CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    vennero spediti telegrammi annunciane l'esito del meeting ai principali cittadini ed associazioni abruzzesi. Per Teramo la Commissione telegrafò al Conte T. Delfico presidente dei reduci, al presidente della Società operaia ed alia stampa locale.
    La calma con cui procedette il meeting di Pescara ha dimostrato a chiare note T educazione politica delle nostre buone popolazioni. Noi ce ne congratuliamo e ci raffermiamo nella fiducia dell1 avvenire.
    Comunicazione
    Pubblichiamo il seguente redamo dichiarandoci estranei a quanto in esso st contiene.
    A questi giorni di tripudio universale e di sperenze concordi, è vergognoso seguitare ad assistere in questo nostro paese a certe scene, per quanto ributtanti altrettanto dolorose, e vedere uomini, che vogliono stare ad ogni costo a capo dell' AmmiiAstrazione, compiere atti del più fiero dispotismo non solo a danno di persone, della cui condotta morale è meglio tacere, ma eziandio a discapito di certe altre di specchiata onestà, e che tanto degnamente rispondono allo scopo della pubblica istruzione. Epperò io, adusato come sono, a tener alta la bandiera della giustizia e combattere sempre a viso aperto gli arbitrii e le prepotenze non posso restarmi dal denunziare alla pubblica o-pinione simili enormezze, ed oso lusingarmi eh' Ella, signor Direttore, non vorrà negare un po' di spazio nelle colonne del suo accreditato giornale a questi fatti, che le verrò narrando.
    Giorni sono la maestra elementare, che trovasi ad insegnare nei pressi della nostra sta-
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    dai comuni pettegolezzi e dalle irò di parte, essa consacra aff< tto le sue curo alla sola educazione intellettuale e morale di questi fanciulli, che pur sono le speranze più lusinghiero della patria nostra. E poiché libera ed indipendente ardisce forse negare uu ossequioso e cieco tributo di obbedienza ai dispolici voleri dell' Amministrazione comunale, da ben sedici anni infeudata in una sola famiglia ed in pochi automatici Strumenti della stessa, che compongono il Consiglio comunale, fa pur di mestieri eh* ella paghi a sua posta il fio della giovanile imprudenza. E 1' occasione non larda a presentarsi propìzia.
    Per ragioni di famiglia e fors' anche di salute, cred' io, ritornata in paese, la signora Farroni per soli due giorni mancava di attendere allo insegnamento, senza il debito permesso. Ebbene, questo reato di lesa maestà municipale porse subito motivo di scemare ben otto lire e cinquanta centesimi dal mandato (ti pagamento. TVgno consiglio questo dato al Ca-valier Sindaco dall' eroico segretario senza palante!!! A nulla valsero le preghiere della povera maestra; a nulla 1* umiliazioni d'ogni sorta; a nulla le promesse di voler rimettere In lezioni perduta, facendo scuola por altrettanti giorni di vacanza: le fu mestieri far le spallo gobb*, e rassegnarsi ai sovrani voleri dell* infallibile ed eterno Capo dell'Amministrazione. Or, dico ìf», quando pure il sindaco fosso tanto tenero di affelli per la pubblica istruzione, e por gì' interessi dol comune, e fosse veramente nelle sue attribuzioni infliggere simile pena ad una povera insegnante, pel solo motivo che mancò due gjoni dal fare le lezioni, perchè allora non ha.fatto, come avrebbe voluto giustizia, la ritenuta in ragione dello sti-Tieiìfllrv monsilo? Or r.ilft a min r»rr>rUrft."' nnn
    Perdoni, signor Direttore, il losge $  verchio fastidio, e non nieghi, in questo T onore di dichiararsi Di Lei
    Montesilvano 27 Aprilo 1876
    Devmo Obmo Senili! I Antonio d' A^gilakt®^ 1
    ECHI DELLA PROVINCIA
    Giulianova, 30 Aprile II
