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non unico alimentò delle classi lavoratrici. Molti municìpi, dev più patriotici , si appigliarono a questo partito, fra quali fu il nostro, auspice t consigliere il sindaco. Se fecero bene o male non è agevole giu-v dicarlo ora. Tutti sono buoni consiglieri a tempi quieti, e del senno di poi, dice il proverbio, sono piene le fosse. Certo è che Y applicazione di quella legge, che ha salvato le finanze dello Stato e P onore del nome italiano, non produsse nella nostra provincia la più lieve perturbazione, grazie precipuamente alla mitezza del carattere e alla gentilezza del costume. ma iorse non senza qualche efficacia dell' e-sempio porto dai teramani,: del jjuale il Ministero pubblicamente si compiacque.
A queste difficolta generali se ne aggiungevano altre di carattere affatto lo-.cale. Le raccolte penuriosissime succedutesi per tre o quattro annate consecutive; la mancanza di lavoro per gli operai; il rimaneggiamento delle tariffo daziarie, occasionato dalla soppressione del dazio sulle farine; la durezza nell' applicazione del macinato; f esagerazione nei nuovi aceer- 1 tamenti dei redditi \ii ricchezza mobile e dei fabbricati; l'istituzione di qualche tassa nuova: tutto concorreva a rendere la situazione eccezionalmente grave e pericolosa. Nè ci sono caduti dalla memoria i tristi vaticini dell' agosto del 71, e il sanguinoso tumulto della sera dei 27, apparecchiato da lunga mano, ma scoppiato in occasione della tassa di famiglia! Eppure fra tante sirti la nave del Comune non si ruppe; nè i corsi pericoli valsero ad altro, eh» a mostrare ne' suoi reggitori eguale al senno e alla prudenza la costanza doli' animo e la forza del carattere. Adempiuti pertanto religiosamente i
vecchi impegni: provveduto ai nuovi bisogtii: ricùperato il palazzo comunale: rinnovato I* ufficio: discussi i conti; riordinati i bilanci : costituito un eccellente servizio sanitario pei poveri: riformati i monti frumentarii: istituita una banda musicale, ammirata in luoghi lontani: completato T insegnamento primari#nella città con elettissimi insegnanti: iniziato nelle principali borgate: migliorata la scuola tecnica: fondato f istituto industriale e professionale, con esso T^dificio^nfèssa su una piccola pinaéó teca :%perenilo ve strade e ricostruite alcune doffe vecchie: abbelliti i pubblici passeggi: ottenuta dal demanio la concessione dell'ex convento delle Grazie colla; chiesa e cogli orti: fondato il distretto militare: allargata la piazza del mercato: costruito il palazzo per la Banca: iniziati gli edifici per l1 istituto normale femminile è il secondo asilo infantile: edificate fontane a Colle S. Maria, Nepezzano e Miano: compita la strada obligatoria di Forcella: più che ammezzate quelle di Poggio-Cono, Frondarola, Miano, Nepezzano e Cavuccio: dato di spalla alla Congregazione di carità per V erezione dell1 ospizio dei mendici: sorretto validamente il Comizio agrario nella difficile pruova dell' esposizione regionale: innalzato il nome e il grado morale della città: mantenuta in piena osservanza 1' autorità del governo e la maestà della legge: ecco il frutto di sei anni continui di ordinato, fecóndo e pazientissimo lavoro!
Ma a qual prezzo i cittadini pagarono questi benefici ? Eccedette esso per avventura la misura dei benefici istessi ? È ciò che vedremo nel foglio venturo sine ira et. studio, ma colla serena coscienza di chi ha nelle mani uri' ottima causa.
Corriere agricolo
(Conversazioni agrarie presso il Comizio di Temm
Il presidente del nostro Comizio, cav. g Costantini, ha pensato di raccogliere soci * non soci, nelle sale del sodalizio io ogni nerdì, nel giorno, in cui generalmente t*. ciono spettacoli e conversazioni generili , nome dice tutto da sè, perchè ne dobbiamo noi qualche cosa. il pensiero ci par molto boo^ e può dare, attuato, ottimi risultamenti. vorremmo che tutti i Comizi imitassero io q^J sto il nastro; e che le conversazioni agràri fossero una istituzione dei medesimi. Nel stro giornale daremo man mano il sunto discussioni che si fanno in questi convegni cominciamo subito; ma incominciamo dal paM blicare le parole che la presidenza indiriaf ai soci e cittadini, che intervennero.
