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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPO IV. Iato e dittonghi toscani.
   36. Ho accennato esser nemico il nostro dialetto dell'iato e preferire piuttosto l'aspirazione come in PaMre, ecc.
   Ma per impedire l'iato ciò che usa più spesso è 1' epentesi di j ; già ne abbiamo visto varii casi.
   Eccone altri - Pajése - Ra^ejóne - Sa/ètte - Cajéte - Sapienti -Prudente, ecc.
   37. Così pure è nemico dei dittonghi Toscani, e perciò IE contrae in I I - Ghise - Pire - Piine, ecc. UO in o Sane -Tane - AI in I, Si (sai) Fi (fai). EI in I, Si (sei). Forse ciò avverrà perché noi pronunziarne col suono di dittongo l'O (uo) — e l'È (ie), quando sono in posizione.
   38. C'è un caso di epentesi di V, per impedire 1' iato -Fuve (fui).
   CAPO V.
   Consonanti continue.
   Non so perché in questa denominazione delle consonanti gli scolari si sieno scostati dal loro Maestro, F. Die^. Questi infatti distingue le consonanti in liquide e mute (i). L'Ascoli, e non so chi altro, quelle che il Maestro chiama liquide, dicono continue, e quelle mute, esplosivi. Io ho detto di voler seguire a preferenza YAscoli nella Fonologia, e perciò adotto anche qui la costui denominazione.
   (i) Op. cit. I, 188

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