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si ha dall'Ercole di Camerina (1 ). I Goni enotrìci ed arcadici da questo Cona od Ercole trassero la loro denominazione (2). Quest'Ercole Pataico ed Epitrapezio, è stato sincretizzato con altri Ercoli, il cui culto fu introdotto in Italia da popoli più recenti, come con quello degl' Iberi ( diversi dai Tibareni ), che vennero dalla Spagna. Quest'Ercole è forse quello che ha la nave di Gerione, Arabica e Fenicia, e che dalla genealogia mitica si connette agli Adramiteni e Tarsisi dell'Assiria. Egli muove verso il sud, gittasi nell'Egitto, indi corre nell'Africa lungo le coste dei Mediterraneo, conquista la Spagnaio di là passa nell'Iber-nia, nella Gallia e nell'Italia, dove bagna i buoi d'Iberia nel Tevere, secondo Virgilio. Esso generalmente vedesi adorato nelle città poste sul Tirreno.
L'Ercole nostro, che percorre il Mediterraneo e che pò* tremmo dir Beotico, come gli altri due, l'Assiro che fa le imprese nell'Asia, e l'Arabo che fa il giro dell'Africa, si rannoda al tipo originario dell' Ercole Atlantico. Siccome artefice non può esercitare la sua forza demiurgica pel perfezionamento del mondo, laddove non operi sopra i semi delle cose, sopra gli elementi già nel caos generati e con* cretati. Poiché gli antichi figurarono la divinità spermago* nica generalmente nel bue a volto umano, quasi sempre nelle medaglie delle città italiche vediamo Ercole ed il bue, dal quale bue, detto Italo e Fitofo, onde il nostro vitello in lingua italica antica, venne la denominazione agl'Italiani, come agli Etoli ed Atlantici, nostri antichi fratelli. Da ciò la favola, che Caco del Lazio, ed Erice di Sicilia rubato avessero i buoi di Ercole, che un bue di Ercole sbrancatosi avesse passato il faro di Messina, ed Ercole, domandandolo dovunque sotto il nome d'Italo, avesse data occasione al nome d'Italia. Da qui l'altra favola, ch'Ercole
(4) V. Jannelli, Vet. Ose. Imcriptp. 39; Tentam. Hermen. Gener praef. p. IX.
(2) Etimologo Magno, v. Comes: Gentem italicam a Corte, ide»t ab Hercule, quem j sua lingua sic vocant. cf. Seldeno, De Diis
Siriis, p. 272 e 339: Jablonsk, Pant. Mgypt. 1.1, p. 488; Àtenagora, p. 48; Damaselo, fra gli Anecd. Wolf. t. III, p. 254.
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