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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 97 —
   5° Un' altra forma di congiunzione concessiva per noi è la preposizione cume accompagnata dal presente dell'ausiliare esse; e questa sostituisce le toscane - benché — per - che — per es. Ho avuto un guadagno, benché piccolo — Aje avute n'abbusche pic-cule cum' ahé. — Per bella che sia non mi piace — Belle cum' ahé
   o r o
   ne' mine piace.
   * o
   6° Facciamo sempre a meno della congiunzione che, quando si tratta di una concessione espressa per mezzo della parti-cella disgiuntiva (sive) seguita dal congiuntivo; per es. O vero o non vero che si fosse — U fusse lu were u no.
   J J o co
   CAPO III. Proposizione relativa.
   7° Nella costruzione della proposizione semplice col pronome aggettivo, non facciamo mai l'ellissi del pronome relativo; per esempio, Non rimase uno non lacrimasse - N'gi armano hune che nen blagnesse.
   8° Ed avendo detto mancare noi del pronome quale (eccetto quando è interrogativo), usiamo sempre l'altro che, ed in tutti i reggimenti.
   9° Non ci serviamo mai del neutro lo che, per rinviare ad una proposizione intera.
   CAPO IV. Proposizione interrogativa dipendente.
   io. Non adoperiamo mai come invece di che, dopo quei verbi detti dal Diez, verba sentiendi et significandi (i).
   (i) Ibid., pag. 35«.
   SAVINI, Dialetto Teramano.

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