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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 130 —
   legrinaggio riesca efficacissimo. Entrate in chiesa, esse cosi salutano la Vergine :
   Bon giórni a woje Madonne, Trim'a'vvoje, ch'a l'adire donne; Nghe la tèste ve facce n'ingline ; Bon giorne, a woje Marije. Tu saje pecche ji so'menute...
   e qui si fanno prendere da un'intempestiva vergogna, e si arrestano un poco; poverine! hanno rossore di dire alla Madonna il vero motivo della loro visita, che è il matrimonio, e perciò aggiungono :
   Ppe lu paradise e la sanetà.
   Come si vede questa preghiera non è dello schietto vernacolo ; ma già nei canti il popolo ripulisce la sua lingua. Altri che vanno per altre grazie, dicono :
   Madonne de la Cóne
   Tu si belle, tu si bène, ecc. ecc.
   o o
   Dicono che il titolo della Cóne venga dal greco Eltuóv, che vuoi dire figura, immagine. Piuttosto pare che sia Cóne del dialetto, cioè nicchia, tanto più che dentro una nicchia stava l'immagine di questa Madonna.
   Cónzele. Sm. Consólo. Noi l'abbiamo fatto breve. Quando succedono morti in una famiglia, i parenti più prossimi di questa usano farle le spese, mandandole la colazione, il pranzo e la cena, per due o tre giorni. Ed essi pensano a tutto, fino a mandare la biancheria, il vasellame da tavola, l'argenteria, ecc. Tutto questo si chiama, Fa lu candele. Ed è uso in vigore anche fra le famiglie signorili, e parmi uso caritatevole e gentile, togliendo a quelli
   il pensiero e la fatica di apprestare i cibi, ecc.
   Coppele. Sf. Berretto. Noi propriamente chiamiamo cosi quel berretto che ha la visiera dinanzi ; quello che non l'ha chiamiamo Berrette. Il D' O-
   Q
   vidio (Op. cit. pag. 155) domanda: Coppela sarà diminutivo di Coppa, capo ? Noi non usiamo Coppa per capo.
   Cere. Sm. Cuore e Coro, e per queste due significazioni che assume, atteso il non pronunziarsi la vocale finale, si fa il seguente bisticcio : Che
   ile vinghe n'accedende, duva dice l'uffà-o ° o » o JJ ^~
   ìeie li canunece. Pare che si intenda il
   E- O OD
   coro, invece è il cuore. Tene nu care
   o
   nfhe ttande de pile, aver un cuore in-
   6 o o * o'
   sensibile e duro. N"ge fa 'ndrà li pe-duccìiie a lu care su ; non volersi afHie-
   00 °
   gere delle cose avverse che ci accadono.
   Cdrpe. Carpe behate. Gran mangiatore o scansafatighe. Técure da carpe, atta a generare. Fa na cose quanne je dole lu carpe, farla di malavoglia, sforzatovi, ecc.
   Córte. Sf. Così i nostri contadini chiamano la residenza municipale ; e sopratutto parlandosi di sposi, Ha 'fedite a la córte.
   o o
   Céerene. Sf. Forma di giunchi o di stagno, in cui si fanno le ricotte.
   Cose. Nulla. V. Sintassi. Metodo di negazione.
   Cosse. Sf. Coscia. Quando si vede qualcuno molto adirato, gli si dice per ironia: S> te sinde la mie, datte de mane
   o o o 'o o o o
   a li cosse, cioè, sfoga su te stesso la tua rabbia.
   Cote. Sf. Coda; nel contado vuoi dire anche, Orobanche. V. Nehe, Jerva fiamme.
   Cotte. Sf. Metaf. Sbornia. Add. Sia
   che piangono la morte dei loro cari, cotte e crute nglie nu site, starvi stabil-

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