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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 108 —
   rispondergli il Toscano - Affogarsi in un bicchier d'acqua. - E a chi non è buono a nulla si dice - E vatt'affucà, ovvero, Vatfanniìie.
   AfTumiù. Trans. Infondere, immergere.
   Agjfldeje. Nom. prop. Egidio. Cbes-s'è ttutte mastr'Apgì ; si dice così quan-
   V ùtì J
   do si offre tutto quel che si abbia di una cosa. Il modo di dire ha origine dal fatto seguente. Un negoziante di vino vendè ad un oste una salma di vino; consegnatagliela, fu invitato da costui a far colazione ; accettò egli, e, mentre mangiava, veniva sforzato dall'oste a mangiare, il quale sempre gli ripeteva Chess'è 'ttntle. mastr 'Aggi (cosi aveva nome il negoziante). - L'equivoco stava, che intendeva l'oste tutto il pagamento finire in quella colazione, mentre il negoziante era convinto che il Tutte si riferisse solo alla colazione.
   o
   II fatto sta, che il negoziante aspetta
   ancora adesso il pagamento del suo
   vino, e vorrà aspettare un bel pezzo !
   Afille. Egitto. Me pare hi more
   fl ° o l o o
   ile, l'Aggitte, si dice così a chi ha il colorito molto bruno.
   Aggranni. Trans. Guarentire. Q_uasi volesse intendere che col guarentirla il garante accresce il valore morale della persona guarentita.
   Aggrotta.. Trans. Conservare il vino nella grotta ; ed il vino così serbato si dice : VMa^grullate - In questo senso non l'ho visto nel Vocabolario.
   Ahuzzi intrans, vale il Toscano : Ingozzarla male.
   \]fievAc,Lu pinne, o,piane del'Ajicule. Il Muzii lo chiama Piano dell'Aglicola ; il Palma, Piano d'Aicola. È un piano, vicino a Putignano, altro villaggetto del nostro Comune, ricco di belli ulivi, e dove nascono molte erbe ritenute
   ! per medicinali. Il popolo dice che nella J notte che precede il primo di Marzo ci sia in quel piano una gran processione di tutti quelli che sono affetti dai morbi gallici, e che vanno a raccogliere colà erbe buone a sanare i loro mali. E poi la mattina si proverbiano fra loro, e si dicono - E ttu pur live hi palijotte ; e Un hi stannarde - E ttu
   '.O O
   i facive da prijore, ecc. E ce slave Tirzeje
   < J n y ? ° ° °
   \- E ce llave Caie, ecc.
   \ V -O ' O .
   ! Aje ed Ajje. Si". Aglio. ±,'aìiè l'a-\ ile clic. Ile coce, è la cepolle, si dice
   ) ' o o r o
   \ così a chi non vuoi palesare il vero i motivo della sua collera o del suo malumore.
   ; Ajjaccià. Trans. Sdrajare, per lo più , riflessivo, sdrajarsi. Dal latino, Adia-
   > cere.
   i Aiienà. Trans. Comunicare altrui
   > **
   \ la propria malattia, si usa anche in metaf. e rifl.; p. es. Ajj'ajjettate la rogne - La tigne s'ajjelte.
   \ Ajjumbrà. Trans. Aggomitolare. Dal
   < latino, glomero. Vedi 'Jjombre.
   \ Ajutasse. Rifl. Sbrigarsi, affrettarsi;
   ( p. es. Ajutate a ffà ssi piatte.
   \ Albe de II mosche. Alba dei ta-
   ) l'ani.
   Alef. La prima lettera dell'alfabeto ebraico ; nel nostro gergo vuoi dire^ fame, miseria. I Napoletani dicono
   i Aleffe. Chi sa che non venga da quel-
   ( l'apertura di bocca che si fa pronun-
   i ciando Alef, che al popolo paia come i il principio di uno sbadiglio, che si j faccia per fame ?
   \ Aliasse. Il latino Alias. In gergo \ vuoi dire - bastardo - e s'intende così. \ N. -V. alias mulo. Questo mulo si sop-- prime per dovuti riguardi, e resta solo ; Aliasse.
   Allaccia. Intrans. Camminar cele-remente ; p. es. Vite cullù cum'alìacce.

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