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amministrativo nel nostro povero paese. Non ci è più da illudersi: il sistema finora tenuto ih già fatto il suo tempo; V accozzata compagine che funzionò sino a ieri, ha smarrito ogni sua forza; la destra coni'ella è, ha perduta l'antica autorità; e però se non rimuta concetto, se non i-smefie il vecchio andazzo, se non piglia un indirizzo nuovo, e se non si ritempera in altra più viva e più gagliarda vigoria di spiriti e di voieri, è beli1 e sfatata; e, o si rende per lu'ngo tempo impossibile al governo, o, tornandoci, non rappresenterà certo il pensiero e le aspirazioni della grande maggioranza della nazione. La situazione è questa.
Che dir. poi di quanti oggidì si mostrano esaltati per l'ultimo avvenimento? Non crediamo che il Ministero abbia molto a lodarsi della tumultuaria benevolenza che gli v ene dimostrata. Nè crediamo che queste agitazioni, che non raramente finiscono col sangue, come dimostrano i recenti fatti di Vallo, giovino alle stesse utili riforme che si propugnano. Poiché nascono da esse le u'opie d'ogni genere, non e-sclusa quella, eh1 è più strana di tutte, della imminente abolizione delle tasse; non che l'esagerate pretese di proscrizioni e di novità che, se non hanno altro difetto, mancano certo del necessario requisito della prudenza c del buon senso. Cotesti uomini dalla tempra indocile e dalle smoderate passioni, ci hanno l'aria di quel pmr robuslus di Hobbes, che, non uscendo mai di fanciullezza, vuole ad ogni costo far sempre il discolo e il monello.
Un tal procedere però assai nuoce ad essi, come nuoce assaissimo alla civile società e alle pubbliche libertà il trascorrere ad incompost) e licenziosi atti. Le grida, i tumulti e le violenze popolari devono,
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difìzio è costrutto, la necessità di far qua è colà dei risarcimenti non porta certamente che non debba rimanere una sola pietra del vecchio: per la seconda poi non può dimenticarsi il noto adagio che del far presto, spesso si rende capitale nemico il far bene. I cangiamenti e le riforme nò s'improvvisano ne si esagerano.
Badi pertanto il Ministero a non farsi rapire la mano da' suoi improvvidi amici, e, se occorre, reciria di un colpo i vecchi amori e le nuove impazienze, assumendo risolutamente per propria insegna l'antico e sapientissimo motto : cunctando restituii rem\
11 Meeting Abruzzese
Ecco il riassunto del discorso del signor Pio Mazzoni: al prossimo numero daremo quello del 'De Sanctis,.
Il timore della morte è peggio del morire. La spada di Damocle che da più anni pende sopra la nazione italiana la mise in uno stato peggiore di quello della morte. Fummo trattati male dai Satrapi decaduti: ora ce ne siamo liberali. Vedi abnegazione!... noi ai loro arbitrii ed alle continue prepotenze non opponemmo altro grido, che quello di Viva 1 Italia, viva Vittorio Emanuele. Potremmo a questi Satrapi dire: vi fummo fedeli come cani, e voi come cani ci trattaste. La Nazione a-spetta molto dagli Uomini nuovi. Caduto Min-ghetti, venne Depretis. Costui disse che era finito il tempo degli abusi. Noi dobbiamo appoggiare il governo con pubbliche adunanze. Ecco perchè ci riunimmo. La libertà del voto, l'indipendenza dei Comuni, il libero insegnamento e 1'indipentlenza dei magistrati sono i perni del libero reggimento.
Questo solo istruirà, e non crescerà h p^ ventù ai vizii. Da ultimo respinge le imìmn-zioni di taluni e le false credenze (fi altri, eie le nostre provincìe sieno incivili c che gli ^ bitanti siano tanti lupi, oisi ed animali feraci capaci solo di fare i briganti. Invece oggi ?jj tutti è conosciuto l'ingegno dei meridionali nelle scienze e nelle arti. Il meeting istesfo era una prova di quale e quanta luce di civiltà seguì nei popoli abruzzesi. (Bene!) Favoli perchè si migliorino sempre di più le condizioni morali ed intellettuali dei nostri sili, gii tanto favoriti dalla natura, (Applausi).
