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tria figlia dell'agricoltore Latino avesse avuto Giano. Ciò si conferma dalla fuga di Saturno ancora sul monte Nifante presso al Fasi, come prima sul monte Cturo o Cronio del Peloponneso (1).
Per questo Saturno era anche velato, potendosi accennare alla natura centrale di Saturno , al fuoco secreto, anima del mondo che dal caos trae le cose, come a Vesta benanche si attribuisce il velo , simbolo della caligine e tenebre caotiche le quali ricovrivano e nascondevano le forme delle cose nello# stato cosmico dell'universo, di cui Vesta e Saturno son l'anima.
30. Vesta fu adorata principalmente dai Vestini, cui diede il proprio nome, giacché si dice Magna Mater Vesti-narum in una iscrizione,. e Vestea fu forse nel Pennese. Vesta ebbe onori anche nella città di Sulmona, Teramo ec., sotto il nome di Opi fra i Marsi, ove diede il nome ad Opi, ed in Alife ; sotto quello di Cibele in Rieti, in Avellino sul Monte Vergine, Corfinio (2), Chieti, ec. Fuori degli Abruzzi poi fu adorata principalmente in Alba, Lavi-nio, Roma, Aquino, Capua, fra gii Etrusci ec.
Volcano fu adorato principalmente in Isernia, che ne tolse il nome; giacché Aesemom è da Ascr fuoco, e noe nom luogo, sede, abitazione. Vulcano adunque diede il nome ad Isernia, dove avea sede e tutela, non già la voce Aesar degli Etrusci, come altra volta noi sospettammo, giacché non altra divinità potente poteva darle il nome, e le divinità degli Etrusci non posssono affatto rinvenirsi nel centro del Sannio, che nominai soffri impero Etrusco, e conservò sempre intatti religione linguaggio e costumanze nazionali.
Saturno al pari di Vesta fu adoratissimo dai Sabini,
(4) Dionigi di Alicarnasso però ci dà alcuni caratteri del Saturno latino, che lo distinguono dal greco, dicendo, 1. II, p. 4 Si : Neque enim Coehm exectum a suis liberis apud Romana$ traditur, neque jSaturnus proprias nato* devorant, metuensve ne appetatur ipsorum insiditi: non Jupiier Saturnum patrem regno dejectum includens carcere Tartari.
(2) Quivi era con Attino, e perciò si deve distinguere dalla Vesta prisca o Cibele nostra; giacché Cibele connessa ad Attino sembra appartenere ad an collegio estraneo al nostro. Servio ci conferma in questa
opinione , come anche Dionigi di Alicarnasso, 1. II, p. 4 52.
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