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colare. Le cinque rampe inoltre sono coperte da folte a bolle di tutto seslo, inclinalo normalmente alle rampe medesi ne, raltrovandosi pura le volte costruite di mattoni lunghi centimetri 60, larghi 30 dello spessore di centimetri 6. In fine t'ultima rampa della scala ha il suo termina, lino a questo momento nella coerenza d'un vano circolare, ovvero pozzo il quale costantemente verticale giunge alla superficie del lerreno. Il suo diametro è di centimetri 85 e la parlo interna si compone di una muratura a pietre calcaree posta quasi a secco e senza alcun magistero. Essa pozza, che è visibile per prima dal ripiana della seconda rampa, percorrendosi un breve andito, dal livello dell' ultimo gradina sino al prima è alta metri 9, 12, e dal livello del prima gradina sino alla superficie del terreno ha 1
Ed ora una nofi.ia municipale. Giorni dietro questo Consiglio riunito in ultima seduta della sessione di Primavera deliberava quasi ad unanimità di voti, sulla proposta dell' on. Sindaco, I1 apertura di un Istituto Convilla Maschile. Vi fu in prima una discussione animatissima sul he or ito tot be di esso, ma i pachi contrari finirono per acquietarsi, se non per cedere, specialmente dopo te pacale e sen-nate parole del Consigliere sig:. Ing. De Manlo e dopa la calorosa arringa del Consigliere sig. Ing. Marino Massei. Giova però sperare che siffatta lodevolissima deliberazione, che fa mollo onore a quelli i quali in Giulia stanno a capa della pubblica cosa, non rimanga lettera morta. Ognun sa che ben merita non qui incepent, sed qui perseveraverij usque ad finem. L1 Istituto Convitto si aprirebbe uell1 ex Convento dei P.P. Cappuccini, adibendosi d;i tal vasto edificio una buona parte, che verrebbe ridotto, all' uopo*
secondo ogni regola d' arte.
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Campii 1. maggio 187&.
II 27 decorso aprile, dopo un anno e di- : mariti si sono celebrate e-
scintillarono di luco insolila. Innnanzi a me non aveva la fanciulla timida, accasciata dall'amoro sfortunato, ma una donna elio dalla slessa passione non mai spenta cercava di trovare alimento all' arto.
Chi non conosco la Hit incita di quel feracissimo ingegno, che troppo presto la morte rapì all'arte drammatica? È una storia d' amore che si rinnova sempre noi mondo della realtà Xon è un capolavoro, ma una delle più belle o delle più morali comcdio, di cui è arricchito il repertorio italiano. 11 Cicrani l' aveva scritto, impressionato, di un fattoi acsadtiÉo sotto gli occhi suoi. Una fanciulla di buona condizione ama perdutamente un ricco giovine del paese. Quando si viene al tandem del matrimonio, essa pruova una delie-più gcajndi disillusioni della vita. Vuol vendicarsi, abbandona la famiglia, si dà alla carriera dell' arie, in poco tempo il suo nome risuona su tuli' i giornali, la fama di pianista eccelsa riempie tutto il mondo: ella è grande, il momento della vendetesi avvicina. Lifalti, l'antico.amante ritorna ai suoi: piedi, vuole sposarla, adorarla ; ma in lei trova una donna, di carattere, una donna che sento la sua suf&'ioriià. e eoa altere parole respinge 1' uomo chje uu giorno non ave-/»saputo comprenderla....
Se non in tutto almeno in parte, la comidia rispondeva allo stato dell' animo di Elvira.. Io entrai dunque in teatro eon la curiosità di vedere un nuovo fenomeno che si presentava al mio spirito : una donna cioè che gìuoea sul palcoscenico, >401 ròte che era quasi imaginato e scrino per sè.
Potenza dell' arte!.... La gentile milanese fu grande, sublime in quella sera. Essa non. imitava, non copiava, ma rivelava tutta sè stessa. Leggiadra, piena d' intelligenza c di passione, ebbe in quella sera slanci, entusiasmo e fuoco. Ardita, flessuosa, si presentò, alla scena; come un' artista d'istinto e di educazione insieme. Un Raffaello l'avrebbe desiderata, un AJeardi sarebbe impazzito, imagjnando quanto sentimer.tp, quante ebbrezze celavansi sotto quelle forme superbo, di volta in volta voluttuose, nelle quali la natura era. stata prodiga di vezzi e di seduzioni. Gli è che la giovane attrice non mentiva, non ingannava il pubblico, bensì manifestava un intero passalo di bagliori e di disilusioni, un arcano poema di affetti e di memorie. Gli è cho- in ossa non era artificio, ma. ii riflesso fedele della, propria natura, impetuosa nelle commozioni, poderosa nel,tumulto subitaneo degli affetti, ricca, d' energia e di coltura.
Quando, finita la recita, ebbi a scorgerla nel peristilio del teatro, essa già muove vasi verso di me. Mi congratulai con lei del b
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Chissà, avrà anche potuto, con animo scettico, maledire all' amore , a cui erasi con tanto ardore consacralo!
