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In prima assicuro il corrispondente X del Bersagliere, ebe, tra me e il cav. Sibilla non v' ha alcun rapporto nè d'ufficio nè d* amicizia. Lo conosco appena di vista, nè ho parlato mai con lui, atlcsa la grande discrepanza di idee che csist* tra noi due. Neppure una scapa ho giocalo con lui...
10 non 1' ho attaccato inai, ed è vero. Le accuse vaghe eenza un fondamento di precisione, non mi son piaciute mai, " conosco troppo bene gli alti ed educativi uffizi della stampa, pirchè io le accettassi nel giornale che dirigo. Perchè un giornale venga rispettato anche dagli avversari, è d' uopo che il suo indirizzo, la sua opposizione, le sue accuse ai pubblici funzionari si fondino sul terreno dei fatti che hanno rapporto con la pubblica amministrazione. Se 1* ufficio a cui è preposto il Sibilla, avesse commesso dei falli che pur troppo abbiam dovuto rimproverare al prefetto ed al capitano dei carabinieri, ahi sia sicuro l'egregio corrispondente che noi non avremmo avuto nessuna deferenza (nè oggi stesso l'abbiamo) per 1' intendente di finanza.
11 grave fallo che s' imputa al Sibilla, è la condotta troppo impudentemente partigiana da lui tenuta nelle elezioni politiche ed amministrative. Ma noi abbiam voluto primamente «olpire colui che, più d' ogni altro, ne fu il maestro di cappella, come ben dice il Bersagliere. Del Peracchi avremmo anche taciuto, se la ..condotta di alcuni suoi subordinali a danno dei terzi, non avesse richiamato su di lui tutta la nostra attenzione, affinchè il Governo mantenesse alto il prestigio dell' Arma de' RR. Carabinieri.
Se non io, i miei colleghi di redazione ben conoscono la partigianeria del Sibilla, ben ricordano gì' insulti che nei pubblici luoghi faceva agli elettori che votavano per il nostro amico; nè hanno mai dimenticato le circolari agli Esattori per raccomandare i candidali ligi a'ia prefettura. Questi falli insieme ai modi violenti derivanti dal suo earatlere bilioso, lo resero già da mollo tempo inviso alle popolazioni. Ma, appunto per eiò, noi crediamo che il Ministero, il quale è serto per riparare gli oltraggi fatti alla pubblica coscienza, mandi il Sibilla ad allra provincia. E il miglior regalo che potrà fare il Deprelis tanto ai teramani che a lui stesso in questo rinnovamento politico, ormai incominciato con molto eoraggio.
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Ed ora rallegrandomi della benevolenza con cui il Bersagliere tratta il nostro giornale, mi conforta d'aver trovato in lui un altro poderoso alleato nella lotta che da pa-
La Bambineria trionfa I....
Sentile quanto mi scrive un collaboratore ad honorem intorno alla serata di sabato.
« Teatro affollatissimo. Le più belle ragazze di Teramo s' erano date , appuntamento, alle otto di sabato. Erano tulle infiorale, tutte vezzose, tutte brillanti. Io le avrei amate tutte, oppure mi sarei dato un colpo di.... revolver. (Piano, piano, non facciamo delle sciocchezze 1....)
« Credo che, se ci fossi stato, anche (u avresti fatto lo stesso (Protesto!)
« Peccato che la esecuzione della musica non corrisposo alla aspettazione, del resto non affatto legittima. «
Domani sera, beneficiata della Compagnia. Son «erto che 1' appello di quei bambini al cuore dei cittadini non rimarrà senza risposta: andiamo a teatro.
Intanto i due fratelli Siamesi dell' impresa fanno quattrini
col vola vola di madamigella Lange.
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A proposito della Figlia di M. Angot, una persona 'che ha conosciuto a Parigi il M. Lecoq mi raccontava testé il seguente aneddoto:
Quando 1' attrice francese Zulma Buffar creò la parie di Clairetle a Rouen molti giornali raccontarono che dopo la prima rappresentazione Lecocq le aveva detto:
Voi siete la Clairette da me sognata!
Ma ecco che la signora Mariè, allra attrice, salta fuori ad annunciare che la prima volta che aveva rappresentalo la Fille de M. Angot Lecocq le aveva scritto sulla sua partitura in forma di dedica:
A Paolina Mariè: la Clairette da me sognata.
Fra queste due artiste frattanto ve n'era j una terza che non proferiva parola, ed era Luigini; eppure Lecocq le a-veva scritto quando aveva rappresentato il suo lavoro a Bruxelles:
A Paolina Luigini: la Clairette da me sognata!
Decisamente Lecocq sognava continuamente la sua Clai-
relle.