    ( B. D. L. ) Da parecchio tempo parai* lina voce mi risuoni incessantemente all'orni chic e mi dice in tuono di rimprovero:Irai il nostro corrispondente di Giulia! da ctó abbiamo concesso d'onore di nominaci Ir non fate altro che biliare pel voslru costate silenzio. Perdono, sig. direttore, ma seilfos» corrispondente giuliese non ha adempito final il gradita ed onorevole incarico da voi gesL-t mente conferitogli, egli è stalo per due tm tivi: 1° perchè siccome ha la preterìzior i non rapportare se non cose esatte all'esalisi sima Corriere, si sarebbe dispiaciuto nelTHs* per poco rinnovarsi quandochessia lo seau%. d' una rettifica simile a quella che gli bon-grèy mal-grè, d'ingoiare per una notix-if lui data in un articolo firmato itóiw®/«/j propriamente nella relazione d'una certa M ne fidata.... 2° perchè (ed è il perché imponente) un giornaletto, di più o meno'J lice memoria, che un di usciva in Terafltfj rientrava in Giulia, assorbiva già ne suoi qjjj tro numeri di vita tutte le notizie, éfctgfl potato darvi il vostro povero eorrtspoo^i Ed è stala ventura che la Attera CasWTO nome del gionaletto) cessava di vigere per tempo, poiché a Uri utenti noaavre«Pj, darvi per primo la notizia che in questo mio primo scritto e cht ^ 3 fornita appunto dalia Nuota Castro, eW*1 Giornale.
    E per incominciare vi dirò co®*
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    posso restarmi dal denunziare alla pubblica o-pinione simili enormezze, ed oso lusingarmi eh' Ella, signor Direttore, non vorrà negare un po'di spazio nelle colonne del suo accreditato giornale a questi fatti, che le verrò narrando.
    Giorni sono la maestra elementare, che trovasi ad insegnare nei pressi della nostra stazione ferroviaria, usciva a passeggio lungo la strada provinciale Pescara-Giulianova, accompagnata da un nostro compaesano, signor Leopoldo Muzii di Caslellamare-Adriatico. Come ciò seppe il sindaco del paese, signor Giovanni Cavalier Ranalli, le andò incontro, e com' ebbe ricondotta la prima in casa, prese senz' altro a schiaffeggiarla, conciandola ben bene In viso. Ora domando: chi diede diritto al sindaco di tratiare sì villanamente quella maestra, divenula perciò la favola del paese? Non sono ancora scomparsi i tempi degli abusi e delle prepotenze, rese ormai in questo comune non si sa se più eclatanti o schifose? Io uon dubito peraltro, che ben diversi motivi, per non dire ben altre ridicole gelosie da innamorati, furono quelli che spinsero il novello Baiardo a compiere un simile atto, tanto più indecoroso per quanto più villano, indegno certamente di un cavaliere. E volendo pur guardare la cosa sotto quest' ul!imo aspetto, a prescindere dall' ignominia e dal danno che ne deriva a quella maestra, anche per la sua poca riservatezza, ci dica di grazia, il nostro sindaco, dov'è poi il pre-sligio della pubblica istruzione, il quale si fonda unicamente sulla dignità e specchiala moralità personale dell'insegnante?
    Le ingiuste vessazioni poi, a cui è fatta segno la maestra elementare della scuola mista del paese, signora Francesca Farroni, dimostrano sempreppiù con quale astiosa malignità si governa dai nostri municipali. Giovane d'illibati costumi e di sapere non comune, riscuote la Farroni la meritata stima ed il rispetto di tulle le famiglio del luogo, anche perchè, lungi I
    zìo-n*. Or, dico in, quando pure il sindaco fosse tanto tenero di affolli per la pubblica istruzione, e por gì' interessi del comune, e fosse vora-mento nelle sue attribuzioni infliggere simile pona ad una povera insegnante, pel solo motivo cho mancò due gjoni rial fare le lezioni, i perchò allora non ha,fatto, come avrehho voluto giustizia, la ritenuta in ragione dello sti-pondio monsile? Or ciò. a mio credere, non pnò mai seguire, senza dar chiaro indizio d'animo basso od appassionalo fuor di ragione.
