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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dini toscani rispetto al padrone, condizioni descritte e tanto decantate dal sig. Sennino nella sua opera La Me^-\eria in Toscana ; con questi vantaggi pel nostro contadino su quel di Toscana, che il nostro prende spesso i tre quinti, e qualche volta i due terzi del ricolto ; che non paga il fitto della casa colonica al padrone, che non deve fargli il bucato, che non rilascia al padrone il cinque per cento per l'uso dei vasi padronali nella vendemmia.
   Cafórchie. Sm. Stanza o casa misera, oscura. Il Tose. Stambugio, Abbiamo un vicolo oscuro e stretto, che si chiama Caforcbie.
   Cag-fre, S. fatto femm. Calcio.
   Cagnette. Sf. in gergo, L'innamorata.
   Cagna. Trans. Cambiare.
   Cag-nature. Sf. Aggio che si prende sulla moneta che'si cambia.
   Cajieche. Sm. Uomo crudele. In Toscana ha ii significato di piccola barca.
   Cajole. Sf. Gabbia. Dal latino, Ca-veola •
   Cajóne. Sm. Gabbione. Quello degli ingegneri.
   Cala. Calajjele a na cose, compirla, riuscirci dopo qualche stento.
   Calascione. Sm. Saliscendi. Questo vocabolo è curioso !
   <;alenne. Sn. Candà li calenne a hune. Metaf., parlargli fuor de'denti, dirgli in faccia delle verità spiacevoli.
   Calevenlste. Sm. Più che seguace di Calvino, vuoi dire, uomo di testa calda, uomo assai risentito; p.es. Nghe mme n'g    o
   Calibrare. Sm. Met. Chi facilmente contrae debiti. V. Tigne.
   Callicchle. Sm. Propr. quel callo
   che nasce nelle mani pel lungo maneggiare uno strumento, come martello, zappa.
   Cambane. Sf. Campana. Culà la cambane. Metaf., conchiudere un negozio, un trattato. Sulle campane abbiamo il seguente indovinello :
   Ldche nu fenestróns
   v * J O
   Stace nu vecchióne,
   o o
   N' gè vite e n' se sende 61 e o & o
   E chiame tanda vende.
   o *> o
   Ecco come vien regolato fra noi il suono delle campane. Appena spunta l'alba, suona la Prima Messe. Qualche
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   ora dopo la Prima Sguilìe. Un'altra ora dopo L'uddema sguille, che vien detta anche semplicemente La luddeme. Prima questi due suoni di campane servivano a chiamare i canonici per cantar Mattutino ; ora per non scomodarsi tanto i signori Canonici cantano tutto d' un fiato, Mattutino, Laudi ed Ore fino a Vespro, e perciò hanno introdotto un nuovo suono di campane, che si chiama: Li Tucchitte, che si fa alle 9 ij2 antim., e mezz'ora dopo i Canonici entrano in coro. Ora il suono de l'uddema sguille. serve solo per far andare i muratori od altri artigiani a far colezione. Quando poi il Coro è giunto verso Terza, comincia il suono detto Ten(e, che si replica a brevi intervalli per tre volte. Prima, quando 1' ufficio si recitava in due volte, questo suono chiamava i Canonici a recitare la seconda parte dell'ufficio medesimo. Sul suono di Terza corre questo proverbio : A' Ttertf, ci n' a fatte culamjóne, se I' a perse. Mezz' ora dopo il detto suono esce la messa conventuale, detta Messe de Ter^e, o, Messa ranne. Quando si alza l'ostia ed il calice, suona la campana grande con sei tocchi a larghi in-

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