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Raschie. Aggiungasi: Dall' antico frane. Racher, o dall' antico nordico lirdki. (CAIX, Op. cit., pag. 60).
Refcce. Sm. Orefice. Metaf. Chiamasi così qualunque negoziante che
vende assai caramente, o quafunque altra persona assai avida nel guadagno. Tolta la metafora dagli orefici, che, vendendo oro, badano assai al peso.
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Saeraoteade. Aggiungasi: Ingergo vale Le manette. Queste si chiamano anche Ltì sacramende de li Turche.
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Sajcttine. Sm. Sorta di peperone di color rosso, e molto cocente al sapore.
MbabuUì. Trans. Sbigottire. È prop. l'Esbauitire dell' Hist. Rom. (CAix, Op. cit., pag. 37).
Sbatta. Trans. Scoppiare. Sopratutto nella frase, Sbuttà a 'ppiagne. I Romani dicono egualmente, Sbottare un pianto.
Scoce. Intrans. Passar di cottura ; p. es. Mo' se scoce la paste. È anche
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questo del dialetto Romano.
S>grese«. Sf. Fame cartina. È il toscano Sghescia. da me trasandato nelle Osservazioni.
Sire. Aggiungasi: O dal lat. Seria, vaso di terra, " brocca ; o meglio dall'arabo Zir, grosso vaso. (CAIX, Op. cit., pag. 172).
ft»pute. Magna pane e spute, cibarsi di solo pane, ed usasi ad intendere generalmente chi vive in grandi strettezze. Modo che si ode anche a Roma.
&tuppaece. Sm. Metaf. Uomo di assai piccola statura.
Sturte. Add. Metaf. Chi non mantiene la promessa dei pagamenti. Nello stesso senso usasi il verbo Storce.
Ternesctune. Sm. Si usa solo il plurale. Capogiri, vertigini.
Teiitfl. Sm. Coperchio di terra cotta o di ferro, che si usa sopratutto per coprire tegami e tegghie. È precisamente il latino Testu o Testum.
Tozze. Carecà hune a' ssacche de tum.
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Metaf. Caricarlo di ingiurie, villanie, bastonate, ecc.
Trecche. Aggiungasi: Sf, La vasca della fontana.