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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   V U
   reta culla n' gè nasce, ovvero, »' gè crfsce mangile la 'jjerve. Per iperbole si dice di chi abitualmente mentisce.
   Jù. Avv. Giù. Dal lat. popol. Ju-sum, o dal frane. Jus.
   Jurne. Sm. Giorno. Fa na cose- de
   V ."i O
   jurne, sbrigarsi nel fare una cosa, farla al più presto. Si usa sopratutto per modo di eccitare chi agisce lentamente.
   Leccamuge. Sm. Colpo dato col rovescio della mano sul muso.
   Eiengne. Aggiungasi : Levasse la carne de sott1 a la lengue. Iperbole. Di quelli, sopratutto dei genitori, i quali, per educare i loro figliuoli, fanno i più grandi sacrifici.
   Lisce. Sf. Meretrice. Si usa solo nella frase ingiuriosa, Fijje de lisce.
   Liucce. Aggiungasi: II CAIX (Op. cit., pag. 122) propone per etim. 1' antico nordico Lo gì che vuoi dire scintilla. Per noi potrebbe essere piuttosto il latino Lux, Lucis.

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