    Sig. Direttore, tnlti quelli che. per mala ventura si son trovali ad irs*gnare-«r questo paose ( a 11'in fuori di D. Giulio Ranalli, cugino do! sindaco ) hanno dovuto snbire la stessa sorte: abusi, propotonze, vessazioni d'ogni ge-nore od infine le più vergognose qalunnie. Son questi, oltre i tant'altri che non voglio ora qualificare, ma che mi riserbo a miglior tempo, son questi gli atti che si compiono da un sindaco trilustre. Il qual*, non ostante la popolari clamorose dimostrazioni di malcontento contro il suo mal governo, malcontento a cui fece diritto il sovrano volere decretando lo sciogli-monto del Municipio; giunse nuovamente nel 1872 a riafterra're il potere, mercè le solite male arti consortesche usate da lui e dal troppo noto Dolorato straordinario Giacomo Treves, condannato, non ha molto, in Roma per estorsione ad un anno di carcere.
    Ciò posto, si riderà più a lungo di noi, come se fossimo una colonia di schiavilo una mandra di pecore, o uno spedale di matti? Chi presiede al governo nella nostra provincia non è deve rimaneje più a lungo indifferente nel proporre alla giustizia del Reale Ministero un pronto e radicale rimedio a recenti e vecchi abusi, di cui sono pieni di reclami contro la eterna amministrazione Ranalli gli archivi! provinciali e ministeriali.il paese vuole che sia resa giustizia davvero, e che davvero si ripari ai tanti torti perpetrati durante il lungo periodo trascorso di quindici anni.
    tro numeri irli vita tutte le notizie, cheavreby potato darvi il vostro povero eorrispondenteI Ed è stata ventura che la TVwotJa Castro (erajji nome del gionaHto) cessava di vivere beni per tempo, poiché altrimenti non avrei pótato,! darvi per primo la notìzia che oggi rileverei in questo mio primo scritto e che mi ri^i fornita appunto dalla Avoca Castro, cittàej Giornale.
    E por incominciare vi dirò come nel tersi ritorio dove un dì sorse CastrumNovum e do.i ve pure avvenne nel 1460 il sanguinoso scon-* tro dei due celebri capitani dell'epoca, Sforza e Piccinini, si è rinvenuto non ba guari, mediante gli scavi che da taluni vi si operano un fabricato. che il valente archeologo Sig. Barone de Guidobalrir non ha dubitato di affermare opera romana e che alcuni dicono sia, , stato un luogo di pena, altri un trabocchetto.! Senza rccettare oèTuna nè l'altra congettura! ' e senza apportarvi le mie, io mi permetto di - jj rivolgere un invito a-d una persona competen- f q le nella materia, al futuro Direttore del futuraj J periodico II Gran Sasso d'Italia, acciocché in I ^ qualche giorno di ozio- si voglia recare sopra J luogo per fare fuce co' suoi abbastanza noli: £ lumi archeologici.
    Mi piate intanto' darvi una descrizione ac- J curata del sito scoverto, senza tacervi che tal- J to il merito di essi si spelta alla gentilezza ed J alla pazienza veramente matematica dell'In-, gegnere Sig. Gaetano de Bartolomei, in cui, compagnia giorni fa mi recai a constatare quanto segue.
    L' ingresso» d fabricato, che non è altro I che una gradinata sotterranea, è quasi allaba-, se dello spalto verso Est del terreno denominalo , m Terravecchia% e precisamente di lato al trailo e, «c di strada provinciale che conduce al ponte del-g ca la ferrovia sul fiume Tordino. La scala fino! di ad ora è di cinque rambe discendenti entro, m terra, ritorcendosi ciascuna ad angolo retta. , n< La prima ramba ha sette gradini, la seconda m undici, la terza sette, la quarta sei e la quin- oc ta sètte; in tutto trentotto gradini, di ognuno d< dei quali l'altezza in media è di centimetri L E] 5, la larghezza di Centimetri 80. I muri poi U costituenti la cassa della scala sono di itrut- in tura 8 laterizii e vi si trovano diversi piccoli ta incavi architravati sia in forma piana con ' t< mattoni di lungo modulo; sia in forma triao-