Ah! no, gentile fanciulla. Maledicendo all' amore, insulti al sacrificio che tu hai compiuto. E il tuo sacrificio è itilo grande, solenne, intero. Hai lasciato la famiglia che ti adorava per motterti nella irta carriera dell'urte! Ti sei avventurala in un cammino sparso di spine; hai sacrificato la lu,a pace; hai vinto i pregiudizi che gli uomini volgari nutrono contro le sacerdotesse dell' arte; hai sfidato il sorriso incredulo di tanti che in ogni artista vedono una cortigiana ! Che più? Sci morta lungi dalla patria. 11 sacrificio è dunque consumato..,*...
Le anime amanti piangano sulla tomba di questa nuova vittima dell' amore, e intreccino la violetta al gelsomino in segna di mesto affetto.
Aspettiamo 1' amore, anche quando se ne resti vittima senza aver vuotato, sino all' ultimo sorso il calice delizioso della voluttà!.....
Informazioni; e ricordi
La Gazzetta si affatica indarno per imprimere un carattere politico agli atti di cortesia usati nel partire ai cav. Maccaferri. Si sa che la gentilezza è abito dell' animo nei teramani, e non era certo da supporre nè forse da volere che si smentisse in questa occasione. Noi stessi, che pure abbiamo, in tempi non sospelli, combattuta aspramente la politica faziosa del Maccaferri, non . bhiamo mai negato la sua privata probità, nè la perfetta rispettabilità della sua famiglia. Nè per altro che per questo molli nostri amici (e non dei meno notevoli) presero larga parte a quella mutua dimostrazione dì personale benevolenza, Ma da ciò al volere insinuare (come collo sfoggio di una rettorica annacquata tenta di lare la Gazzetta) che T amministrazione del Maccaferri lasci desiderio di sè in questa provincia, ci corre di molto. E non è che per dileguare questo equivoco e non lasciar traviare la pubblica opinione negli atti illuminati del Governo, che noi abbiamo stimato. di tornare forse per 1' ultima volta su questo proposito; poiché I1 applaudire, anche in forma indiretta, al modo tenuto dal Mac-caferri nel governo di questa provincia, sarebbe
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yersevtraverU usqne adfinem. L'Istituto Convitto si aprirebbe nell1 ex Convento dei P.P. Cappuccini, adibendosi di tal vasto edificio-una buona parte, che verrebbe ridotto, all' uopo-
secondo ogni regola d' arte.
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Campii 1. maggio 18761.
Il 27 decorso aprile, dopo un anno e di-ciotto giorni dalla morte^ si sono celebrate e-«equie straordinarie ia chiesta Chiesa ex Cattedrale alla memoria (iella signora Antonietta Marziale vedo-va iaenetti per uno slanci-©»di vivo ed imperituro affetto del di lei fratello Nicola Marziale.
La messa in musica diretta dal maestro» Dati ed eseguita da scella adunanza di suonatori e cantori teramani, ai quali con animo gentile e cortese si sòno uniti il signor Ferdinando Massei, Carmine, Nicola e Norberto Rozzi, Luigi Lucqu-e, Carlo VignoJa e Giovanni Gentile di Cajnpli, è riuscita di commoventis-sirno effetto. la mezzo della Chiesa, acconciamente parala a lutto, sorgeva il cenolafio, a-dorno d' iscrizioni dettale dal prof. Costantini, bellamente ricordanti le virtù dell1 estinta.
Tutta la cittadinanza è accorsa alla mesta cerimonia per rendere un meritato tributo di affetto ad una donna amata dall' universale e< ricordata con grande desiderio.
(Cont. e fine vedi n. 33)
Infatti, aì Mjeuner del mattino seguente ci trovammo netì mMesimo desco. Quale non fu il mio stupore nel riconoscere in una delle attrici la signorina Elvira B.....che, per
caso, aveva veduto a Milano ! Non mi fu diffìcile attaccar dtìoorsoj piuttosto penai un pò a ricordarmi alla sua ine-f Moria Ma quando le circostanze! di quella soirée rivissero* ssella sua mente, quando le ricordai il nome dell' amico che-sm aveva presentalo in casa sua, essa mi strinse la mano> " rote nna vecchia conoscenza. Naturalmente mi ardeva iJU én>.ietto di sapere qualche cosa di questa trasformazione. Em «e ne avvide ; il suo viso prese tosto un* aria di ine-" *ia*4 Avrebbe voluto parlare a lungo, se non fosse slata Merton* la presenza degli altri due. Si limitò ad invi-t*rm ytt la sera «figliente alla recita della Aivincita di Circùiti ; ed annunciandomi che essa ne sarebbe * " i I* protagonista la nua fronte si rasserenò, ,i suoi occhi
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attrice non mentiva, non ingauna.va.il pubblico, bensì manifestava un intero, passalo di bagliori e di disilusioni, un arcano poema di affetti e di memorie. Gli è: cho- in ossa non era artificio, ma il riflesso fedele della, propria natura, impetuosa nelle commozioni, poderosa neUumulto subitaneo degli affetti, ricca d' energia e di coltura.
