CAPITOLO III.
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CAPITOLO IV. Nell'impero di Galba, Ottone, Vitellio, e dei Flavii.
(68-9U).
I. Galba, Ottone, Vitellio (68-69). — Il breve principato di costoro è da riguardarsi piuttosto come un periodo di secessioni militari, succeduto alla tragica fine di Nerone, che uno stabile e riconosciuto insediamento. Nessuna eco potette avere nelle regioni d'Italia e nelle provincie, tranne nei luoghi dove con sbrigliata licenza di soldatesche, oramai divenute arbitre e padrone di tutto, si disputava dell' impero. Il campo di tali gesta fu la Gallia Cisalpina, da cui, per la via Cassia, scesero i contendenti nell' Etruria e nell'Umbria fino a Roma. I nostri luoghi rimasero quindi fuori del movimento.
.11, Salvio Ottone era oriundo di Ferentino, secondo 1' asserzione di Svetonio (in Othon.) e di Tacito (Risi., lib. 17). I più ritennero che si trattasse di Ferentino nel Sannio, ma alcuni vollero che invece fosse indicato Ferento o Franto, città dei Frentani 1 di dubbia esistenza.
Sconfitti i Vitelliani a Bedriaco, e saccheggiata Cremona, Antonio Primo, luogotenente di Vespasiano valicò l'Appennino e per la via Cassia si avviò verso Roma. Nel frattempo Cornelio Fusco, posto a capo della flotta di Ravenna, sbarcò ad Arimino, dove eransi ritirati i legionarii di Fabio Valente, gran fautore di Vitellio, dopoché Fabio tentò il vano colpo di passare nella Gallia e nella Germania per risollevare le sorti di Vitellio. Cornelio Fusco ebbe facilmente ragione degli avversarii e si rese padrone dei luoghi marittimi del Piceno. Occnpantur plana Umbriae et qtm Picenus ager Adria ad-luitur. Oiiiuìsque Italia Inter Vespasianum ac Vitellium
1 Astkoui L., Mem. litor. Abruzzi, op. eit., voi. II, pag. 2.