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A Giulia nova, nei giorni scorsi, 6i festeggiò la Madonna dello Splendore con luminarie (chinesiLJ, fuoco e gran concorso di foroselle.
Quella graziosa borgata fu rallegrala da tre bande, Giulia, Tortoreto e S. Omero, la quale ultima ha una brillante divisa, simile a quella delle Guide, immolate, se mal non ricordo, dal ministro Ricotti. Si suonò spesso e volentieri; na-
italiani e francesi principalmente, sono languidi per la concorrenza che vi fanno le sete asiatiche, noi appurilo dovevamo lavorare in modo da paralizzare e rendere innocua quella concorrenza; lo che ci sarebbe facile d' altronde per la superiorità delle nostre seti sulle asiatiche. Fu accennato come causa del danno, che lamentiamo, anche la malattia sviluppatasi nei bachi al Giappone, ina fu replicato che noi pur possiamo provvedere alla nostra industria col seme indigeno. Si disse ancora causa dello scarso allevamento nostro la cattiva condizione e ia scarsezza dei gelsi; e P assemblea non oppugnò seriamente questa obbiezione, riconoscendosi non essere abbondanti i gelsi in questo circondario ; che se ne dovevano fare non poche piantagioni, e farle bene, e coltivar bene qnesfa pianta: vien censurala altresì la cattiva speculazione che si fa sulla foglia del gelso.
Il segretario ricorda all' assemblea che fino dal 1872 il gazzettino del Comizio si occupò più volte della gelsicultura, che il Comizio si offrì di procurare a soci e non soci gelsi di buona qualità. E si parlò se fosse meglio innestare o no i gelsi, ma fu rimandala ad altra seduta la trattazione dell' argomento
Tornando alle cause del languore e della sfiducia nell'allevamento, si fece cenno anche al modo di trafficare i bozzoli sulla nostra piazza, mercato che non ha concorrenza di compratori e fu fatta una proposta che mirava a sottrarre 1' allevatore ai pericolo di non vendere o di' vendere male e con perdita; ma, non riconosciuto efficace il mezzo additato, si disse invece che questa esclusività cesserebbe quando al piccolo traffico si sostituisse un vero mercato serico, lo che non si può ottenere senza grande allevamento; dal che un'altra necessità di allevare su larga scala.
Il prof. Celli, direttore dell' osservatorio bacologico del Comizio, disse poi per rialzare la fiducia e la confidenza nell' allevamento era necessario la fede nei microscopio. Oggi, diceva, le malattie dei bachi che avviliscono e sconfortano sono due, la pebrina e la flae-
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____ u vcpiciis tatuo ai teramani che a lui stesso in
questo rinnovamento politico, ormai incominciato con molto foraggio.
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Ed ora rallegrandomi della benevolenza con cui il Bsr-ttglìerr tratta il nostro giornale, mi tonforta d'aver trovato in luì an altro poderoso allealo nella lotta che da parecchi mesi combattiamo.
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Il ministro dell' interno ha rifiutato di dare una proroga al cav. Maccaferri, il quale bramava di portarsi a Belluno oltre il 1. maggio. Questa misura però del ministero è generale. Il Maccaferri, dicesi,"partirà ptsdomani. Gli appartamenti della prefettura si vanno preparando per la famiglia del nuovo prefetto.
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E la Gazzetta tace della traslocazione del Maccaferri. E un fenomeno curioso questo che essa ci porge da parecchie settimane a questa parte. Gli ultimi anelili essa li Tuoi rendere in buona e santa pace. I suoi articoli sono altrettanti soliloqui filosofico-morale-tonico-digestivi. La politica fa paura alla Gazzetta sotto il presente ministero.
lino di questi giorni, sempre per la paura di perdere le inserzioni ufficiali, vedremo un articolo di fondo, per esempio sulla coniglicoltura (si sa che i conigli sono animali molto conosciuti negli uffi/J della Gazzetta), oppure sulla pollicoltura llavoro speciale del cronista teatrale,), E un altro giorno leggeremo un articolo sulla China. Chissà poi che non ci sarà dato di leggere qualche articolo politico sullo Scià di Persia?
Ora poi che comincia il caldo, è probabile che la Gazzetta occupi le sue prime colonne con un soliloquio didascalico che riuscirà divertentissimo, ed avrà per tema: Modo di acchiappar le mosche ! Cosi il giornale ufficiale potrà morire in odore di santità moschereccia. É questiofle di gusto I
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V ultima conversazione agraria tenuta nel nostro Comizio riuscì bene sì per il numero delle persone intervenute che per I' argomento che vi si trattò.
È dato anche a me di proporre un tema? Eccolo.