Col manifesto pubblicato, e diffuso si è to chiaramente lo scopo di questi convegni che oggi inauguriamo. H primò augurio che questa presidenza vuol fare, al risultatoci medesimi, è che si svegli davvero l'amare le cose agrarie e lo secondi la operosità «I tutti i punti del nostro circondario frt chè la vita vi langue, un pò per inerzia, PI pò per incoraggiamenti, che nuociono assai , un pò per impedimenti che debbono esser l#T ti via.
La seconda cosa che 1* presidenza Mg*! a queste conversazioni agrarie è un fratto ro, e positivo. Dagli oratori ehe pongo»0 I efficacia nel numero delle parole; o dai p*T tiei che colle parole intendono agi'incantai si direbbe: ci attendiamo largo e copiai ^ f to. No: non c' illudiamo a vicenda: ci3**;' f di noi ha pure la coscienza di sè. f
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appendice
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in occasione della tassa di famiglia! Eppure fra tante sirti la nave del Comune non si ruppe; nè i corsi pericoli valsero ad altro, che a mostrare ne' suoi reggitori eguale al senno e alla prudenza la costanza dall' animo e la forza del carattere. Adempiuti pertanto religiosamente i
APPENDICE
MARSALA
CANTICA D! ETTORE NOVELLI
Non v' « stato forse giornale della Capitale, che non abbia fat'o 11 q cenno di questi nuovi versi del nostro amico comm. HoveUi. Tutti li hanno lodati, tutti hanno detto, che ne a-vrebbero riparlate, esaminandoli ampiamente come si doveva, ma fino ad ora nessuno ha fjIto quel che avea promesso. Suppliremo dunque nei a un tal difetto, noi umili giornalisti di provincia.
Che cosa è questa Marnala"! L' autore non «e Io tolle dire. Noi se fòsse prosa, diremmo che è un opuscolo, il quale, piuttosto che in paragrafi, è diviso in vari capitoli, giacchi ognuno di essi ha ia sè la sua ragione di essere, e tratta una parte distinta dell'argomento; ma siccome è poesia e, a quel ehe a noi sembra, non di versi soltanto, disiamo ehe è un carme, un cante, un poemetto, composto di selle canzoni, di un diverso numero di strofe, ma di strofe, per numero di versi e per intreccio di rime, eguali tulle quante. Questa è la corteccia, lf estrema buccia del componimento; guardiamone la sostanza.
La sostanza, se ne avvedrebbe un cieco, è il gran fatto, )' impresa gloriosa , bene avventurala dell' unità d' Italia. Marsala compendia., nei solo suo nome le cause e gli effetti di tuita qiresla parie della nostra nuova storia, e da un tal nome e da un tal titolo si può argomentare, che chi prenda a discorrerne è, Se non c' inganniamo, poeta, poiché ci dà prova di quel valore sintetico, ehe d' ogni ingegno veracemente poetico è la prima dote. Ma Marsala non è soltanto il piccolo scalo, per eui approdammo alla nostra Unità; Marsala solletica la fantasia del poeta, la scalda e 1'attrae con la celebrità del suo vino; Marsala dunque fornisce altresì il mezzo spontaneo a dar movenza poetica a tutto il lavoro, il mezzo a nuova invenzione.
n poeta è a mensa (e bisogna leggere che bella mensa all' aria aperta) con una comitiva (f amici, dopo la rotta delle trmi borboniche al Girigliene, e qoandf il byoo èsito dei-
unni \.>um>iiiuii ui viuuiaiiu, Auuunuu t; pazientissimo lavoro!
Ma a qual prezzo i cittadini pagarono questi benefìci ? Eccedette esso per avventura la misura dei benefìci istessi ? E ciò che vedremo nel foglio venturo sine ira et. studio, ma colla serena coscienza di chi ha nelle mani un' ottima causa.
)' impresa era sicuro; colma di Marsala il suo bicchiere e grida: Vira Marsala. Questa parola, che vola, rintrona nella vola Regia di Napoli, spaventa i preti di Roma, consola e conforta a bene sperare Mantova e Venezia; e questa parola Quando d'Italia valicò le porle Spense le facce nel color di morte. Ecco quindi proposto il soggelto dell' Unità, il tema del earmc; ed eeco compiuta la prima canzone.
La seconda torna, come a dire, un passo indietro, passo che a noi sembra dei più facili e naturali che si sien mai fatti, considerando che la prima canzone ci lascia col pensiero tra gli stranieri, di là dai nostri confini. La seeonda canzone dunque, che è un episodio opportunissimo a generar varie'.à all' argomento, e per eonteguenza, diletto, rammemora 1' al.ima guerra d' indipendenza, e in ispecie il soccorso francese.
