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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   latina. I Latini furono agrofili e cittadini a preferenza di qualunque altro popolo, e l'agrofilismo predomina certamente nelle tavole Eugubine, massime pel collegio dei Fratelli Atiersl: Marte Pico o Gradivo de' Romani sembra identico a Mars Ptquier o Grabovie ( col cangiamento eolico del 6 e d ) delle Tavole Eugubine: i Fratelli Arvali dei Romani e gli Atiersi nominati nelle Tavole Eugubine sono ancora identici: finalibente par che l'espressione di Agre Tlatie Piquier Martier ci dia l'agro del Latto o latino di Marte Pico.
   §. 24. Che queste tre lingue fossero state distinte fra se, qualora non si vogliano unificare la sabina e la osca, e di- ' verse dalla etrusca e latina formata nel V secolo di Roma, si può dimostrare non solo con la intrinseca diversità delle iscrizioni ed altri documenti che ce ne sono rimasti, ma eziandio coli' autorità degli antichi, e con la diversità dei popoli Sabinici, Aborigeni ed Etrusci. Noi diremo qualche cosa dell'autorità degli antichi scrittori.
   I. Livio, 1. X, dice, che C. Valerio Massimo per intendere quello, che dicevano alcuni pastori etrusci e rossellesi, tolse per interpreti alcuni di quei di Cere; e, nel 1. 1, dice, che tra gli Etrusci i Fidenati uniti ai Vejenti sotto Tullio Ostilio , e che noi sappiamo esser colonia degli Albani, latine sciebanL
   II. Lo stesso Livio, XL, c. 42, anno 572, pone, che ai Cu-mani si diede la facoltà di parlare in pubblico latinamente, et ut praeconibus latine vendendijus esset.
   III. Lo stesso Livio, X, c. 20, dice, che nel 456 di Roma erano andati nel Sannio armate romane che non sapeano la lingua osca.
   IV. Aulo Gellio, Notti attiche „ XVII, c. 17, dice, che Ennio si gloriava di conservare tuttavia il core de' padri suoi, cioè la lingua osca ; eppure quest' autore fu quasi il padre della lingua latina.
   V. Presso Festo, in voce Oscum, Titinio antico scrittor comico diceva : Qui osce et vobce [abulantur > quia latine nesciunt.
   VI. Lucio Apulejo dice trilingui i Siculi dell'età sua , cioè che faccan uso dell'osco, del greco e del latino.
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