Avvisare ai midi per far piovere, oppure per portare Aos'ra provincia una parte dell' acqua che da molti imrmt ti eeafena a Roma, a Firenze, a Milano, a Genova e , f entità,
f*r la reazione di questo tema propongo un premio: *\fk^dmle raccolta. Se no, avremo un'annata magra anzi, >
rette.
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A Giulianova, nei giorni scorsi, 6i festeggiò la Madonna dello Splendore con luminarie (chinesi!...^, fuoco e gran concorso di foroselle.
Quella graziola borgata fu rallegrala da tre bande, Giulia, Tortoreto e S. Omero, la quale ultima ha una brillante divisa, simile a quella delle Guide, immolate, se mal non ricordo, dal ministro Ricolti. Si suonò spesso e volentieri; naturalmente il primato spetta alla banda di Giulia: le altre due sono ancora bambine, ma promettono bene, e me ne rallegro coi maestri De Fabritiis e Mutignani.
Notai un fatto, che cioè ciascuna banda forestiera trascinò seco un numero considerevole di compaesani plaudenti. S. Omero aveva mandato financo il balivo.... Decisamente ci si guadagna a scritturate quelle bande.
Corriere agricolo
(Conversazioni agrarie presso il Comizio di Teramo) (Cont. vedi n. 31)
Intervennero alla prima conversazione varii soci; e, tra i non soci professionisti, proprietari, alcuni del Liceo e dell' Istituto tecnico, presiedeva il presidente del Comizio, cav. Settimio Costantini.
Il segretario, a nome della presidenza alla quale spetta ordinare i convegni dei quali parliamo, lesse il programma, che abbiamo riferito nel n. 31; di poi presentò due quesiti per i venturi trattenimenti. Il Presidente quindi invitò r adunanza a ragionare sul tema che già abbiamo pubblicato, sulle cause cioè dello scadimento dell' industria bacologica nel Circondario, e su i mezzi per rialzarla. La conversazione durò oltre le due ore e mezzo, e fu molto interessante. Vi presero parte principale il sig. cav. Guarducci, direttore del genio civile provinciale, il dottore cav. B. Co-tantini, il dottore Cintolesi, professore di chimica generale ed agraria, e sopra tutti il dott. Celli, professore di agronomia. Convenne subito I' assemblea nello scadimento dell'industria serica locale, e ne lamentò I' abbandono e disse che ogni savio e prudente proprietario doveva tornare all' allevamento con quella fiducia e con quella alacrità colla quale già aveva con tanto utile e decoro allevato in altri tempi. Fu detto che se i mercati serici
do al piccolo traffico si sostituisse un vero mercato serico, lo che non si può ottenere senza grande allevamento ; dal che un' altra necessità di allevare su larga scala.
Il prof. Celli, direttore dell' osservatorio bacologico del Comizio, disse poi per rialzare la fiducia e la confidenza nell' allevamento era necessario la fede nei microscopio. Oggi, diceva, le malattie dei bachi che avviliscono e sconfortano sono due, la pebrina e la flaccidezza. La prima è combattuta e vinta dal microscopio. Il nostro Comizio bene avvisò quando volle fondalo in questa sede del Comizio un osservatorio bacologico. (Situato nella casa Bibbi). Quà il seme si sottopone ad esame, col quale si vede se è infetto o no; dal che si ha il mezzo di potere mettere in incubazione un seme, che c sicuramente scevro di pebrina.
L' altra malattia, quella della flaccidezza non si può conoscere ancora coli' esame microscopico; ma io ho fede, prosegue il prof. Celli, che gli sludi assidui degli scienziati i più competenti giungeranno a trovar modo di combattere la flaccidezza, come già trovarono quello di vincere la pebrina. Però anche al punto in cui siamo la flaccidezza non è un male da esagerare, come si fa da molti; u-sando certe cautele, e molta cura e vigilanza, se ne possono prevenire, o attenuare i danni, usando un buon sistema di allevamento.
Il cav. Guarducci esprime il desiderio che col mezzo della stampa locale si pubblichino consigli agli allevatori, alla qual proposta fa plauso P assemblea.
11 presidente cav. Costantini prega il prof. Celli a esporre brevemente il processo della selezione. Il sig, Celli risponde subito all'invito del Presidente benché senta di nou poterlo dimostrare efficacemente, perchè mancano nella sala una lavagna, e i mezzi di esperimento.
Terminata questa esposizione il Presidente lo ringrazia; poi inlerpetrando il volo dell'assemblea, si rivolge di nuovo alla cortesia del professore e lo prega ad enumerare sommariamente le regole da seguirsi per prevenire la flaccidezza, e fare un buono allevamento; regole e norme che saranno stampate per conforto e guida degli allevatori. (Continua)
F. Taffìorelli direttore responsabile
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