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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
   167
   per concedere la cittadinanza alla turma dei cavalieri ispani di Salluvia, de cornilii sentenHa, ossia sentito il parere del suo consiglio militare, o, come oggi diremmo, del suo stato maggiore, composto dei personaggi preclari e senatorii, che, come si sa, assistevano sempre in campo un comandante romano, massime se del grado supremo, qual era il console. Sulla lamina sono scolpiti i nomi di tali personaggi del consiglio consolare che approvarono il decreto. Tra questi è un P. Salvienm della tribù Macchi. La terminazione in enm e iena,s è propria dei Piceni, onde piceno è da ritenersi il P. Salvieno, come giudica il eh. prof. Gatti. In tal caso io considero che nel Piceno, per i titoli epigrafici, non vi è che Atri che appare costantemente di appartenere alla tribù comiziale Mecia. Ne consegue il dubbio abbastanza fondato che questo Salvieno sia potuto essere di Atri e fors'anche comandante del contingente atriano nell'espugnazione di Ascoli e in tutta la guerra del Piceno.
   Vestini e fine della guerra. — Dei popoli Sabellici, i primi a sottomettersi furono i Vestini. Valerio Massimo (V, 4, 7), accenna ad un altro assedio di Penne coli'episodio che gli narra di Pultone, salvatore del padre catturato dai Romani. Se anche voglia credersi ad una confusione di Valerio coli'episodio precedente narrato da Diodoro, può però ammettersi che Pinna, espugnata dagl' Italici, venisse ora ripresa dai Romani e dai coloniali A trinili.
   Contemporaneamente si sottomisero i Peligni ed i Marruc-cini ed anche i terribili Marsi, dopo che 1' esercito vittorioso del Piceno s' addossò sopra di essi, ossia quand' ebbero sul capo due eserciti consolari. Non però si arrese il loro invitto capo Pompedio Silone, che riparò nel Sannio (la capitale de-gl' Italici da Corfinio era passata a Boviano, e, presa anche questa, ad Esernia), dove attese a preparare 1' ultimo sforzo tra quei primi ed indomiti nemici di Roma. Nel frattempo L. Siila, riprendeva la Campania, tranne Nola. Rimaneva in piedi Pompedio Silone, 1' anima, l'iniziatore della lega, il capo