Stai consultando: 'La grammatica ed il lessico del dialetto teramano. Due saggi', Giuseppe Savini

   

Pagina (148/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina      Pagina


Pagina (148/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina




La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   149 —
   Jàccule. Sm. Cappio, laccio, nodo scorsoio. Il latino Jaculus.
   Jajònc. Lu 'bballt de Jajóne. Si trova menzionato nella commedia del Delfico, ma ora sono ignorati e nome e ballo. Lu 'bbalk de Jajón: si ballava in carnevale così : Una persona mascherata si attaccava sul dorso un fantoccio di stoppa anche questo mascherato, le cui gambe si incrociavano sul ventre di chi lo portava, onde il fantoccio pareva che fosse come un'altra persona portata in collo. Mentre si ballava faceva ridere il dondolarsi del fantoccio, che pareva ad ogni momento volesse cascare in terra.
   Jumi. Avv. Ormai.
   •làppeca jàppeche. Napolit. pian pianino, adagio adagio. .
   Jasebberde. Sm. È la Menta m-ridìs del LINHEO. Tose. Menta.
   Jemmet£. Sm. Limite.
   Jcnibbele. Sm. Ginepro. Abbiamo visto essere usato in alcune carte del secolo xvi Jenibbulo.
   Jengiie. Sm. e f. Giovenco.
   Jerve. Sf. Erba. Jerva fiamme, chiamasi così dai nostri contadini l'Oro-banche. I Toscani dicono solo: Fiamma, nello stesso senso. Sendì a coresce la jcrve. Metaf. Aver udito squisitissimo. I Toscani dicono: Sentir nascer l'erba j - L'ho trasandato nelle Osservazioni.
   Jeseppe. Nome proprio, Giuseppe. Diminutivi sono : Jeseppucce, Peppucce, Peppine, Peppenucce, Peppuccttte. Alle
   1 ' (/ . O ** C o
   donne si dice solo : Peppine o Teppe-
   nette. Jeseppe, in gergo, vuoi dire la fame, p. es. : quando un socce si presenta al padrone per chiedergli qualche cosa da mangiare, gli dice : Onore patrò, m'ha cacciale Jeseppe.
   Jessùreje. Sande Jessùreje, così corrompiamo S. Getulio, o Gitulio come scrive il Muzii, l'antica chiesa nostra cattedrale, prima della distruzione di Teramo nel secolo xu, ora detta .Sant'Anna dei signori Pompetti. Quando era Cattedrale questa chiesa teneva il titolo di S. Maria Maggiore, poi lo mutò in quello di San Getulio. Fuori della sua porta c'è un lastrone assai levigato, giacché il popolino crede che lo strofinare le reni a quella pietra giovi alla lombaggine. E perciò quando uno si lagna di dolori ai lombi, gli si dice per ischerzo : Vatfassrecà 'Uà Sande Jessùreje.
   Jettatùrc. Sf. Malìa. Quando non possiamo resistere ai capricci di qualche persona ben amata, diciamo scherzando: Cullù m'ha fatte la iettature.
   Jètteche. Sm. Sovrassalto ; e disposizione, adattamento a fare una cosa; p. es. : N'ge te prubbete In jetteche a
   ° * o o ' o o
   'ccandà.
   JeUeeasse. Rifl. Sovrassaltarsi.
   Jezznne. Sm. Nome di un colle a mezzogiorno della città. Il Muzii lo chiama Colle Girimi, forse italianizzando la forma vernacola. Dicono che questo nome derivi da Irsuto, perché esso è infatti il più alto ed aspro colle di quelli che circondano la città. Sopra

Scarica