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contadini , e e' è il proverbio : La 'mmerde de lu vóvc nem buzze e nen hóle.
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I Toscani hanno un proverbio corrispondente a questo : La merda, dell'allocco non sa né puzjy né odore.
•fonimele. Sm. Ampolla, e propr. quella dell'olio. Nel contado dicono : Hunblette. Mo se horne lu hommele de
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l'uje. Con bella metafora si dice di quei diffamatissimi che hanno paura di perdere la riputazione che non hanno. È sinonimo: Mo s'embanne lu crestalle. Può
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ungersi l'ampolla dell'olio ?
Hònde. Sm. Qualunque parte del majale, che serva di condimento, come strutto, lardo, cotenna, ecc., onde i poveri chiedono : Damme na ci de hónde.
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Hòrgre. Sf. Gola grande, che può emettere fuori voce stentorea ; p. es.: Lu tale té na bórge, che quanne parìe se sende a nu miijc lundane.
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(lutane. Add. Vanaglorioso. Dallo spagnuolo Ufano.
II urna. Trans. Trapelare, sopratutto
dei muri, che lasciano trapelare l'acqua> l'umidità. Dal latino Humeo.
Humàne. Sm. Vomano, fiume che divide il Pretuzio dal Pinnense; è l'antico Macrinus.
Humblù o Humblà. Transitivo, Gonfiare.
19umende. Sm. del contado. Fa humende dicesi delle medicine, sopratutto purgative, quando producono il loro effetto.
Hurdeuelle. Sf. V. VerdenAli.
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Hurlette. Sm. Rigogolo, uccello. Dal latino Oriolus.
Hurzate. Add. Nutrito di orzo. Usasi per lo più in metaf. Bona ìiur-iflte, e si applica agli uomini, quando, ben pasciuti, ricalcitrano.
Ilùscmc. Sf. Odore, fiuto.
llusemà. Trans. Odorare, fiutare. Dal greco O' Cfvrj. L'antico francese aveva Osmer; il moderno spagnuolo Husmear.
Hnsserlje. Dei montanini, Vossignoria.
Icqueee. Avv. Sempre preceduto dalla prepos. T)e; D'icqucce, da queste parti, di qui. Nominandosi il demonio, si aggiunge : Lu dejavule fare d'icquece. E cosi domandandosi : Stace Tiì&ie
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hesse ? si risponde : 'D'icquece n\a viste.
In$rla»trc. Sm. Chiostro. Il latino
Claustrum. In una bolla capitolare Apru-
tina sta scritto : In Glastro della casa, capitolare. Preceduto dall'articolo, perde spesso, ma non sempre, VI iniziale ; e si dice per lo più, Lu 'nglastrc.
Innulde. Sm. Amnistia, riduzione di pena. Dal latino Indultum. Il nostro Muzii l'ha usato, scrivendolo così : In-tuldo.