Laterza canta più specialmente le armi nostre, l'esercito sabaudo e i volontari, rossi dall'anche in su, la caduta dei tiraanelli, e come... una, libera, spedita. In tutta Italia rifluì la vita, e come il nostro esercito se ne tornò alle fidate sfarne natie, e come si sciolsero i volontari, di sui non spogliò nessuno « rosse lanie , e come sublimi. A voi novello riaper»er l' ale per far 1' impresa dell' Unità; ed eeco trovale un medo felise di tornare al subielto.
Noi vogliamo dar prima la trama di questo poemetto, vogliamo mostrare come è strettamente connesso, non ostante la grandissima sua varietà. Altri ritorni al proposito, altri vincali ce n'è pure in questa slessa terza canzone, forniti dalla magica parola Marsala, in cui s'accentra e si unifica tutto il vario componimento; altri nessi e altri ritorni al proposito s' incontrano nelle canzoni seguenti. Riserbandoci dunque di dar poi alla meglio un concetio del modo, con che la materia fu resa poetica, proseguiamo ad accennare quella di ciascuna delle canzeni che ancor ci rimangono.
La quarta e la quinta trattano degli ostacoli, che potevano farci fallire al porto bramato, o per cieca fidanza in noi, o per prave arli dei nastri nemici. Se non che un secondo bicchiere riempiuto di Marnala, con quella sua corona, che bianca e leggiera brulica all' orlo e luccica siccome un bel vezzo di perle sul capo di una bella bionda, dà lieto presagio ehe anche la nostra impresa Quella corona avrà ckn ha
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ro, e positivo. Dagli oratori ehe pongono II efficacia nel numero delle parole; o dai p^ I tiei che colle parole intendono agl'incantesimi , si direbbe: ci attendiamo largo e copioso fr^j to. No: non c' illudiamo a vicenda: ciascuni 1 di noi ha pure la coscienza di sè. Noi voglia, I mo ccrto un risultamento, un effetto posili^ ,
La sesta canzone pertanto espone 1' ordinamento d*Italia 1 paragonato a quello del sistema planetario, introduce il 1 in Roma e sul Campidoglio, rimpiange che or non possa ve. r derlo il .suo padre magnanime e infelice Che peni j,, trono, ma salvò il paese, rimpiange i nostri grandi e iiw.1 stri prodi, che non giunsero a veder tanto, e reverente aliai loro memoria e al loro cenere, passa alla settima cullimi canzone, che incomincia: Grazie e salve, o Nizzardo
Questa canzone contiene ciò che l'ordine storico avrebbe! voluto in principio, la partenza di Garibaldi per la grand' irn-j presa, e si chiude con un terzo nappo di Marsala, propinato alla salute d' Italia,
Abbiamo sentilo dire da uno o due (da uno o due veramente] che il procedere di queste camoni qualche rara volta i è oscuro. Or dopo ciò che ne abbiamo esposto, chi vorrebbe ; incaparsi a far più quest' appunto sul serioY L? ordine poetica, non è certamente l'ordine di un sillogismo o di una dimo-1 trazione di uh teorema di matematica; poveri a noi se fos» così. Del rimanente dove più bruschi ì trapassi che nel oatme dei Sepolcri del Foscolo? Pure quel suo certo disordine e] quella specie d'ombra, che lo :«ivvelg&, non è forse l'ul-j lima cosa che faccia attento e rapito li lettore. Chi dunque leggerà il nuovo canto del Novelli, senz'avere la testa al-1 trove, lo troverà composto di lutto ciò che redimenta doveu comporlo, e troverà che le varie parti di esso si collegati* tra loro bellamente e senza stento veruno e senz' alcuna perplessità. Una canzone nasce dall' altra, come i vari cerchi in un laghetto nascono dal primo che vi produsse il sassolino, cadcndK Nè ciò i vero delle canzoni solamente, mala è anche delle diverse parti di una stessa canzone, piene coup elle son tulle di digressioni spontanee, ben preparate. < non tiratevi dentro coi denti. Un'idea scoppia dall'altra, con vivezza, con luce, con poesia. L' intelletto guida la- fantasia, la quale con le sue eorse e co' suoi voli adegua fossati » siepi, secondo che volle sempre la natura della lirica di' più antichi a noi in tutte le nazioni.
Ci rimarrebbe ora a mostrare come i sette varii argomenti delle selle canzoni, che formano un tutto nella paro!» Marsa a e nel soggetto della nostra Unità, furono svolli* modo veramente poelieo e originale; ma le spazio ci » meno. Dunque *<} O*1**11
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