Quando, finita la recita, ebbi a scorgerla nel peristilio del teatro, essa già muovevasi verso di me. Mi congratulai con lei del hi'i'lanie successo, e le feci intende e che la sua trasformazione non era più per me un enigma.
- Ah l ella dis*e; pensi lei"- un pò quinte memorie mi risvegli la recita della Rivincita: io in quel momento mi sento artista, il mio cuore sussulta come mai non fa, ir animo mio arde d' amore, anela una nobile vendetta - eceo- tutto. E la prima volta, che recito la Rivincita: io stasera* era ubbriaca di desio, di-passione, di memorie lunghe quanto l'amore cho mi avvinse. Se lui. ci fosse stato..... lui, l'ingrato .,...
E qjiì una lacrima bagnòli! suo ciglio.
Più volle ebbi in seguilo occasione di rivedfcro la signorina Elvira B....; - 1' ultima volta la rividi a. Cremona , neli teajxò Ricci, ove - passò un'intera stagione. I suoi progressi neU.' arto erano continui: le parli che meglio le si confacevano erano quelle del dramma. Non era una Ristori, non era una Virgìnia Marini o una Giacinta Pczzana, - ci vuol altro per raggiungere queste fulgidissime stelle dell' arte. Ma in lei v' era il, genio, I' attitudine di emularle un giorno, le forme splendidissime della persona, una voce che prendeva alternativamente i più soavi e i più imperiosi toni nella rappresentazione della parte che Le spettava.
Una delle produzioni, in cui. trasfondeva.altresì 1' immensa* passione che la divorava, era il Cuare ed Arte di Leone Forti»-. Quando, coperta di applausi, finita la recita, rientrava nel camerino, l'artista era spossata* il,suo sguardo velayasi di. languore, lo labbra atteggiavansi ad un fremito di sorriso o di. trionfo. Essa non ne poteva più. Le situazioni di quello, splendido lavoro del forti* si attagliavano troppo bene a quelle*reali, dell' animo di lei, per non produrle una profonda commozione1
Anima gentile di donna, cuore appassionato di artista, non* seppe mai liberare la sua memoria da chi un giorno le far ceva mondaci promesse.- Essa più volle mi ripeteva il detto della Siaci : per voialtri uomini 1' amore è un episodio, per noi. j dònne è la storia perenne* della vita.
Essa ora è morta, lontana dai suoi. Il suo corpicino, così vtcco di grazie e di bellezze, riposa in terra straniera. Attorno al suo letto non assistevano nè i parenti, nè gli amici. Solo i compagni d' arte hanno potuto chiuderle gli occhi che an giorno fecero palpitar veloce tanti cuori. Forse negli ultimi momenti di sua vita, si saranno pur ridestale in lei le assopite sensibilità dell' animo, lo svanite speranze, la brama ardente dell' amore I...
svinare (come collo sfoggio di una rettorica annacquata- tenta di dare la Gazzella) che l'amministrazione' del Maccaferri lasei desiderio di sè in questa provincia, ci corre di molto. E non è che per dileguare questo equivoco e non lasciar traviare la pubblica opinione negli alti illuminati del Governo, che noi abbiamo stimato. di tornare forse per l'ultima volta su questo proposito; poichò I1 applaudire, anche in ferma indiretta, al modo tenuto dal Maccaferri nel governo di questa provincia, sarebbe un pendersi complice morale delle enormezze commesse: colpevole debolezza, della quale possono essere capaci i redattori della Gazzella,
non i nostri teramani.
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In Airola sembra assicurata 1' elezione del Mezzanotte. Ce ne rallegriamo di cuore con lui e colla Camera, che ricupera così uno dei suoi migliori..
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tetterò da Mantova pervenute a nostri autorevoli amici ci pongono in grado di rallegrarci colla provincia per la nomina del cav. Millo a nostro prefetto. Non crediamo agginn-gere di vantaggio attendendo la conferma dai fatti.
Ultime notizie
%* fieri- alle ore 4 p. m. arrivò il nuovo prefetto Gustavo cav. Millo con la sua fami-glia^ Furono ad incontrarlo la Giunta, la Deputazione provinciale, l1 intendonte Sibilla, il Capitano de' carabinieri, il Consigliere delegato, ed alcune signore.
Egli è piuttosto pingue, ha lui la la barba, e dall' aspetto sembra che sia sulla quarantina. Vestiva in nero, come pure la sua signora. Nella carrozza, scortala dai RR. Carabinieri, sedeva a sinistra del cav. Millo il Consigliere delegato, e di fronte stavano i signori Mo-schioni e S^acselli. Il cav. Millo ha seco tre figli, di cui il maggiore è sul terxo lustro. In sulla sera fu invitato dalla Dep. prov. ad un banchetlo di 30 coperte.
F. Taffìorelli direttore responsabile
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