Stai consultando: 'La grammatica ed il lessico del dialetto teramano. Due saggi', Giuseppe Savini

   

Pagina (149/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina      Pagina


Pagina (149/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina




La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 150
   questo colle corre un proverbio, che si verifica sempre : Lu levande a 'ccolle
   r 00
   jemme, lu piove a 'Ttereme.
   ' ^ C r O O v
   Ji. Lettera dell'alfabeto, /. Sm. Pare 'nu punde sobbra lu ji, di qualunque cosa piccola in cima a cosa grossa. Il tose. Parere un puntolino sopra uno stollo da pagliaio.
   Jiece. Sm. Giaciglio, propr. del cane ; e scherz. letto dell'uomo.
   •line. Avv. Adesso. Si ode a Forcella, Ganzano, ecc.; ma non si ode, anzi neppure si capisce a Teramo. Il Voc. spièga Ine per qui, quivi ; p. es. N'àhè pre jine, non è per adesso.
   Jlnotte. Stanotte.
   Jìppòne. Sm. Giubbone.
   Jl're. Avv. Jeri. N\i nnate jire, si dice a chi vuoi fare fintamente l'ingenuo.
   Jlrre-Horre. Nu jim-horre. Metaf.
    J i, O Discorso che non conchiude o non si fa intendere; p. es. M'arspunnò nu jirre-}iorrt, che il n'ge capivi, ninde. r. n ' ° a * n « 'Jjotnbre. Sf. Gomitolo, dal latino domerò. Jozze. Sm. Fango liquido. V. Pap-pajo^e. Jucà. Abbiamo il seguente proverbio: Ci foche pe'bbinge, lasse li ìtracce e pijje li cinge. Judece. Sm. Lu judece de la ìtatire, è l'ago della stadera. Bella metafora ! tPujje. Sm. Loglio. Dapù decerne ca ci A fatte male lu jujje, di chi vuoi addurre altre cause, fuori delle vere, dei proprii danni, per lo più essendo cause vergognose. Jusse. Sm. Il lat. Jus. Ci aliàje acquistate lu fusse, si dice scherzosamente quando uno, andando spesso in una casa, n'è quasi divenuto il padrone ; e così, ricevendo abitualmente un beneficio. Justizzeje. Sf. Giustizia. A chi sospira, per ischerzo si dice : Nen Rusperà ca u sta bbona justiijfie. Lambeje. Si. Lamia ; Tene patite la lambeje, ovvero, Esse patite de latnbeje, essere stravagante, aver patito il cervello, come che il cervello fosse la volta del corpo umano. Lambcte. Sf. Lampada. Na. lambite. Metaf. Un bicchier di vino. O r LambejÒne. Sm. Metaf. Testa pelata, quasi illuminasse colla sua lucidezza. Lame. Sm. Fango. Dal lat. Lama. (DiEZ, Et. Dict., pag. 266). JLane. Fa te lane. Metaf. Lavorar poco e di mala voglia. Forse presa la metafora dai cardatori di lana, che lavorano lentamente. L.appe. Sm. Orlatura. learde. Fa' la fabule de lu Iarde. Si o J ù o narra che c'era una volta un lardo affatalo, al quale chiunque andava a prenderne, rimaneva appiccicato. Ci andò il primo e ci restò ; il secondo andò a vedere perché il primo non tornasse, e rimase appiccicato anche lui ; e così il terzo ed il quarto. Perciò quando si manda qualcuno a vedere perché un *

Scarica