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Opere Complete
Volume Primo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1912, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   GIUSEPPE DEVIKCENZI
   e per cui già abbiamo varie utili relazioni, e fra le altre il dottissimo libro delle pratiche lucchesi di esso Marchese
   che vado ad esporre, nel conciliare le due opposto opinioni intorno alla condizione dei letami da impiegarsi; mostrando con la pratica, gran maestra in ogni cosa, che hanno ragione tanto i sostenitori dell'usare concime fresco, quanto quei d'usarlo ben macero, ove si voglia distinguere nell'adoperarlo.
   « E prima daremo un cenno della estrema diligenza dei Lucchesi nel conservare e raccogliere tutto che può servire a letame. Non v'ha casa, nò si può dire tugurio, senza latrine murate, per gli escrementi umani, o ad entrata, o ad aiuto de' propri campi. Fino lungo le pubbliche vie di campagna ne sono, con ripari convenienti per invitare chi passa a soddisfarvi le nacessità della natura. Presso il porcile è per tutto sotterrata una gran conca, ad accogliervi lo fecce del maiale. Lo lordure, le spazzature d'ogni abitazione, lontano dal costare a trarvele, hanno anzi un pregio, e a prezzo e a gara si tolgon via. Le strade di città, le interne co; ti, ogni angolo il più recondito, vengono ogni giorno, ad ogni ora visitati, nettati; di modo che è provveduto alla generale e costante pulitezza, s< nza spesa veruna. E questa incomincia anche innanzi dì per le contrade più frequentate dai legni, ove taluno della poveraglia va con lanternino, ad aria scura, girando e raccogliendo, perchè i villani all'aprire de-le porte di città non vengano a levar loro quel piccolo profitto. Alle vie più bazzicate in campagna vigilano di continuo i contadini; e chi col somarello, e chi con un carretto a mano porta via, accumulando per uso suo, o per vendere. Non dirò della paglia, falciata lino rasente terra, per nulla perderne; non di monti di foglie, ammucchiate all'autunno, in cui si travagliano specialmente le donne; non dei f ilasela nei paduli, paliti adesso a un valore quadruplo di trenta anni fa; non degli sterpi dei boschi, cercati con avidità e levati anche furtivamente; non dei lupini, di che si fa estesissima cultura per aiutare la vegetazione, sia in erba, sia in seme. Ma mi contenterò di notare soltanto, che molti e molti pastori sono qua invitati per grassi patti a svernare con mandrie numerosissime dagli Stati contermini; che fuori si va comprando, a caio prezzo e con disagio grande, copia immensa di escrementi umani, tanto liquidi, quanto solidi; che dulie maremme toscane entrano per la via di maro a migliaia sacchi di sterco secco di pecora e capra; che della cenere entra pure una buona quantità. Da tutto ciò si spiega l'apparente miracolo (li una non interrotta rigenerazione; di una vita vegetativa delle più rigogliose; di un'abbondanza e varietà di ricolti, che soddisfano comodamente ai bisogni di gente quasi direi Htivata e vie più moltii>licantesi sopra una piccola «uperfìcie di terra coltivabile, da far lo stupore dei geografi, e particolarmente degli agronomi ').
   1) Il numero degli abitanti del D-jcato è adesso di 533 per ogni miglio geografico quadralo, sulla totale superficie di ra glia quadiate 328: e sopra 87 miglia quadrate delia campagna, nel circondario di Lucca, è di 879 il mtg'io esclusa 'a citi*; poiché compien-denduvel^, mona a 1167.