcerati. Niuna cura .della pubblica igiene: l'annona in? balìa di : ponchi : scarsissimi gli edifìci da servire a
    pubblici uffizi. Basti il dire che per al^ logare la nuova Corte- di Assisie convenne disfarsi del palazzo comunale e noleggiare uria casetta pel Comune, f 1 Che se così si viveva in citta, è falcile immaginare a che termini-erano ri^ dotte le ville. Non un metro di strada ro-, tabile nella superfìcie di circa. 54 miglia quadrate: non scuole, non fontane, non cimiteri : poche e Iuride; case ammucchiate intorno a un bugigattolo di Chiesa. Che se anche al presente in molti luoghi gli uomini attingono acqua dove si abbeverano
    1 maiali, che mai sarà stato in quei tempi?
    discussi, una forma di bilancio ò conto" pròsuntivo quinquennale, soggetto di anno in anno agli' stali di Variazione. 1 decuri onati non avevano facoltà deliberativa, ' ' e non 'potevano che emettere dei vóti, su cui imploravano V oracolo ; nè la facólta di approvare apparteneva all' incendente, sì al ministro dell' interno C che prov Ve- , dbva coti reali rescritti, CosV t utto, finiva nelle mani del principe, e nove milioni , di uomini erano mossi da poche fila come. ; ! altrettante macchinette!
    Prendiamo per punto di partenza lo stato di variazione dei 1859. Esso segna un bilancio di ducati 779 £,.76 pari a lire , &11U, 75. Per contrario il bilanciò ,del 1875 (escluso ir prestito Finzì) si eljqva 1 a lire 26. Dunque in 16 anni
    noi abbiamo sette volte raddoppiai il mo- ' vimento dell' entrate e delle spese comunali. Fu questo uh bene od un male? Crebbe in questa misura la vita eftdho- ; , mica del Comune, o sforzammo la capa-j cita contributiva- del. paQse^.. btè&ctó ;upa '' vita (litizia e turbando le fòtiti della produzione? Non affrettiamo P giudizi: narriamo i fatti.
    11 c/omm. Irei]F apre la serie dei sindaci in questo periodo innovatore. Mente vasta, animo ardente più che ir età non comporti, tempra virile e sprezzatri.ee del-te"forme,' incalzate! /dagfi'^Wyènftriènti del fSSO, egli fu poi uòmo pililice1 cSie sindaco. Ne poteva essere altrimenti. L'indole dell' uomo e il" carattere dei tempi collimavano micaBilmenfce^Mbdefò con saviezza il freno delle passioni popolari, secondandole nelle cose giuste, perchè non trascorressero alle inique. Sempre vigile, sempre alacre e quasi,mo!ti,)licaiido sò stesso, tutta sostenne quella rapida vicenda di beni e di mali, di letizie e di lutti, di facili entusiasmi e di sùbite paure; e ne acquistò tanto potere, che^ogni altra Autorità impallidiva ài paragone. Considerò i lavori pubblici eome necessità politica, , e vi s'immerse fino agli occhi sprezzati-