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Opere Complete
Volume Primo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1912, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tu
   GIUSEPPE DEVINCENZI
   quel nostro sommo italiano leggeva dei suoi discorsi alla Sezione: « Io mi do a credere, ci dicea, che noi italiani potremmo comporre un codice de' più perfetti, esponendo
   sopra un buon letto di minuzzane verde di bosco, messo nella buca dell'ulivo. daudo la preferenza alla stipa (Erica vuhjaris. Lin.) ed escludendo affatto ogni cosa del pino. La lenta scomposizione delle due materie, animale e vegetabile, è adattissima all'ulivo, il quale ha così un alimento moderno, da non esporlo a una vegetazione lussureggiante, che riuscirebbe dannosa al freddo umido anche di soli due gradi sotto lo zero del termometro di Reaumur; ed ha un alimento continuato per lo spazio di tre anni, quanti appunto ne passano tra un governare e l'altro. In vece di cose di bosco alcuni pongono, e con maggior profìtto, lupini in fiore; di che parleremo. Del caprino si dà una doppia manciata a ogni piede di viti il second'anno piantate, mentre si scalzano per tagliar loro le barbette superiori, ma nel modo già notato, che non tocchi il piede; avvertenza che si ha. per tutte le piante e con qualunque sorte di concio animale.
   « Il lupino è pregiatissimo come governo in erba e in seme. Verde s'impiega per il grano, seminandolo alle prime acque di Agosto nei campi destinati a queUa cultura, e rovesciandovelo in Novembre o Dicembre. Quando la stagione gli va propizia, per un avvicendare di sole e acqua, cresce assai, e molto ingrassa da risparmiare in gran parte il letame, cui sempre va unito. Del lupino in fiore dato agli ulivi non è la pratica tanto comune; pure la utilità essendone molta, come ho io sperimentato in grande, meriterebbe che fosse generalizzata in tutti i luoghi ove il terreno favorisce il lupino, o dove non si oppone il metodo di seminare i cereali annualmente sotto aU'ulivo, quando questo non è il soggetto di una coltivazione esclusiva. Quantunque si costumi di unire al lupino una qualche porzione di stabbio o uno staio di caprino, pure secondo le mie osservazioni anche solo, se dato generosamente, basta a far bene fruttificare l'ulivo. Si conviene poi da chiunque usa così il lupino in fiore di due vantaggi speciali, vale a dire di tener lontani dalla pianta e dal frutto gl'insetti, e di mantenerne fresco il piede nel forte della state, onde si scansa il pericolo del cader le ulive per alidore. Il seme, scottato prima in acqua al bollore, per lavargli la virtù vegetativa, viene adoperato talvolta nella sementa del grano, qualora si abbia scarsità e magrezza di letame, ma sempre poi in quella del granturco delle due specie, e della canapa, poiché risolve e affretta la vegetazione.
   « I ricci e le foglie del castagno sono l'unico alimento che si dà a questa pianta ogni tre anni, sotterrandogliene al piede in quantità; di che prospera come se fosse letame il più succoso.
   « In ordine ai letami composti e fermentati bisogna distinguere la qualità e l'uso. Ne ha di pecora; ne ha di cavallo, mulo, somaro; ne ha di bue: misti a foglia, a paglia, a fusti di granturco, a falasco. È notissimo che sono in bontà diversi, ponendosi per primo il pecorino, poi il cavai-