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2j. Pei distributivi seguiamo a rigore il Toscano, e diciamo Terne - Quatèrne - Cinguine - Ducine - come pure nu ter%e
- nu quarte - Doppeje - Triple ecc. i così detti proporzionali
- Ma non conosciamo affatto gli aggettivi latini Binario, Sessagenario - e neppure i moltiplicativi Duplice, Triplice - Usiamo solo - Duppicce nella forma avverbiale A'dduppicce.
28. Qui è d'uopo avvertire che i più schietti fra i nostri popolani, e sopratutto le donne, non sanno contare oltre venti, e quando son giunti là, ricominciano da capo, e poi contano così — dò vendine - 40 — tre vendine - - 60, ecc. ; e se ci sono i
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rotti fra mezzo, dicono - tre vendine e ddice - dò vendine e
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ssette - e così seguitano fino a cento ed a mille - Arrivati a mille, non sanno procedere oltre e se vi debbono dire mille e cento, ricorrono alla moltiplica ; e dicono - unnece cende, dudece
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cende - 12 X 100 ~ n X 100. Un non.so che della lingua francese, che usa quatre-vingt per dire ottanta — quatre-vingt-dix per dire novanta.
CAPO V. Pronome.
29. Di pronomi personali il nostro dialetto ha solo Ji - (io) Té - Nò - Vò - ; manca di Egli, e di Ella e del loro plurale Loro - e li supplisce col pronome dimostrativo - Hesse — Hisse, ecc.
30. Questi pronomi, nei loro casi retti, quando sono in fine di periodo o precedono parole comincianti per vocali, subiscono la paragoge, è fanno Jije - Noje e Nuje - Voje e Vujt - rimanendo apostrofata la loro vocale finale nel secondo caso. Tu non subisce paragoge - I toro casi obliqui, soltanto quando sono in fine di periodo, ricevono la paragoge ne - L'a dette 'a mmene - ora retorn'a ttene.t
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