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Opere Complete
Volume Primo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1912, pagine 465 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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DEL SESTO C0NGRE8S0
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mazzarosa. E perchè passi ne' miei lettori quello stesso desiderio, onde si veniva riaccendendo ogni membro della riunione, mi piace qui riferire parte di quelle parole che
« Di più sorte materie, come sa ognuno, animali, vegetabili, terrose, si fa letame. Alcune di queste sono tra noi usate naturalmente e separatamente; altre mescolandole e preparandole. Incominceremo col parlare delle prime, e poi tratteremo dello seconde.
« Le fecce liquide umane, dette qua volgarmente, non si sa come, pe rugtno, sono il letame dai Lucchesi il più pregiato, quando si tratti di volere una vegetazione pronta e rigogliosa. Non altro che nello stato liquido si adoprano; e le secche, acquistate fuori, vengono perciò gettate in latrine per istemperarle, eziandio con acqua. Se nll© novemila botti da sessanta barili Punu di tali escrementi, che io dissi nelle pratiche agrarie u-scire ogni anno da Lucca, pel servizio della campagna, e ad altrettante che pure accennili entrare nel Ducato, comprate dai vicini, si aggiunga quelle raccolte nel rimanente dello Stato, in ragione di popolaziono, può asseverarsi che da settantatremila botti se ne spargono annualmente sul suolo lucchese. Qualora poi si voglia aggiugnere altro letame simile, sebbene assai meno efficace, quello cioè dei maiali, che si mescola coll'umano. da valutarsi per botti quattordicimila ottanta all'anno, in proporzione di due per capo abbiamo in tutto botti ottantasettemila ottanta, ìispondenti a cinque milioni e dugento ventiquattromila ottocento barili; vale a dire litri 210,076,668, valutato il barile litri 40,2076. Quale enorme quantità fertilizzante! Lascio stare l'uso che se ne fa nella coltura degli orti, perchè comune a molti altri paesi; tratto di quello nella coltivazione dei campi. E primieramente il maggior consumo è pei granturchi, tanto maggesi, quanto sessantini. All'atto di rincalzarli, vengono questi aiutati al piede da una buona dose di tal concime, che vi si versa con un secchiello così schietto, senz'allungarlo d'acqua. Ai campi lavorati per canapa, e all'atto di seminarli, si dà abbondantemente sullo stabbio già sparso; il simile si pratica per la scandella (Hordeum distichum. Lin.). Se ne asparge ancora in qualche luogo il grano a Marzo, e sempre qualsivoglia cereale ogni volta che si mostri stentato. Un'attenzione viene usatn, di non ispargerlo quando la terra è umida, e sovrasta prossima la pioggia; poiché l'effetto ne sarebbe molto minore. Si adopera inoltre per condiro qualche massa di letame, che sia un po' magro, versandovelo sopra a strato a strato quando si volta: il similiante praticano allorché vuoisi affrettarne la macerazione.
« Lo sterco secco di pecora e capra, detto caprino indistintamente, e molto in uso per letamare gli ulivi. Ci viene dalle nostre montagne alte, por la dimora che vi fanuo gli armenti nella stagione calila, non che dalle maremme toscano, come si è detto, stanziandovi nella fredda. S'impiega nella proporzione di uno staio per pianta (litri 24,4299) fino a due, secou-do la loro grossezza, distribuendolo tutto attorno le radiche, ma lungi dalla coppaia, perchè l'albero ne soffrirebbe. In generale, si sparge il detto sterco

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