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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   stantivo che lo regge. I verbi sono poco puliti per verità, ma questa loro sintassi e cosi singolare che non si poteva passare sotto silenzio. Essi sono : caca - pisci - fa - il quale esprime ambedue le dette necessità corporali. Dove dùnque il toscano deve fare questa lunga perifrasi, di - Sento la stimolo di cacare -Ho voglia, ho bisogno di pisciare - noi ce ne usciamo con dee sole parole - Temme cacate - Temme piscile. - oppure - Temme fatte - che esprime, come ho detto, i due bisogni. Il Tenere sarebbe latino, ma il participio usato così (io forse m'ingannerò), pare sia proprietà esclusiva del nostro dialetto. Fuori di questi tre verbi, non abbiamo altre costruzioni simili.
   57. Non usiamo affatto il gerundio perifrastico invece del participio assoluto, anzi non lo conosciamo neppure. Ci serviamo in luogo suo del perfetto dell'indicativo con gli avverbi Quanne - Dapù; per es. Essendo tornato io - si traduce - Quann' armenive ji ovvero Dapù ch'armenive ji.
   §3° — Uso dei tempi.
   58. Usiamo spessissimo il presente invece del futuro ; per esempio, Ji parte dumane ; e ciò per quel che ho detto.
   59. Del perfetto abbiamo le due forme, semplice e perifrastica ; e le usiamo con singolare proprietà.
   60. Del più che perfetto abbiamo una sola forma perifrastica, quella detta - trapassato imperfetto.
   61. Il futuro usiamo, come pur ho detto, per esprimere soltanto il dubbio, e come dice il Diez (i) la probabilità, ma non mai, o quasi mai, il tempo che deve venire.
   62. Pel futuro ripeterò il nostro uso, oltre del presente suddetto, anche quello del presente del verbo vide, e dell'infinito del verbo che si coniuga ; e si dice tanto bene - Parte dumane - quanto - Vujjt parti dumane.
   63. Anche del presente ci serviamo pel futuro perfetto.
   (i) Ibid., pag. 259.
   §4° —

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