V Corriere agricolo
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IL CONIGLIO
II Michelet alla domanda che proponeva. Qui dira bien ce qui est grand? risposo: Toni est grand, tout est importante tout est égal m sein de la nature. Questa medesima risposta dovrebbe darsi a chiunque volesse sostenere essere di piccola importanza l'allevamento delle bestie di bassa corte.
11 Gayot, mentre segna su dati sicuri, la cifra di seicento milioni come totale entrata che ha la Francia dai polli, dalle oche, dai palombi e dai conigli domestici, a questi ultimi attribuisce il prodotto di cento venti milioni.
« Basterebbe guardare per poco il che il coniglio occupa nella sodisfazione «lei bisogni dell'uomo per riconoscerne la incoa-testabile utilità. I nostri manufatturieri f«roa sempre obbligati di domandare all' estero 11 maggior parte delle pelli di coniglio, m^® che il nostro clima, per essere favorevole produzione di questo animale, ci potrebbe tere in grado dì esportarne abboudanteffi*H!^
Queste parole dello scrittore francò. ^ mano un diretto rimprovero a noi italia®1 s per la nostra indolenza ci siamo resi irtb^^L dell' estero di ben SO milioni ai lire atf
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dallo smoderato passioni, ci hanno l'aria di quel puer robusftis di Hobbes, che, non uscendo mai di fanciullezza, vuole ad ogni costo far sempre il discolo e il monello.
IH tal procedere però assai nuoce ad essi, come nuoce assaissimo alla civile società e alle pubbliche libertà il trascorrere ad incomposti e licenziosi atti. Le grida, i tumulti e le violenze popolari devono, più che in altri tempi, reprimersi oggidì. La piazza, che non è stata nè sarà mai buon giudice di quello che meglio occorre, non può più imporsi a chicchessìa; poiché, fatta l'Italia e costituito il naturale suo reggimento, l'èra delle convulse agitazioni è chiusa per sempre.
Stoltezza è quindi pretendere che tutto si trasformi e subito; imperocché per la prima parte è da notare che, quando 1' e-
APPENDICE
MOLTO RUMORE PER NULLA
COMMEDIA IN 5 ATTI DI W- SHAKESPEARE Versione italiana di A. ACQUA VIVA
INTERLOCUTORI
D. PEDRO principe d' Aragona D. GIOVANNI suo fratello bastardo CLAUDIO giovane signore fiorentino favorito di D. Fedro BENEDETTO giovane signore di Padova favorito di D. Pedro LEONAXO governatore di Messina ANTONIO suo fratello BALDASSARE servo di D. Pedro BORACCHIO e CORRADO seguaci di D. Giovanni POGBERRY aì VERGES Ufficiali sciocchi che rappresentano una parte buffa
l'!IO SCRIVANO O* yUATB UN FANCIULLO
JIÉRO figlia di Leonato BEATRICE nipote di Leonato
MARGHERITA e ORSOLA dame di compagnia di Héro
Mé5&Ì; GUARDIE, SERVI
La tana i in Messina
vui OUIIIU Celili ci umiliati;, un
spetta molto dagli Uomini nuovi. Caduto Min-ghetti, venne Depretis. Costui disse che era finito il tempo degli abusi. Noi dobbiamo appoggiare il governo con pubbliche adunanze. Ecco perchè ci riunimmo. La libertà del voto, l'indipendenza dei Comuni, il libero insegnamento e I' indipendenza dei magistrati sono i perni del libero reggimenlo.
