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Ignis inextinctns tempio cela tur in ilio,
Effigiem nnllam Vesta nec ignis habet ( 1 ).
Anche S. Clemente Alessandrino, forse tenendo dietro a Varrone, tiene che i Latini per 200 anni furono senza immagini. Da questo però non abbiamo a dedurre, che i La* tini di loro natuta furono iconoclastici, perciocché furono in gran parte affini agli Elleni ed ai Tirseni, che si hanno a tenere-per iconoplastici. L'iconoplasticismo etrusco in breve dovè trionfare sopra l'elemento contrario de'Sabini, cosicché Virgilio potò favoleggiare «he nell'atrio del re Latino si conservavano, le immagini d'Italo, Giano, Sabino, Saturno, od altri re Aborigeni:
Era la corte un ampio, antico,'augusto Di più di cento colonnati estrutto ' In cima a la città sublime albergo. Pico di Laiirento il vecchio rege L'avea fondata. Era d'oscure selve, Era de'Numi de'primi avi suoi Sovra d'ogni altra veneranda e sacra. Qui de'lor scettri, qui de'primi fasci S'investivano i regi. In questo tempio Era la curia, eran le sacre cene,. Eran de'padri i pubblici conviti De l'ucciso ariete. Avea d'antico. Cedro nel primo entrar Fun dietro a l'altro De'suoi grandmavi i simulacri eretti Italo v'era, e*l buon padre Sabino, - Saturno con la vite e con la falce, Giano con le due teste, e gli altri regi Tutti di mano in man, che combattendo Non for di sangue a la lor patria avari. Pendean da le pareti e dV pilastri Un gran numero d'armi e d'altre spoglie Prese in battaglia. A i portici d'intorno
0) Lo stesio ci dice Pausania degli £rmoniensi.
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