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CAPO V. Proposizioni comparative.
11. Poco ci serviamo delle comparazioni - così — come — Alle volte togliamo così - e spesso ambedue ; per es. È così bello come buono - noi - È 'bbelle e 'bbone. Alle volte in luogo di come
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usiamo la preposizione de col pronome cbeste al plurale; per es. Na case de chiste — Una casa come questa - N"ommene de
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Mite, tee.
12. In luogo di tale - quale - usiamo per le due relazioni soltanto tale; per es. Tale patre, tale fijje.
13. E cosi in luogo di tanto - quanto - solo - lande - ripetendolo - Tande persóne, tande bicchire.
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14. Riteniamo pure la forma ripudiata dal toscano tanto che — ed in ciò ci accostiamo al francese autant que; per es. Veve tande l'acque che lu vine - come pure abbiamo l'altro francese
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tant - tant - Tande ssó ji. tande ssì tu.
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15. Abbiamo per altro quande (quanto) ma sempre preceduto dalla preposizione pe (per); per es. Tande vale l'onte, pe' cquande se fa vale.
16. Per unire una proposizione che dipende dal comparativo a questo comparativo medesimo, noi ci distacchiamo dal latino e dal toscano per l'uso della coniugazione che (quam) e seguiamo lo spagnuolo ed il portoghese, usando — De quelle che, senza la negazione (lo spagnuolo è do qué); p. es. È più bella che tu non credi — E cchiù belle de quelle che crile.
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17. E per indicare l'oggetto al quale è paragonato il soggetto sempre ci serviamo della preposizione de, e non di che, eccetto solo quando il paragone viene espresso per l'avverbio — Mijje ; per es. Mijje n' ave buje, che na balline dumane — Si dice pure per altro - Culla è mijje de ite. - Che, si adopera pure nel paragonare due qualità.