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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e sede stabile del genere umano, simboleggiò eoi tempo il principio fondamentale motore e conservatore delle società , per modo che a Vesta, posta fra i Lari, era sacro il vestibolo delle abitazioni, in cui raccoglievasi la famiglia, E nel vestibolo della Madre Stata si conservava il Palladio, da cui dipendeva il destino della gente latina, come da quello di Troja il fato della gente Dardanica. Allo spegnersi del fuoco sacro famigliare la famiglia si credeva venir meno, e, spègnendosi il fuoco sacro di Vesta, teme* vano i Romani, che disavventura gravissima stesse sopra alla Repubblica ( 1 ). E la cosa in Roma fu condotta a tali termini, che Vesta si tenne per l'essenziale della religione, e gli elementi delle divine cerimonie romane furono il fuoco ed il farro, come si ha nelle nozze confarreate aqua et igni, e nello impastamento delle corna e fronte alle vittime sulle are di Saturno.
   Vesta è strettamente connessa a Saturno, Vulcano ed Amore, che partono dallo stesso tipq teologico , e perciò si hanno a tenere per suoi tipi maschili. Di fatto, se Vesta è la terra o Madre Stata, è identica a Gibele antica Madre, che è la terra abitata.e custode delle città, onde i simboli delle torri a figurare i luoghi abitati, del timpano e del tamburo, specialmente presso i Frigi, come Vesta che ebbe anche per simbolo il timpano al dir di Snida, si offre anche turrita (2) qualche volta, ed al pari di Gibele ebbe sacro l'asino (3). Essendo Vesta la gran Madto degli uomini e degli Dei non meno che Gibele , è identica anco ad Opi e Rea. Per tutto questo dobbiamo dire , che in gran parte la Vesta nostra si abbia a tenere per diversa da quella dei Greci, non meno che per identica perfettamente a Gibele, moglie di Saturno, cosmogonico o geogonico e perciò antidiluviano. Sanconiatone e Filone di Bibli dicono, che
   (4 ) Livio, Y, 52 ; XXVI, 27 ; Cicerone, de leg., II, S.
   (2) Turrita si ha in un simulacro prodotto dal Fabretli, ed in un nummo di Smirne, in cui si dice Sypilene.
   (3) Ovidio racconta, che un raglio dell' asino salvò Vesta dalle mani* del cupido nume di Lampsaco. Perciò, secondo Virgilio, Vesta* delirium e A asinus; e nelle feste di questa Dea coronatami degli asini pubblicamente, un banditore gridando : Festum est Vestae} atinip coronatur.
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