Discorre della libertà del volo, ed accenna al bisogno da tutti sentito dell' estensione del voto e delle modificazioni della legge elettorale. Propone che si escludano dal parlamento tutti gì1 impiegati. Fa voli perchè ai Comuni si ridoni la loro indipendenza, la liberlà nel-1' amministrazione dei loro beni, e la libera scelta dei loro Sindaci. É necessità che l'insegnamento sia messo nelle mani del laicato.
Atto primo
N SCENA PRIMA Davanti al palazzo di Leonato Entrano Leonato, fiero, Beatrice e seguilo con un messo
Leonato Odo da questa lettera che D. Pedro ,d' Aragona giungerà stanotte in Messina.
Messo Credo cbe a quest' ora ne sia molto prossimo , distava appena tre leghe quando lo lasciai.
Leonato Quanti uomini perdeste nella battaglia ?
Messo Solo pochi gregarii, ma nessun soldato di grido.
Leonato Poche perdilo, doppia vittoria. Qui vedo cho D.
Pedro prodigò molti onori ad un giovine fiorentino per nome Claudio. ,
Messo Molto si meritò, e adequatamonfe fu da Don Pedro ricompensato; egli agì al di l;l della promessa de' suoi anni, facendo, sotto figura di a-gnello, atti da leone. Invero superò , aspettativa più di quanto io vi possa mai dine.
Leonato Ciò arrecherà gran gioia ad uno zio che ba qui in Messina.
Messo Gli consegnai alcune lettere, e mostrò molta contentezza; anzi tanta, che non potè essa apparire senza 1 segni all' amarezza consueti.
Leonato Pianse?
Metto Assai I
testabile utilità. I nostri manufatturieri furon sempre obbligati di domandare all'estero la maggior parte delle pelli di coniglio, mentre che il nostro clima, per essere favorevole alla produzione di questo animale, ci potrebbe m«t-tere in grado dì esportarne abbondantemento.>
Queste parole dello scrittore francese formano un diretto rimprovero a noi italiani che per la nostra indolenza ci siamo resi tributari! dell'estero di ben 20 milioni di lire all'anno colla sola importazione delle pelli di coniglio per uso di pellicceria e dei peli per la cappelleria.
Da tali considerazioni era mosso il canonico Antonio Monzini da Como a scrivere uno stupendo ragionamento sulla educazione del coniglio in Italia, e, dopo d' aver detto dell' u-tile che se ne ricava con la vendita delle pelli, conchiudeva: « Italiani, per voi, e specialmente per la classe agricola ed operaia, ho procurato
Leonato
Beatrice
Messo
Leonato llero Messo Beatrice
Leonato
Messo Beatrice
Messo Beatrice
Segno di soverchia bonlà; i visi da simil pioggia bagnali non son bugiardi. Non è meglio piangere per la gioia, che gioire pel .pianto? fai Messo) Ditemi, vi prego, è oppur no .ritornato dalla guerra messer lo Spavaldo? Non conosco alcuno di questo nome, mia signora, nè havvene nell' esercito che io mi sappia. Chi è questi di cui domandi, o nipote? Mia cugina parla di Messer Benedetto di Padova. Oh sì I è di ritorno ed atlegro, come sempre. Poso un affisso qui in Messina, sfidando Amore a tràr la balestra in aria ad alti voli. Il buffone di mio zio, avenda letta la sfida, accettò inveco di Amore , e provocò lui a tirar 1'archetto agli uccellini. Ditemi I quanti uomini ba egli in questa guerra uccisi o divorati ? Si I quanti ne ha uccisi ?.... perchè ha promesso di mangiarli tutti /
In fede mia, nipote, tu soverchiamente maltratti messer Benedetto; non dubito del resto eh' ei {non li renda pan per focaccia. Molli servigi egli rese, signora, in questa guerra. Avevate molte vettovaglie, e vi ha aiutati a mangiarle ; ah ! è un valentissimo scalco ed ha uno stomacò eccellente.
È anehe un eccellente soldato, signora.' Un buon soldato, forse paragonato ad una signora; ma che è egli, rispetto ad un signore ?
( Cottfritìta/
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