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Degli Abruzzesi Primitivi
Saggio mitico-storico
Panfilo Serafini
Tipografia di Monte Cassino, 1847, pagine 289

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   A questi mostri attonito e confuso li re tosto l'oracolo di Fauno Suo genitor ne l'alta Albunea selva Immensa, opaca, ove mai sempre suona Un sacro fonte, onde mai sempr'esala Una tetra vorago. Il Lazio tutto E tutta Italia io ogni dubbio caso • Quindi certezza, aita e 'nd rizzo attende. E l'oracolo è tale. Il sacerdote Nel profondo silenzio de la notte Si fa de l'immolate pecorelle Sotto un covile, ove s'adagia e dorme. Nel $onno con mirabili apparenze Si vede intorno i simulacri e l'ombre Di ciò ch'ivi si chiede; e varie voci, Ne sente, e con gli Dei parla e con gl'Inferi ( 1 ).
   III. La compagnia di Bacco vinifero o Libero, accompagnato da Sileno, anche tipo del genere umano (2), non semplice pedagogo.
   IV. L'istituzioni principali delle cose sacre e civili dei Latini Egli ammaestrò gli Aborigeni a temere i Numi, a costruir templi, sacrar boschi e fani, da lui denominati; ed ordinò il dritto delle genti (3).
   V. La nascita da Pico o Giove Marte od Apollo, come quella di Pico da Saturno. Virgilio dice :
   . .. Era signore, Quando ciò fu, di Lazio il re Latino, Un re che veglio e placido gran tempo Avea '1 suo regno amministrato in pace. Questi nacque di Fauno e Marica Ninfa di Laurento ; e Fanno a Pico Era figliuolo, e Pico a te, Saturno, Del suo regio legnaggio ultimo autore.
   (0 Eneide. 1. VII.
   (2) V. Virgilio, Ecloga, VI.
   (3) V. Giustino, 1. XJLUI.
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