CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    IV. 34
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    PIAZZI D' ABBONAMENTO
    Vano 1 . ^mestre . Trimestre. feti mese .
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    Per r Estero aumento delle spese postali
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    t)ues£o numero eosta cent, ii,
    Dove sono i corruttori ?
    1 giornali di Destra, divenuti d'un tratto     POLITICO-LETTERARIO
    Esce il Mercoledì e il Sabato IISJ" TERAMO
    del resto il Malagò non era neppure e-lettore di quel collegio.
    Ma, ammettiamo pure che codesti fatti siano veri; , concediamo pure che la traslocazione del Malagò fosse stata ordinata dal Ministero per togliere un altro voto contrario al ministro dei lavori pubblici. Ciò sarebbe stato un titolo di giusta accusa, un' arme affilata contro il Ministero; nè i giornali di sinistra sarebbero statigli ultimi a richiamare il Ministero a mantenere la promessa.
    Per contrario, chi son quelli che hanno (atto maggiore strepito? Coloro stessi che difesero sempre gl'impiegati, quando questi parteggiavano a viso aperto e con ogni sorta di arte per i candidati ministeriali, e che battevano le mani alla pubblica e solenne dichiarazione del Cantelli, essere cioè il Governo un partito, e perciò poter esso indicare ufficialmente quei candidati che meglio rappresentassero le idee di lui.
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    w'a> Direzione ed Ammi nistrazione sono p, oovisorium nte p-es*o la Tipografia del i/iumale
    Inserzione in 5a pagina cent. IO per linea ,lunghezza di colonna - In 3a pagina cent. 15 - Por più inserzioni si fa unu seonto - Le lettere arrancale e vaglia postali debbono essere diretti all' ufficio del Corriere Abiuzzese in Teramo.
    JYon si restituiscono i manoscritti.
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    amiamo di cedere la parola al corrispondente teramano eli un giornale accredi-tatissimo, il Bersagliere di Roma, che in una delle sue ult'me lettere accennava con calmo linguaggio ai fatti compiutisi in Teramo sotto l'amministrazione dell' on. Minghetti. Gli amici del passato Gabinetto leggano le seguenti linee del Bersagliere. e, se sono onesti, devono convenire che la corruzione delle urne elettorali non fu qui dammeno che altrove.
    « ................... sappiate che i soprusi, le
    male arti, le bieche influenze che segnalarono le nòstre elezioni, sono assai maggiori di quella tela di brogli ordita in A-vellino, e dei quali la Camera si occupava nella verifica dei poteri. Figuratevi che dopo di avere i nostri principali dato l'esempio di corruzione elettorale, ordinarono un processo contro il sindaco d' ìsola del Gran Sasso, persona sovra ogni dire ono-ratissima, che aveva sostenuto ia candidatura del Costantini !.. E in questa processo
    Ita nnliv.in g^nna far f.nmnflriro ri -
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     , uuiiiiii] cne sono al potere non kmarriscmo il sentiero del bene operare. Ma questa opposizione dev' essere giusta, onesta, ragionevole se vogliamo che assuma un carattere di gravità nel pubblico» uè si può far pompa di puri Nanismo, da taluni che ieri furono i meno puritani ed ì più eccletici nel giudicare di cose politiche.
    Gli odierni giornali d'opposizione hanno accusato il ministro Depretis d'aver agito in modo differente dì; qu into erasi da lui con tanta pompa annunciata alla Camera,, e consacrato poscia dal ministro degl'intorni in circolari ufficiali. Voi, essi scrivono, avete annunciato di non volere immischiarvi in verun modo nelle brighe c-Imttorali; ma intanto siete i primi a dare esempio contrario, permettendo al sotto-prefetto di Voghera di emanare uratcircolare che raccomandava la rielezione del presidente del consiglio, e al Sindaco di Comacchio di pregare i suoi amministrati a riunire i loro voti sul nome dell' on. , Seismit-Doda., Che più? Voi avete financo traslocato da un giorno all' altro il Ma-lago, magazziniere di sali e tabacchi in Gardonc, solo perchè fosse uno dei più fieri avversari del ministro Zanardellij
    Gli amici del governo si sono affrettati a ridurre nella sua cerchia questa pretesa intrusione ufficiale nei recenti Comizi elettorali. Si sa che il sotto-prefetto di Voghera, memore degli usi antichi; e-manava quella circolare prima ancora che r on. Nicotera ricordasse agi' impiegati il loro dovere di non immischiarsi nelle lotte elettorali con 1 influenza della loro posizione. E' risaputo che non v' ha alcuna Jegge ehe possa" proibire ad un Sindaco che non è impiegato governativo, di , raceom mfhtre una candidatura qualsiasi-e del Mabgò, che alcuni vollero solle- j Vi re quasi ai/' altezza di un martire po-lìtiéo, nessuno ignora che la sua partenza fu prorogala sino al giorno susseguente qutilo m mi si tennero i vomii, e che
    «"vaoiu sempre gl'impiegati, quando questi parteggiavano a viso aperto e con ogni sorta di arte per i candidati ministeriali, e che battevano le mani alla pubblica e solenne dichiarazione del Cantelli, essere cioè il Governo un partito, e perciò poter esso indicare ufficialmente quei candidati che meglio rappresentassero le idee di lui.,
    Essi hanno dimenticato troppo presto i brogli elettorali di Avellino, e il telegramma dell' ex ministro Cantelli che ingiungeva alla P. S. di Ravenna di votare per il candidato ministeriale. I corruttori, delle urne non sono gli uomini che oggi siedono al Governo, non siamo noi che abbiamo stigmatizzato sempre questo modo, di giudicare da sè , opera propria; ma siete voi cho lo avete per molti anni e-retto a sistema di governo.
