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' da Virgilio, per l'adorazione al di Platone Sorano o Summano e di Feronia, e per gl'Irpini ed il simbolo mitico del lupo, e per la loro connessione ad Haleso figlio di Agamennone , e per la loro stessa denominazione conforme al genio della lingua Sabina. I sabini mettevano la f in luogo
dell7A (1), e Servio ai versi di Virgilio,
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Hi Fescenniqas acies, Aequosquae Faliscos, . Hi Soractis habenjt arces, Flaviniaque arva,
dice: Faliscos Balesus condidiC. Hi atUem, immutata hmf, Falisci dicti sunt, sicut febris dicttur quae ante hebris diceba* tur* Formiae quae Hormiàe fuerunt. Nam posleritas in multis nominibus f prò fa posuit. Justos autem dicit, quia populus RomanuSj missis decemviri* j inde multa cólkgib et nonnulla supplemento duodecim tabularum accepit.
Diomede fu venerato principalmente in Benevento, fra gli Appuli e vicino al Pado, come i Dioscuri, Castore e Polluce, ne'Sabini, specialmente in Tiora, in Isernia sotto il nome di Numi Aderenti, ed altrove.
Noi ci rimaniamo dql parlare del Sole e della Luna, adorati in Garseoli, Gorfinio, ec. delle Ninfe Gommozie del Lago Cotilio, del Dio Fucinò, Forco e-Gìove Aterno, della Sibilla di cui si hanno tracce ne'Sabini e fra i Pretuzi, del Centauro con Gerione, che si ha tra i Frentani, specialmente in Ge-rione e Larino (2); ed accenniamo solamente, che gli antichi nostri .Sabini furono iconoclastici, come furono i Persiani loro padri e fratelli: Di fatto, fra gli altri argomenti che si potrebbero addurre, abbiamo che gli antichi Latini ebbero l'elemento dell'iconodlasticismo. Ovidio, seguito da Plutarco (3), dice, che Vestanon ebbe immagine pressagli antichi Bomani:
Esse diu stultus Vestae simulacro putavi, Mox didici curvo nulla subesse thoro.
(0 y. §. <9, p. 60.
(2) Come di Velinia del lago Velino, e de'Noyensili. Arnobio, 1. IH, dice : Novensileis Piso Deos esse credit novem, in Sabineis apud Trt-biam constitutos, ec.
(3) Vita di CammiUa.
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