stretti a quella legge data dal Diez (i) che il mascolino ed il neutro latino si son ridotti al mascolino romanzo. E perciò noi diciamo : lu pere, lu mele, tanto all'albero, quanto al frutto.
Eccezione formano questi quattro, che sono femminili alberi e frutti. Live (ulivo) - Pleure (fico) - Mamele (mandorlo) -Nucelle (nocciuolo).
4° Le lettere dell'alfabeto le facciamo tutte femminili, meno I, O, U, Q, V, X, Y. Desìdéreje, che in latino è neutro ed in toscano maschile, facciamo femminile. Così facciamo femminile vendre (ventre). Il Saggio di Lessico indicherà altri cangiamenti di generi.
CAPO II. Articolo.
5° Nel vocativo, quando non si tratta di nomi propri, frapponiamo sempre l'articolo fra il nome e la particella O; p. es. si dice: O' Ndó, O Fiume - ma invece - O lu me (medico) - O li fé (o donne). Questa pare sia rególa costante.
6° Non usiamo mai gli articoli coi nomi di fiume - Turai -Pegole - Humàne, ecc.
7° Così pure non preponiamo gli articoli ai cognomi, e diciamo semplicemente - Tasse - Buccacce - e non lu Tasse - lu
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Buccacce - e neppure lo preponiamo ai nomi propri di donne, e diciamo - Marije - Antdleje, ecc., e non la Marije, ecc. Lo preponiamo però ai cognomi femminili - la Mille - la Ferructe. L' uso di preporre 1' articolo ai nomi di persone, secondo il Diez (2), il toscano l'ha preso dal greco. Noi, rigettando l'artìcolo, ci siamo tenuti più stretti al latino.
(1) Op. cit., tom. Ili, pag. 2.
(2) Ibid., pag. 20