Stai consultando: 'La grammatica ed il lessico del dialetto teramano. Due saggi', Giuseppe Savini

   

Pagina (95/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina      Pagina


Pagina (95/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina




La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 96 —
   SEZIONE SECONDA
   PROPOSIZIONE COMPOSTA
   CAPO I. Proposizione congiunzionale pura.
   i° Discende dalle cose già dette, che mancando noi di presente del congiuntivo, usiamo nelle proposizioni congiunzionali pure del presente dell'indicativo.
   2° Invece di questa proposizione congiunzionale noi non u-siamo mai l'infinito puro.
   3° La congiunzione che non viene mai da noi omessa, come nel toscano, e sotto nessuna forma.
   CAPO II. Proposizioni secondarie di concessione.
   4° Nella proposizione detta dal Diez (i) avversativa, è notevole una sintassi nostra particolare. Dove il toscano usa gli avverbi di concessione - benché - sebbene - quantunque, noi invece adoperiamo l'aggettivo bone, fatto, come ho detto, avverbio , preceduto dalla congiunzione e ; per es. Benché gli fosse padre, lo uccise - noi - Patr' e' bbone, l'accidó. Usiamo pure della locuzione avverbiale Nghe ttutte che (con tutto che) e diciamo Nghe tutte che fé fusse, o j'ahere Iti patre, ecc. - ma la forma schietta è la prima.
   (i) Ibid., pag. 331.

Scarica