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sia in posizione, p. es. Pane (pane) — Sane (sano). Sono eccettuati i plurali mascolini dei nomi, e le seconde persone singolari dei tempi, che passano in I, come vedremo nella Morfologia — p. es., Cande (io canto) Ghinde (tu canti) — Panne (panno) - Pinne (panni).
2° ARIO-ARIA s"empre in ARE togliendone l'I — Non occorrono esempi.
Non parlo di Clavus e di Malus, perché se n' è parlato troppo.
3° Lunga, diventa ^E, e — Legge — Femmeng — Eccettuati, come sopra, i plurali mascolini, e le seconde persone singolari dei tempi, che passano in I; p. es., Piene, Piine, ecc.
4° Breve — L'È latino breve che il Toscano ha mutato in IE il nostro dialetto ha ritenuto intatto — Fele — Mete — Pete — Fé (venit) Té (tenet): qualche volta passa in I, Dice (decem) — La solita eccezione, detta già due volte, dei plurali e delle seconde persone.
5° EU, EI, EO, si mutano in I - p.es. Mi (meus, mei ecc.) e così EA, E/E, EO, si mutano pure in I — e per evitare l'iato si frappone un j, p. es. Addecrije, — Mije.
6° In posizione per Io più — IE, è — Perde — Férre, ecc. In questo il nostro dialetto è simile alle lingue Valacca e Spa-gnuola (i) - Spesso però passa in I — Licinqsje — Simbre.-
I
7° Lungo, intatto - Fijje - Marite, ecc. 8° Breve, spesso resta intatto. Pile — Nire — Vitre, ecc. ed altre volte si muta in e - Feve — Fete (Fides) — Cennere -
O 00 C 0 V •/ C 0 C
(cinis).
(i) DIEZ, tom. I, 142.