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CAPO III.
DELLA LINGUA OSCA.
§.21. Della lingua osca, quasi identica alla lingua sabina e già formata un 12 secoli prima di Cristo, conosciamo varie voci di noto significato, di cui qualcheduna è stata già da noi recata in mezzo, ed altre come dalivus per insano, famel per servo, gelu per ghiaccio, hirpus per lupo, italus per vitello o bue, Lucetius per Giove, petora per quattrojpipalio per clamore di chi piange, pilpit per quidquid, secula per falce, sollum per lutto e solido, sublicius per ponte di legno, supparus per veste, ungulus per anello, ec., possono vedersi presso il Jannelli, Iscr. Osche, p. 68. Ma, quello che più monta, sono pervenute a noi molte iscrizioni di questa lingua. Ecco quelle de'popoli nostri (1).
Iscrizione Amiternina :
MESENE
FLUSARE
POIMUNIE
ATERNO
AUNOM
HIRETUM.
Cioè, cippo che divide i campi, ed indica la parte attribuita $d Amiterno e quella ad Ereto* Per certo VAlernoaunom o popolo del fiume Aterno corrisponde a quello, che dice Varrone, 1. 1. IV: qui circum Aternum habitant amnem, Amitermini appellati. L'Amphi premesso ad Aterno non dovev' appartenere alla lingua sabina, ma al latino, e perciò P antico nome di Amiterno doveva essere Aterno, omonimo di Aterno or Pescara. Ereto ed Amiterno dovevano star vicine, appunto come ci fa intendere Virgilio.
(0 V' Jannelli, o. c. p. U4.
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