    Chi, nei nostri Abruzzi, non ricorda i fasti dell' ex prefetto Bertini ?¦ Fatto capo di una briaca fazione» avida di vendetta, corriva all' oltraggio e gretta nelle idee, quale arte non usò egli, quale influenza non portò sul campo elettorale per respingere il Mezzanotte, il Maranca-Antinori ed altri valentuomini della provincia chietina? 1 nostri lettori ricorderanno le «acerbe censure che noi movemmo al Bertini,. quando questi reggeva la prefettura di Chieti, n avranno dimenticato ciò che si disse del suo sistema di amministrazione, che era un vero monopolio del potere a favore di una ristretta consorteria. Egli oggi paga il fio delle sue colpe, e non ha (infelice!) nemmeno le condoglianze de' suoi amici più fadi, nè di quella stampa quanto vendereccia, altrettanto ingrata, rappresentata dal Nicate, simile in: ciò alla nostra Gazzetta!....
    In quanto poi alla nostra provincia, non è questa la prima volta che noi siamo costretti a rinfrescare la memoria dei tanti oltraggi' sofferti dal nostro partito, e dei bassissimi intrighi che vennero orditi da pochi faziosi. Noi non intendiamo oggi di rammentarli con la nostra penna; bensì
    giori eli quella tela di brogli ordita in À-ì rolli no, e dei quali la Camera si occupava I nella verifica dei poteri. Figuratevi che dopo di avere i nostri principali dato l'e-, sempio di corruzione elettorale, ordinarono j un processo contro il sindaco !§ Isola del Gran Sasso, persona sovra ogni clireono-ratissima, che aveva sostenuto la candi-) datura del Costantini !.. E in questo processo la polizia seppe far comparire delle depo-, sizioni testimonial i non mai pensate nè dette. « lo vi dissi nell'altra mia che, a guida delle mie corrispondenze, avrei preso i fatti, solo i fatti che nessuno potrà mai I smentire. Ve ne cito parecchi, che sono di molta attualità, specialmente oggi in cui si mena dai giornali di Destra molto ru-I more per la traslocazione dell' ormai famoso Mal ago.
    e Un certo signor Consiglio, toscano, giovine abile e segretario presso Pi ritendenza di finanza, era conosciuto come corrispondente della Gazzetta # Italia* I « Un bel giorno 1' intendente Sibilla lo ! eh lama e gì'impone di scrivere contro la candidatura del Costantini ed in favore a quella del Sebastiani. L' onesto giovine si rifiuta.-
    j « Giorni dopo, apparve sulla Gazzetta una corrispondenza assai lusinghiera pel Co-stantinu la quale venne tosto addebitata al Consiglio. Questi invano si scusava, dichiarandosi affatto estraneo a quello scritto. Fu minacciato di essere destituito o per lo meno traslocato in Sicilia. La minaccia era per tradursi in atto  quando V avv. Pericle Anzidei. consigliere di Prefettura, per sottrarre Y altro ad una pena immeritata, si confessò autore di quella inno-contissima lettera.
    « Ciò non salvò il Consiglio, mandato poco dopo in Sicilia; nè 1' Anzidei potè restare , Teramo poiché, come fulmine a ciel sereno, gli cadde otto giorni dopo sul capo un telegramma, ordinandogli di trovarsi alla nuova residenza del ministero dei lavori pubblici il mattino del l. noli vembre.* Il trigramma era del 28 ottobre!..